Una cosa è certa. Da quando Rimini è stata scossa dal fervore rivoluzionario dei ragazzi di Casa Madiba Network non è più la stessa città. Il muro dell’indifferenza, ora, ha un bel buco nel mezzo e da lì si può scorgere un bel po’ di gente in mutande, ma anche tanta solidarietà, perlomeno di pensiero, da persone che non ti aspetteresti.
In mutande, neanche a dirlo, è la politica. A proposito di questo mi viene in mente una fiaba deiFratelli Andersen: “I Vestiti nuovi dell’Imperatore”. La storia racconta di un Re vanitoso a cui due imbroglioni vendono un vestito di un filato così pregiato da risultare invisibile agli stolti e agli indegni. Ovviamente non c’è nessun tessuto, ma, per paura di essere giudicati male nessuno dei cortigiani lo dice apertamente. Il Re stesso, che naturalmente non riesce a vedere un vestito che non esiste, fa finta di indossarlo per non essere giudicato indegno e, nudo come mamma lo ha fatto, si va a fare una bella sfilata per la città. Nessun abitante, ognuno con le sue inconfessabili indegnità, rivela la nudità del sovrano finchè un bimbo, spinto dalla sua innocenza, urla : Il Re è nudo!
A Rimini è successo lo stesso, ma il Re continua a sfilare imperterrito e i suoi cortigiani continuano a fingere che sia vestito. Chi ha urlato la verità è casa Madiba, sulla cui innocenza si può anche discutere, ma la cosa certa è che l’Amministrazione manifesta un distacco dalla realtà patologico e anche parecchio preoccupante. La verità urlata è che a Rimini l’Emergenza Abitativa produce morti, la reazione della politica è tutto un programma. Diamo un po’ di voti alla maniera di Citizen:
Andrea Gnassi: A lui dei problemi reali non è mai interessato e la gente in difficoltà gli fa pure un po’ schifo, lo dimostra la lunga casistica di Teleriscaldati, Ambulanti, V Peep, Rimini UpTown, TRC e chi più ne ha più ne metta. Gli importa però (parecchio) quando viene contestato pubblicamente, ne va della sua immagine che attualmente è tenuta a galla da due feste e quattro rotonde. Il danno di immagine lo fa andare fuori di testa e reagisce sempre in maniera scomposta. In questa occasione ha accusato “qualcuno” di chiudere gli occhi su false dichiarazioni dei redditi degli inquilini ERP per tenersi la poltrona degli Enti che gestiscono le case. La cosa strana è che per le occupazioni di via Dario Campana c’è l’obbligo per legge dell’Esposto in Procura, ma per questo, che pare profilarsi come un abuso d’ufficio, no. Il giorno dopo si è calmato, ha ragionato ed ha pensato bene di fare propaganda usando i bambini. All’inaugurazione della palestra di Villaggio Primo Maggio sfrutta al massimo la visibilità del momento e dichiara: “Gli Attivisti del Paz imparino a prendere esempio dai bambini delle nostre scuole”. Il resto del delirante discorso su alberi che cadono e cose che crescono ve lo risparmio, l’intento è già abbastanza chiaro così. Voto 4: mento alto contro la folla e propaganda con i bambini … chi è che faceva così?
Gloria Lisi: Non è un mistero chi rappresenta e, di conseguenza, quanto le possa dare fastidio che qualcuno possa mettere le mani nel “giro” dell’assistenza ai bisognosi, senza essere inquadrato in qualcosa che lei può controllare. Non ci prendiamo in giro Caritas, Giovanni XIII (& company) detengono il monopolio delle opere di carità riconosciute e le loro spese sono coperte di conseguenza. Lo possono testimoniare associazioni come Papillon, che si occupa dei carcerati, costrette ad arrancare dietro chi detiene l’investitura ufficiale. Questo sistema, per quante possano essere meritorie le azioni, crea certi interessi che non possono essere rotti, se non altro per mantenere operative le strutture. Gente che opera praticamente a titolo gratuito, utilizzando ciò che è già in disponibilità della Comunità, ma abbandonato, è inaccettabile. Lisi è portatrice di quell’interesse che, contestualmente, è anche un serbatoio di voti per questo PD in fin d vita. Dai qui le dichiarazioni sulla regolarità che va mantenuta e ottenuta con i bandi, tra queste la mia preferita, la puttanata da oscar: “Sono preoccupata per l’incolumità delle persone che stanno li dentro. Quella casa (Villino Ricci n.d.r.) non è sicura.”. Eh già Madre Teresa, perché invece dormire in mezzo alla strada è sicuro. Voto 4: Quando ti fai il segno della croce citi uno che non chiedeva un bando per moltiplicare i pani.
Sara Visintin e Savio Galvani: li metto insieme perché anche in due fanno fatica a farne uno. Anche loro sono sui giornali in questi giorni. Sui quotidiani rompono con Gnassi, ma in commissione votano la con la maggioranza e non è l’unico aspetto dissonante tra le dichiarazioni e i fatti. Sui giornali Visintin è con Casa Madiba, ma poi non partecipa al corteo, né si fa vedere alla manifestazione, per la precisione non a quella. Sul giornale del giorno successivo è fotografata assieme a 16 persone ad una manifestazione di protesta gay contro Forza Nuova… se andava al Fuera ne trovava di più. Non mi fraintendete io non ho assolutamente nulla contro gli omosessuali, anzi secondo me le due proteste erano da unire e invece qualcuno (io) l’ha vista, a occupazione terminata, all’uscita di via Ceccarelli , nel parcheggio, che sbirciava da lontano. Di Galvani non ne parliamo, si è visto, ma ha pensato bene di rimanere impalpabile all’ombra della carrozzina di Pazzaglia. Voto 2: Se i rivoluzionari fossero stati come questi saremmo sotto il dominio dell’Austria.
Mattia Morolli: menzione speciale per il capogruppo del PD Consiliare. Non c’è mai stato, non sa nemmeno di cosa si parla, ma trova lo spunto per fare una dichiarazione che potrebbe essere di Pizzolante. Sintetizzando: sono irregolari e fanno campagna elettorale. Il giorno in cui il PD morirà (perché presto o tardi lo farà) questo ragazzetto verrà seppellito col defunto come facevano i Vichinghi con il loro schiavi, tanto è dedicato alla causa. La cieca dedizione gli deriva certo dalla speranza di essere un prossimo sindaco PD, ma finora è citato solo da uno dei fratelli Sivieri e in un modo che se fossi in lui chiederei di non ripetere. Voto: non classificato. Se questo è il capogruppo figurati il resto.
Come si vede dunque l’Amministrazione, perlomeno quella che si è sentita in dovere di esprimersi, si sta facendo una bella passeggiata con le pudenda di fuori e nessuno dei cortigiani dice loro niente, probabilmente per lo stesso meccanismo della fiaba sopracitata. E la gente?
Mi è capitato spesso in questi giorni, mentre con il mio socio Cruma preparavo il servizio per il TG sui fatti di queste settimane, di essere fermato da persone che volevano esprimere solidarietà. Mi è successo in via Dario Campana, ma anche ad un incrocio di via Ceccarelli. Signore “perbene”, come qualcuno le definirebbe, magari a spasso con il nipotino. La sintesi che mi permetto di fare del loro pensiero è questa:
Certo non è giusto occupare proprietà private, ma quando c’è un’emergenza di questo tipo qualcosa bisogna pur fare. E poi per una questione di decoro bisognerebbe imporre che i luoghi vengano tenuti bene, non come questi ruderi di cui Rimini è piena che, a quanto pare, hanno pure un proprietario.
Ovvio che il numero delle persone con cui ho parlato non è sufficiente per rappresentare una valenza statistica, ma ho notato che chiunque sia minimamente informato sui fatti inevitabilmente si allinea a questo tipo di ragionamento. Gli altri, gli eroi da tastiera, si accodano su Facebook al pensiero comune. Non bisogna però biasimarli perché si tratta un meccanismo atavico, risalente a quando l’uomo era una scimmia appena scesa dall’albero che doveva stare in mezzo al gruppo, perché se rimaneva isolata veniva sbranata.
P.S.
Ieri sono passato per la nuova Casa Madiba. Ho rivisto Fatima e Antonella, due delle persone cui la Lisi non vuole dare un tetto, per la loro incolumità. Non sembravano preoccupate, anzi ostentavano sorrisi fiduciosi…. Che siano due amanti del pericolo?