Il pensiero, come l’oceano
Non lo puoi bloccare
Non lo puoi recintare
Così stanno bruciando il mare
Così stanno uccidendo il mare
Così stanno umiliando il mare
Così stanno piegando il mare
Pubblichiamo di seguito la lettera aperta inviata da SOS Adriatico – Rimini per un mare senza trivelle al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dott. Gianluca Galletti, in risposta alla nota stampa pubblicata dal Corriere Romagna il 19 gennaio, in cui il ministro rassicurava la cittadinanza sulle attività di ricerca e di estrazione degli idrocarburi nel mare Adriatico.
Al Ministro dell’Ambiente, Dott. Gianluca Galletti
per conoscenza
al Presidente della Regione Emilia Romagna, Sig. Stefano Bonaccini,
ai Sindaci della Provincia di Rimini
Egr. Sig. Ministro dell’Ambiente Dott. Gianluca Galletti,
abbiamo letto sulla stampa locale il 19 gennaio 2016 il Suo intervento volto a rassicurare i cittadini romagnoli preoccupati per i rischi su turismo, pesca ed ambiente, derivanti dalle possibili autorizzazioni del Governo in materia di ricerca e sfruttamento di idrocarburi in mare, anche davanti a Rimini. I cittadini e le numerose associazioni riunite nel coordinamento SOS Adriatico, Rimini per un mare senza trivelle non si sentono per nulla tranquillizzati di fronte a prospettive che possono accontentare i petrolieri, non certo le Comunità costiere dell’Adriatico.
Solo davanti alla costa romagnola, a parte le estrazioni metanifere già storicamente in atto o in fase di autorizzazione nel tratto di mare fra Cattolica e Pesaro (piattaforma Bianca-Luisella), incombono le istanze di ricerca in mare davanti a Rimini di Eni e Adriatic Oil. La prima (d171 A.R-.AG) per un tratto di mare di circa 343 kmq, la seconda (d173 A.R-.AD), per circa 431 kmq. E c’è poi il progetto di prospezione della Spectrum Geo, che interessa 30.000 kmq di Mare Adriatico da Rimini alla Puglia e vedrebbe impiegata la controversa tecnica dell’air-gun dagli elevati impatti per gli ecosistemi marini.
(Mappe a cura del coordinamento No Ombrina)
Per una zona turistica come la nostra, l’eventuale presenza e la potenziale attività di numerose piattaforme petrolifere, oltre ai numerosi impianti di estrazione di metano, è inconcepibile non solo entro le 12 miglia come ora prevede la Legge di Stabilità (cosa che Lei stesso ha tenuto a precisare), ma anche oltre quel limite. La Riviera Romagnola, come è noto, con l’80% delle presenze rappresenta il cuore dell’offerta regionale per un volume d’affari diretto di 8 miliardi di euro e 8 mila persone occupate. Mantenere ambiente e territorio fruibili e in salute, questo è il “nostro petrolio”! Impossibile non chiedersi cosa succederebbe, Sig. Ministro, in caso di incidente sulle piattaforme o sulle navi cisterna che attraverserebbero sempre più frequentemente il nostro mare, con conseguente sversamento di petrolio in un mare chiuso e poco profondo quale è l’Adriatico, con le coste completamente urbanizzate come le nostre e con un sistema di correnti che tende a concentrare gli inquinanti a riva. Ci sarebbe molta differenza, a Suo parere, se un tale incidente avvenisse a tredici miglia dalla costa anziché a nove o dieci, come tuttora è possibile? Si tratta di uno scenario che francamente giudichiamo inaccettabile, ambientalmente e socialmente.
Le associazioni e i cittadini che hanno dato vita ad SOS Adriatico per sostenere il diritto di tutti all’ambiente e alla salute, e insieme il diritto ad un lavoro e ad attività economiche sostenibili, Le sottolineano che a fronte delle emergenze inquinamento delle nostre città e dei problemi legati ai cambiamenti climatici occorre cominciare da subito a dare concreta attuazione all’accordo siglato alla COP21 di Parigi dove, appena poco più di un mese fa, la quasi totalità dei governi del mondo ha sancito il definitivo superamento dell’era dei combustibili fossili. L’obbiettivo di contenere l’innalzamento della temperatura media globale attorno ai 1.5°C però, di questo passo rischia di restare sulla carta o nell’aria delle parole profuse durante le interviste e le dichiarazioni di principio. E sarebbe l’ennesimo fallimento della politica nel garantire diritti fondamentali alle persone che rappresenta e alle generazioni future.
Potrà argomentare, Sig. Ministro, che ci vuole tempo e che non è giusto lasciare quegli stessi impatti che vogliamo evitare in casa nostra sulle spalle di paesi lontani. Ha perfettamente ragione, non è giusto. E sì, serve tempo, ma ne abbiamo sempre meno a disposizione. È proprio per questo che riteniamo giunta l’ora di avviare un’autentica transizione verso le fonti rinnovabili. Una transizione che dev’essere globale, certo, ma il mondo è fatto di paesi, i paesi di regioni, le regioni di città e le città di persone. Proprio come noi che le scriviamo chiedendo che vengano rispettati i nostri diritti e gli accordi internazionali, applicando fin da subito una strategia effettiva di de-carbonizzazione nel nostro Paese e nei paesi in cui lo stato italiano è impegnato nella difesa degli interessi di ENI, realtà italiana ancora esclusivamente legata alle fonti fossili e che opera, come le recenti inchieste internazionali hanno bene evidenziato, nella più totale opacità presso teatri di guerra, corruzione diffusa delle istituzioni, violazione dei diritti umani fondamentali.
SOS Adriatico fa perciò appello a Lei, Sig. Ministro, al Presidente della nostra Regione e ai Sindaci della nostra provincia affinché venga ascoltata non la nostra voce, ma quella della storia che non perde occasione per ribadire che l’era del petrolio è agli sgoccioli. Il divieto di concedere future autorizzazioni alle operazioni entro le 12 miglia marine, introdotto nella recente Legge di Stabilità, è stato un primo e incompleto passo in questa direzione. Il referendum recentemente approvato dalla Corte Costituzionale che mira a reintrodurre il limite alla durata di quelle già in atto consentirà a tutti noi di esprimerci, integrando il recente provvedimento governativo in modo da renderlo ancora più efficace. Ma ancora non basta.
Vorremmo che i nostri rappresentanti dessero applicazione ad una visione diversa per il futuro del paese che amiamo e del mondo che vogliamo contribuire a costruire da protagonisti, attraverso provvedimenti adeguati che proseguano lungo la strada indicata dalla mobilitazione popolare che sta alla base della consultazione referendaria.
Vorremmo una politica energetica nazionale che punti in maniera decisa ed inequivocabile all’efficientamento energetico, all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, alla riduzione delle emissioni di CO2 e delle polveri sottili. Ma per essere davvero efficace, ci permetta Sig. Ministro, tale politica non può prescindere dal tenere in conto le esigenze concrete dei territori e delle persone che li vivono ogni giorno, la cui salute dipende proprio dalla terra, dall’acqua e dall’aria di quei territori, il cui supporto è possibile solo nell’ottica in cui venga garantito uno sviluppo effettivamente sostenibile e giusto.
L’Italia, il paese del sole, potrebbe essere tra i capofila nella rivoluzione energetica che attende di essere avviata a livello mondiale. Una simile transizione potrebbe non solo tutelare, ma valorizzare il nostro patrimonio naturale, economico ed umano. Sarebbe davvero un grave errore perdere questa opportunità che la storia ci offre per creare sviluppo, occupazione e condizioni migliori di vita per tutti, per non aver saputo consegnare al tempo logiche antiche e superate.
Nella viva speranza di poter essere messi alla prova,
SOS Adriatico, Rimini per un mare senza trivelle