Polizia a Casa Gallo. Tu chiamale se vuoi intimidazioni…

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“se vogliamo riportare la periferia, la marginalità all’interno di un discorso di bellezza e dignità, dobbiamo riconoscere che la ragione per cui i margini urbani si generano attualmente è strutturale al modo in cui stiamo insieme nella nostra società. E cominciare a discuterlo. ” Michela Murgia “Futuro anteriore”

 

TU CHIAMALE SE VUOI INTIMIDAZIONI…:

Questa mattina due poliziotti della Questura intorno alle sette sono entrati all’interno della struttura che è attualmente autogestita dagli/dalle abitanti. Non ci risulta avessero alcun mandato ma si sono permessi di entrare, in quella che per molti è una vera e propria casa, controllando i bagni, le finestre e le uscite. Hanno poi chiesto se c’erano altre uscite.

Nel frattempo causa Meeting e della presenza di personalità di vario genere – da due giorni – tutta la città è sotto il controllo della polizia, un elicottero sorvola praticamente h24 la città, e sono state fatte diverse operazioni di polizia nei parchi pubblici e nei luoghi abbandonati in queste ultime settimane.

Si continua a perseguire un idea di sicurezza e contrasto alla microcriminalità che genera invece proprio l’effetto contrario. E la situazione di Casa Gallo è emblematica da questo punto di vista.

Non solo per lo sfratto, ma anche perché è un luogo di riscatto sociale dove sono già più di una quindicina le persone che hanno trovato lavoro o risolto alcuni problemi in questi mesi. Nessuna di queste persone avrebbe potuto lavorare senza una dimora degna.

Siamo in attesa di un secondo incontro con il Comune dopo alcune proposte che abbiamo avanzato in quella sede. La prima di individuare palazzine o hotel in disuso per spostare in continuità il progetto della Casa senza interruzione alcuna (abbiamo indicato alcuni suggerimenti rispetto alla strutture ed altri ne faremo in questi giorni), secondo  restituire immediatamente gli spazi di via De Wrthema per le attività di mutualismo e supporto solidale già attivate o bloccate per mancanza di spazi e luoghi idonei dove svilupparle.

Stiamo proseguendo poi con le attività del progetto Madi_Marecchia e i laboratori “le cose che servono”. Anche oggi (foto) con il laboratorio per preparare le pesche sciroppate. Stiamo, da mesi, cercando di gestire una situazione di forte disagio che si è creata nel quartiere per la presenza di insediamenti abitativi molto marginalizzati e che creano forte disagio. Si tratta di persone scomode con le quali relazionarsi ma noi crediamo che non siano i soli responsabili della loro situazione ma il preciso prodotto del sistema neoliberista e delle politiche sociali europee. Abbiamo fatto azioni di mediazione e intervento sociale per mettere a verifica i passaggi e fare piccole alleanze.

Non è facile però, perché le mancate politiche sociali sul tema del disagio abitativo e di tutte le problematiche conseguenti che sono correlate, la continua produzione da parte del sistema neoliberista di vite di scarto non fanno che rendere ancora più complessa la risposta giusta da dare.

Una risposta che  tenga conto, non della paura/paranoia individuale ma dei diritti di tutte le persone coinvolte e delle cose necessarie da fare affinché si risolvano i disagi e le problematiche che generano tensioni, odio sociale, ingiustizia, marginalità.

Per questo ci risulta particolarmente grave l’ispezione di oggi, perché si inserisce in una fase di grigiore e di spinta sicuritaria che non ha alcun obiettivo se non costruire stigma sociale sui poveri e gli ultimissimi e soprattutto verso chi si organizza e non è più passivo e agisce una solidarietà attiva non caritatevole ma militante. Questo fa paura qui a Rimini, come a Salonicco con le esperienze degli squot per l’accoglienza degna dei rifugiati bloccati in Grecia o nei relocation camp, così come a Como dove la cittadinanza solidale si autorganizza per aiutare i rifugiati bloccati alla frontiera con la Svizzera, così come ovunque si risponda dal basso ai bisogni materiali nati dalla crisi economica e dalle politiche di rigore e austerità.

A Casa Gallo non si nasconde nessun criminale, terrorista o mostro pubblico. A Casa Gallo attualmente ci sono 36 persone se non avessero uno spazio di vita e una dimora degna in cui ripartire dove sarebbero ora? E soprattutto come potrebbero sopravvivere? Chi ha trovato lavoro come portiere notturno per esempio come farebbe a presentarsi curato e distinto in hotel? Come farebbe una cameriera ai piani a riposare il necessario per recuperare le forze per il turno seguente senza un letto in cui coricarsi?

Noi produciamo sicurezza e lottiamo contro un sistema che produce disuguaglianze sociali sempre più feroci, insicurezza e violenza nella misura in cui è disposto a sacrificare la vita di alcune persone in nome e per conto unicamente del profitto di pichi. E siamo tutti e tutte coinvolte in questo. Ed è per questo che non ci fermeremo mai ed è per questo che non abbiamo paura. Ne della polizia, ne delle persone scomode, ne degli spacciatori.

#unacasapertutti #mutualismodiffuso #perlautonomia

Lunga vita ai luoghi degni e alle pratiche di mutualismo!

Dalla gente per la gente!

Casa Andrea Gallo (Don) #perlautonomia​

 

 

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