Prendiamo parola dopo l’appello della Caritas sulle persone in emergenza abitativa…. Non emergenza freddo o semplici senza fissa dimora. Situazione che conosciamo molto bene e che denunciamo da tempo. Da oltre tre anni, infatti, ci stiamo occupando di questo attraverso servizi come lo “Sportello Casa” curato da ADL Cobas Emilia Romagna o il ciclo di lotte per il diritto all’abitare che hanno portato alla riappropriazione di strutture dismesse e alla nascita di avamposti territoriali contro la crisi come Villa Florentina ed Eva e il Villino Ricci, dai quali sono scaturiti percorsi e servizi mutualistici innovativi, come il Guardaroba Solidale.
Da 10 mesi, inoltre, cerchiamo di dare risposte e soluzioni concrete al diritto all’abitare attraverso l’esperienza di Casa Andrea Gallo (don) #perlautonomia, struttura che è tutt’ora la casa di oltre 40 persone, homeless stanziali a Rimini, sotto minaccia di sgombero forzato dall’attuale vicesindaco e Assessore alle Politiche Sociali e abitative Gloria Lisi, dall’attuale Sindaco Andrea Gnassi.
Citiamo i nomi perché dalle proprie responsabilità politiche non si può fuggire, soprattutto quando la mancanza di soluzioni politiche efficaci e l’anteporre i regolamenti, le norme e le regole anche di fronte a drammi di natura sociale, ha questo tipo di ricadute: 2500 persone senza fissa dimora nel nostro territorio, 230 quelli stanziali; 15.000 strutture sfitte nel territorio comunale lasciate in mano alla rendita e alla speculazione edilizia; centinaia di richiedenti protezione internazionale – molti dei quali giovanissimi per età anagrafica – messi alla porta dai progetti di accoglienza che andranno drammaticamente ad aumentare il numero di chi vive per strada, nei parchi, negli androni dei palazzi, in spiaggia nella nostra città. E noi saremmo gli/le inadempienti nei confronti del Comune, inadempienti nei confronti di rigidi burocrati e tecnici pronti a salvaguardarsi da chissà quali minacce. Sicuramente non siamo inadempienti nei confronti delle persone che abbiamo aiutato, non siamo stati complici della guerra agli umani.
La sperimentazione prodotta a Casa Gallo in questi mesi non è sicuramente un modello perfetto ed impeccabile. E’ tuttavia un nuovo modo di pensare e agire l’accoglienza, fuori dagli schemi dell’assistenzialismo per oltrepassare il concetto di dormitorio, che lavora per una riattivazione delle persone, considerando che chi vive in strada oggi è nella maggior parte dei casi vittima dell’attuale sistema neoliberista. Oltre 80 persone hanno trovato una casa (e per alcune di queste la sicurezza di un tetto sopra la testa ha portato a trovare un lavoro) e oltre 150 hanno potuto usufruire dei servizi offerti: colazione, merenda, Sportello di Ascolto, Sportello Salute, servizio docce, servizio ricarica cellulari. La struttura e semi-autogestita dagli/dalle abitanti.
Tra queste persone tante sono quelle indirizzate ed arrivate a Casa Andrea Gallo dagli altri servizi, cooperative e realtà del territorio che lavorano nel settore: dalla Papa Giovanni XXIII alla Caritas, da Casa Betania alla Coop. CentoFiori, (Carabinieri compresi). Di fronte al forte attacco che l’esperienza di Casa Andrea Gallo (don) #perlautonomia sta vivendo in questi giorni, con minacce di sgombero ed intimidazioni (esclusione delle due associazioni dai Piani di zona) ci saremmo aspettati che qualcuna di queste associazioni e realtà si esprimesse su quanto sta succedendo a Casa Gallo, che desse sostegno al lavoro che stiamo portando avanti, che esprimesse solidarietà, che si mettesse al nostro fianco per difendere quella stessa struttura dove si continuano ad indirizzare persone in difficoltà alle quali nessuno riesce a dare risposte.
Invece raccogliamo un silenzio un pò ipocrita e un po’ complice con la gestione del welfare locale sempre più forte e autoritario con i deboli e con chi sperimenta anche attraverso elementi di rottura e discontinuità con lo standard attuale dei servizi che a nostro avviso non è sufficiente a rispondere a questi nuovi bisogni. Sono per es. già tre le nuove donne accolte all’interno della Casa Gallo da inizio ottobre.
Gli “spot” o le giornate dedicate sporadicamente al tema degli homeless e delle nuove povertà non servono a nulla se non sono parte di percorsi che si interrogano su quali risposte dare a bisogni e necessità nuove, su quali obiettivi siano stati raggiunti con i progetti in essere, e soprattutto se non iniziano a misurarsi con queste persone non come sagome di passaggio bisognose di carità ma nuovi cittadini e nuove cittadine con cui costruire la città, la Rimini del domani.
Casa Andrea Gallo (don) #perlautonomia