Anche a Rimini lo sciopero c’è e si manifesta attraverso un tour/inchiesta nei luoghi grigi della città
Attraverso un tour/inchiesta in bicicletta partito dalla Prefettura anche a Rimini si è svolta un’iniziativa durante la giornata di sciopero indetta dai sindacati di base e dalle realtà autorganizzate e mutualistiche.
Prima tappa all’Associazione italiana Albergatori dove ricordando le due lavoratrici rumene, Florentina ed Eva, trovate morte negli alberghi dove lavorano si sono evidenziati gli aspetti qualificanti che caratterizzano il lavoro gravemente sfruttato nel turismo (abuso massiccio di voucher, lavoro nero, mancato giorno libero, nocività dei luoghi di lavoro, violenza) poi l’Inail sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e degli infortuni ma anche per segnalare molti disservizi e lamentele sugli uffici di questo istituto del Welfare. Non poteva mancare l’ACER dove sono state ricordate le precise mancanze nell’attuazione di reali politiche abitative che ponessero fine da un lato alle lungaggini delle graduatorie ERP attraverso il recupero e riutilizzo del patrimonio sfitto senza nuove colate di cemento o quartieri dormitorio e dall’altro all’emergenzialità e poca efficienza delle soluzioni poste in atto fino ad ora. Alcuni interventi hanno ricordato il ruolo di Mangianti da dieci anni sulla poltrona dell’Acer grazie agli accordi fra Rifondazione Comunista e il Pd. Infine la penultima tappa è stata davanti agli ingressi della Legacoop e della Confcooperative. Dove sono intervenuti tre lavoratori, un educatore dei servizi educativi per disabili nella scuola, una oss e un ex facchino che per due anni ha lottato in Artoni a Cesena contro le condizioni di Lavoro Gravemente Sfruttato imposto dalla società. Tutti gli interventi hanno ricordato la necessità di abolire la figura del socio lavoratore, strumento di disciplinamento sulla forza lavoro, di ricatto e iperprecarietà, così come il sistema della gara di appalto per cui ad ogni bando rischi di perdere il posto di lavoro o il demansionamento.
L’ultima tappa a Casa Madiba Network dove si è svolto il pranzo sociale a sostegno delle lotte degne nella Logistica a Pievesestina, lotte che hanno ottenuto un una vittoria importante. Sono infatti state archiviati tutti e tre i procedimenti penali scaturiti a seguito delle querele di Artoni e Centrale adriatica.
Per l’occasione è stata presentata durante l’azione performative una canzone “storia di un precario”. Di seguito il testo che ha accompagnato le 5 tappe del tour/inchiesta:
Rimini la capitale del forfait
Lo chiamano lavoro stagionale
Per 4 euro all’ora di schiavitù reale
È così, la crisi morde e mi fa male
Sono costretto ad accettare
Il posto come cameriere 12 ore tutti i giorni
Senza poter riposare ne fiatare
1000 euro al mese, mi dicono van bene
Dicon che è anche molto ed è tutto regolare
Ma il contratto ancora non ce l’ho
E la busta paga, forse un voucher lo vedrò
E così che siamo già in piena stagione
Io perdo sonno, perdo fame, mi viene da vomitare
Le mie braccia non si tirano più su
Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro
Hanno pronto il loro questionario
Anche se mi trattano con un approccio strano
Sembrano il mio datore di lavoro
Pare che nessuno mi creda
Pare che sia io il problema
Pare che loro non sappiano, non riconoscano
Sballottato, rimpallato, da un ufficio all’altro
Mi ritrovo tristemente abbandonato
Come non bastasse il mio rapporto di lavoro
Si interrompe, non mi possono aspettare
È così, che siamo in piena stagione
Senza stipendio ed un affitto da pagare
Soffocato dalla pressa del mercato immobiliare
Non mi rimane che l’edilizia popolare
Liste d’attesa, graduatorie da sfoltire
Anziché riqualificare, anziché investire, collocare
Dicono che ci sono i conti da far quadrare
Che non è detto che mi possano aiutare
Anziché riqualificare, anziché investire, collocare
Tirano giù i criteri per poter entrare
Mentre van su le tariffe minime da pagare
È così, un nuovo annuncio di lavoro
Sono un educatore socio lavoratore di una cooperativa
Ma in realtà sono un dipendente in questo modo pagato meno
Senza tutele, sotto ricatto perché il mio contratto non ha clausola sociale
È così la mia condizione lavorativa ed esistenziale
È uguale a quella di un facchino
Siamo appesi al filo delle gare d’appalto
Sempre al ribasso dei diritti, continuità lavorativa, salute.