Mercoledì 23 Novembre ore 12.00 Via Fracassi (retro giardino Villino Ricci)
“Veramente quello che è successo questo mattina mi ha fatto male al cuore”. Con queste parole uno degli abitanti del Villino Ricci, ha commentato il sequestro e sgombero del Villino Ricci, appena rilasciato dopo essere stato trattenuto per 7 ore senza cellulare e comunicazione con l’esterno in Questura.
Un anno dopo il 23 novembre 2016 ci vogliamo ritrovare attraverso una conferenza stampa partecipata sul retro del giardino del Villino Ricci in via Fracassi per denunciare pubblicamente non solo la persistenza dell’abbandono dell’immobile, ma anche per presentare un’inchiesta sui senza casa a Rimini derivante dal lavoro dello “Sportello di Ascolto” di Casa Andrea Gallo (Don) #perlautonomia. Prenderanno parola tutti i progetti che seguono o intersecano il problema abitativo che rimanda tanto quanto alle mancate politiche sociali sul tema e agli aumenti degli sfratti (vedi Piano Casa) sia a quello dell’accoglienza miserevole.
Il Villino Ricci è stata una sperimentazione importante dove in poco tempo molti abitanti avevano fatto veloci progressi verso il superamento della propria condizione di marginalità sociale.
La piena autonomia che vuol dire anche avere servizi igienici sempre a disposizione, la possibilità di poter cucinare, di avere spazi di intimità e totale relax, avevano contribuito ad accelerare il passaggio da una condizione di frustrazione e depressione ad una di attivazione. Il passaggio con il dormitorio per l’emergenza freddo, oggi Casa Gallo è stato in questo senso per molti di loro un passo indietro.
Vogliamo ricordare che il Villino Ricci è stato occupato il 23 maggio 2015 dopo lo sgombero di Casa Madiba e Villa Florentina ed Eva. Venti persone erano in strada senza risposte da parte del Comune. La città era militarizzata e la polizia voleva caricare. Solo grazie alla presenza e mediazione di persone come Fabio Pazzaglia ed Ennio Grassi riuscimmo a strappare un incontro con l’Assessore competente per trovare soluzioni condivise prima di qualsiasi operazione repressiva sulla nuova occupazione. Così non fu, ma la gente capì la genuinità dell’esperienza nonostante i continui attacchi. Non dimenticheremo mai la foto del pattume pubblicata sul Rimini Today, uno dei tanti (putroppo) livelli più bassi del giornalismo cittadino, tanto che partì spontaneo la tag #ildegradoacasamia.
Questo per dire che il Villino Ricci è stato e rimane un luogo di conflitto, li dove il conflitto costruisce contropotere e nuova istituzione. Il Villino Ricci è stato un avamposto territoriale contro la crisi dove sono state sperimentate nuove forme di ibridazione della lotta per il diritto alla casa e di abitare sociale e condiviso, oltreché di riflessione sulla necessità di un altro modello di sviluppo (tantissime le assemblea pubbliche molto partecipate). Certo la struttura aveva dei limiti e sicuramente sono necessari dei lavori per dare la massima dignità, ma ricordiamo che era già aperto un cantiere per la rigenerazione partecipata dello spazio, insieme ad urbanisti, geometri, attivisti, cantiere che si è interrotto a causa del sequestro. Uno degli obiettivi era rendere pubblico e fruibile il giardino esterno alla casa e il suo utilizzo per pranzi, cene sociali e feste.
Il Villino Ricci è stato anche un avamposto territoriale di pratiche di mutualismo, fra le quali i primi pranzi sociali per persone senza casa e raccolte solidali, i primi sportelli di ascolto, la sperimentazione e nascita del Guardaroba Solidale Madiba, ora più che mai un servizio importante di attivazione per la cittadinanza e per tutti i poveri della città.
Il Guardaroba non poteva non nascere e svilupparsi al Villino Ricci, perché è stata la vostra generosità, il vostro calore, la vostra voglia di fare qualcosa che ci ha posto di fronte al fatto che quella solidarietà andava organizzata in qualcosa di più che donare generi di prima necessità o vestiario dismesso. Una solidarietà che già immaginava come produrre nuovi diritti e come combattere l’ingiustizia sociale. Se oggi il Guardaroba così come tutto il lavoro sociale svolto intorno all’esperienza di Casa Gallo e allo Sportello per il diritto all’abitare di ADL Cobas, sono esperienze fra loro strettamente legate, senza le quali nessuna sarebbe stata possibile, lo si deve all’esperienza del Villino Ricci e della coalizione che intorno ad esso si era sviluppata.
Per questo il 23 novembre 2016 coglieremo l’occasione per prendere parola, per fare il punto e rilanciare, perché l’accoglienza miserevole, quella delle infiltrazioni della malavita, quella che volte le spalle mentre si sta creando un esercito di nuovi homeless, quella che sfrutta gli operatori e va alla gare a ribasso è anche qui ed è ora di cambiarla. Perché oggi a Rimini a difendere gli sfratti ci sono i rifugiati che provano insieme ai senza casa italiani ad autorganizzarsi, a darsi un minimo di dignità per non soccombere a questo grigio e pesante presente. A praticare la solidarietà e l’unità lì dove ci vogliono divisi o peggio in guerra con chi sta più in basso.
Perché le persone indipendentemente dalla residenza sono persone e non sagome di passaggio.
Vi aspettiamo!
#UnaCasaPerTutti #perlautonomia # VillinoRicciUnaStoriaCheContinua