Questa mattina sotto i portici del Comune si è svolta una conferenza stampa partecipata degli/delle abitanti di Casa Gallo e dei tanti solidali che in questi mesi hanno sostenuto il progetto, caratterizzata da un’azione performativa che ha ricreato i tanti giacigli di fortuna dei senza casa, diffusi in varie zone della città, in particolare nel Parco Marecchia. All’ennesima richiesta di essere ricevuti e di aprire subito un tavolo di trattativa sul tema del diritto all’abitare e dei tanti homeless presenti in città, il Sindaco (ma ci sarà anche sicuramente lo zampino del maxi dirigente Mazzotti) risponde blindando il Comune. Vergogna! Il Comune invece che offrire uno spazio di dialogo cerca lo scontro ed è sempre più incline all’autoritarismo e all’abbandono istituzionale. Qui contributo e commento audio da Radio Onda d’urto
La crisi economica, il sistema capitalistico e le guerre sparse per il pianeta hanno fatto scaturire il caos e stanno comportando l’agonia per molta gente. Il flusso dei migranti in fuga e i numeri degli arrivi ci mettono di fronte ad un fenomeno strutturale e stabilmente presente in tutto il mondo, mentre i Governi dei paesi europei, in primis l’Italia, continuano con politiche di emergenza e razzismo istituzionale senza garantire un sistema efficace e permanente di accoglienza degna e strutturata come invece andrebbe fatto. Coloro che scappano dai loro paesi di origine a causa della guerra o in cerca di un futuro migliore si stanziano negli Stati Europei con l’esigenza di sopravvivere. Ma questi Stati alzano muri e barriere e concedono poco e niente, creando allarmismi e soffiando sulle paura sociale provocata dai recenti attentati di stampo fondamentalista che viene agita come leva per riattualizzare politiche di controllo e comando sul corpo migrante.
E i Governi europei anziché attuare politiche in grado di ripensare il sistema di accoglienza per renderla più efficace rispetto ad un fenomeno strutturale e non emergenziale erigono muri e fili spinati ricircondano le frontiere respingenti degli Stati/Nazione.
La crisi ha disperso e messo in difficoltà migliaia di lavoratori e lavoratrici, di cui molti oggi sono disoccupati. Lo Stato non sostiene queste persone, e ce lo hanno dimostrato le leggi che sono state approvate non ultimo il Jobs act, ma anche i molti suicidi per questioni legate al lavoro o l’aumento esponenziale dell’uso dei voucher, dei licenziamenti e quindi della povertà.
Non è accettabile che 17 milioni e mezzo di persone in Italia siano a rischio povertà ed esclusione sociale. Non è accettabile che 62 uomini siedano su metà del patrimonio mondiale mentre quattro dei primi dieci paradisi fiscali sono dentro i confini dell’Unione europea. Non è accettabile che 230 persone vivano stabilmente in strada a Rimini, non è accettabile che ci siano 4 sfratti al giorno e l’unica soluzione siano tre mesi di Residence quando va bene. In questo modo molte famiglie non possono garantire una vita degna ai propri figli, vittime degli affitti, delle spese per le utenze, di tasse gravose e salari da fame. Addirittura coloro che hanno un lavoro, i “previlegiati”, non riescono ad arrivare a fine mese. Anche a Casa Gallo ci sono questi lavoratori e lavoratrici perlopiù stagionali, i cosiddetti working poor’s.
Assistiamo quotidianamente alla creazione di nuovi sfrattati e nuovi disoccupati, che spesso diventano i nuovi homeless, persone che senza colpa si ritrovano a vivere per strada, in una condizione in cui non c’è dignità. Basterebbe poco per cambiare questa situazione, attuando la riqualificazione dei tanti immobili sfitti della nostra città, creando realtà di accoglienza che funzionano grazie all’autosostentamento e sostenendo nuove politiche sociali con misure atte a ridurre la povertà come il reddito di base. E non stiamo parlando di cose impossibili.
Un esempio concreto è Casa Andra Gallo, la nostra casa, che è un esempio per il futuro, non un impedimento. L’aiuto fornito dagli enti caritatevoli non è sufficiente ed è limitato visto che non rimuove gli ostacoli e le cause di questa crescente povertà e disumanizzazione della società. Quale riscatto o trasformazione è possibile se le persone vengono ospitate soltanto durante l’orario notturno e durante il giorno sono costrette a stare fuori? Di solito poi si viene accolti per una settimana per ritrovarsi a dormire per strada un altro mese e questa non è una soluzione per risolvere il problema degli homeless, senza fissa dimora, gli/le invisibili.
Per questo riteniamo che l’emergenza freddo serva solo a continuare con politiche emergenziali che non risolvono i problemi e si limitano a gestire le problematiche senza agire sulle cause o almeno a dare risposte strutturali e permanenti finalizzate a produrre una trasformazione sociale positiva e di crescita di chi vive una vulnerabilità cosi grande come trovarsi senza una casa. Ribadiamo fermamente che Casa Andra Gallo non impedisce, come sostiene l’Assessore Lisi, all’attuazione di una nuova emergenza freddo, noi siamo contro l’emergenza freddo per politiche sociali e abitative che mettano prima le persone e non la residenza, i cavilli burocratici e la continuazione di interventi che gestiscono l’esistente senza incidere per nulla sulla povertà e sulle crescenti disuguaglianze.
Per queste ragioni chiediamo:
> al SINDACO ANDREA GNASSI un incontro che da mesi ci viene negato per risolvere la situazione di Casa Gallo dopo le vergognose diffide del Comune pervenute ai legali rappresentanti delle due associazioni (Rumori Sinistri e No Border titolari del progetto), affinché si trovi una soluzione idonea per garantire la continuità del progetto innovativo per l’accoglienza degna che è stato sperimentato in Via De Warthema e nel Network solidale di via Dario Campana, altre all’apertura immediata di un tavolo sul tema del diritto all’abitare e del recupero dello sfitto, affinché siano improntate nuove politiche sociali capaci di rispondere ai bisogni materiali generati dalla crisi e politiche di austerità che stanno strangolando centinaia di persone anche nella nostra città.
> Al PREFETTO Peg Strano Materia che sia immediatamente istituito un nucleo, con membri esterni alla Prefettura, che si occupi del monitoraggio dei C.A.S. Centri accoglienza Straordinaria, affinché vengano smascherate tutte quelle situazioni che speculano sui fondi a disposizione senza dare alcun servizio alle persone accolte (Vestiario, effetti per l’igiene personale, assistenza sanitaria, formazione, scuola d’italiano ecc…). Parallelamente chiediamo che vengano stabiliti degli standard minimi per l’accoglienza al di sotto dei quali vengono stralciate le convenzioni fra Prefettura ed Ente gestore. Negli standar minimi va inserito anche l’obbligo di mantenere in struttura di accoglienza tutte le persone diniegate fino all’ultimo grado dell’appello.
Basta indifferenza, basta razzismo istituzionale, per un mondo che contenga molti mondi.
Casa Andrea Gallo (Don) #perlautonomia
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