●● AVVISO AI/ALLE NAVIGANTI ●●
Sabato 14 Ottobre ore 20.00 @Casa Madiba Network
Cena Sociale #SanGaudenzoXCasaGallo
in occasione della mobilitazione nazionale della Rete dei Numeri Pari “Ad alta voce”
All’interno della Campagna #CasaGalloUnaSoluzione ●Tutti gli appuntamenti●, in occasione del Patrono di Rimini ,si svolgerà una cena sociale a sostegno di Casa Andrea Gallo Rimini #perlautonomia per una raccolta fondi finalizzata a sostenere il progetto e il percorso di rivendicazione pubblica affinchè si trovi una soluzione definitiva contro lo sfratto di questa nuova esperienza di welfare dal basso e di coabitazione fra homeless e persone con disagio socioeconomico.
La cena è promossa dai tanti volontari e dalle tante volontarie di ogni età che sostengono attivamente le attività quotidiane di Casa Gallo.
La cena sarà a base di sardoni piada e insalata, vino rosso e alla fine ciambella per tutti/e. Sono previste anche alternative per vegani e vegetariani. La sottoscrizione è di 10 €.
L’avviso ai/alle naviganti che per il momento si ritrovano in balia del mare è partito, riientrate in porto e prenotate, potete chiamare Roberto tel. 328 3793917 oppure Federico tel 348 2834257.
● Per approfondire sulla Campagna #CasaGalloUnaSoluzione e sul progetto di Casa Gallo:
http://bit.ly/2x2CruN
● L’iniziativa cade nella giornata di mobilitazione del 14 Ottobre Ad alta voce promossa dalla Rete dei Numeri Pari. Di seguito il perchè di questa mobilitazione e gli obiettivi che condividiamo e sosteniamo:
PAREGGIO DI BILANCIO vs GARANZIA DEI DIRITTI FONDAMENTALI. QUALI PRIORITA’?
Cinque anni fa, attraverso la modifica costituzionale dell’art.81 – imposta dalla governance europea e accettata supinamente da quasi tutto il parlamento – sono state “legalizzate” nel nostro paese le politiche di austerità. Le diverse culture che hanno dato vita alla Costituzione sono state schiacciate da una solo punto di vista, quello liberista.
A cinque anni di distanza, sempre più cittadini e realtà sociali si rendono conto che le politiche di austerità introdotte con il pareggio di bilancio non ci mettono nella condizione di rispettare l’impegno di garantire i diritti fondamentali. Prima l’economia e la finanza poi i diritti. L’intangibilità umana che rappresenta il fine ultimo della nostra Carta, subordinato alle priorità di banche e finanza. Un attacco al cuore della democrazia di cui oggi intuiamo gli esiti. Siamo entrati in regime di “universalismo selettivo” come ci ha detto il governo, comunicandoci che, a parità di diritti, lo Stato non può soddisfarli tutti.
In base a questi “principi” è stato tagliato il 90% il Fondo Nazionale Politiche Sociali e siamo gli unici a non aver introdotto una misura di sostegno al reddito come chiediamo da tempo attraverso la campagna per il “reddito di dignità”. Le politiche sociali, gli investimenti per il lavoro, la scuola pubblica, la sanità, la casa, la difesa del territorio, non sono prioritari e soprattutto ci viene raccontato che non ce li possiamo più permettere. La democrazia come variabile di costo!
I NUMERI DELLA DISUGUAGLIANZA
La distanza dei gruppi dirigenti e la loro completa sudditanza ad una visione dell’economia e del mondo già condannate dall’evidenza dei numeri, hanno determinato l’esplosione della crisi nel nostro paese. Una crisi che nasce proprio per l’aumento delle disuguaglianze.
Raddoppiano i numeri della povertà relativa (9 milioni di persone) e triplicano quelli della povertà assoluta (5 milioni). Triplica anche il numero dei miliardari – 342 nel nostro paese – a riprova del fatto che il problema non è l’assenza di ricchezza o di crescita bensì di redistribuzione della ricchezza, modelli industriali scelti, regimi fiscali e politiche sociali.
A causa dell’austerità e dei tagli alla scuola pubblica, oggi l’Italia è il peggiore paese per dispersione scolastica (17,6%), il peggiore per impoverimento della popolazione giovanile, quello che ha investito meno di tutti in istruzione e cultura, quello che ha il maggior numero di precari e con la peggiore distribuzione della ricchezza insieme alla Gran Bretagna. Tutto questo in appena otto anni.
A trarne ovviamente beneficio sono le mafie che hanno visto enormemente accresciuto il loro potere di penetrazione e ricattabilità all’interno di una società sempre più povera, fragile e impaurita.
RESPONSABILITA’ E ALTERNATIVE: MOBILITAZIONE DAL BASSO #ADALTAVOCE
Oggi invece di parlare delle responsabilità di una classe politica che dovrebbe scomparire per gli errori e gli orrori compiuti in questi ultimi anni, ci viene proposta come questione emergenziale e centrale per le nostre esistenza il tema dell’invasione dei migranti strizzando gli occhi ai peggiori istinti che stanno scatenando una guerra del povero contro il più povero. Sono riusciti a rendere invisibili errori giganteschi, a non pagare nulla per questo, rimanendo nei posti di comando, volendoci convincere persino che le nostre vite sono peggiorate a causa degli “stranieri”. Per questo non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo cedere a questa lettura della realtà.
C’erano delle alternative alle scelte politiche che ci sono state imposte? Ci sono ancora? Ci sono scelte diverse che possiamo fare per contrastare la crisi che stiamo vivendo e che sta peggiorando in maniera drammatica le nostre condizioni di vita e la qualità della nostra democrazia? C’erano strade alternative che potevano o possono essere prese? Dalla crisi siamo condannati ad uscire con meno diritti e più poveri oppure si può fare diversamente?
Certo che si può! Per farlo dobbiamo essere più consapevoli, condividere i saperi, abbandonare vecchie certezze e costruire azioni collettive che siano capaci di dare risposte già nell’immediato.
Dopo tanti anni di austerità e crisi, anche nel nostro paese – come già avvenuto in Portogallo, Grecia, Spagna – abbiamo compreso che solo grazie alla mobilitazione dal basso costruita dai cittadini e dalle realtà sociali impegnate contro la povertà e le mafie, per l’accoglienza, i diritti sociali, la casa, sarà possibile invertire la rotta e rimettere al centro l’impegno per la giustizia sociale.
Solo se alzeremo la voce tutte e tutti insieme in piazza sarà possibile rimettere al centro dell’agenda politica la possibilità di migliorare la condizione materiale ed esistenziale di chi sta peggio.
Il 14 ottobre è giunto il momento di tornare in piazza #ADALTAVOCE per dare forma e sostanza alla speranza.
Certo che si può!