Nella quotidianità della resistenza #NoBorder #WeTooGether #Antifa

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Oggi pomeriggio per l’ennesima volta Roberto Fiore sarà a Rimini, accolto e protetto dalle istituzioni locali nel centro cittadino. Da tempo, soprattutto in questo territorio, si tende a rimuovere il problema fascismo dalla quotidianità politica e sociale del nostro paese e della nostra città. Cosa dire della tolleranza alle pseudo raccolte solidali e razziste fuori dalla Conad o delle ronde su autobus e treni?

In realtà negli ultimi anni fatti di sangue di aggressioni di violenza distribuita su tutto il territorio nazionale con armi o meno nei confronti dei/delle migranti, rom e sinti, attivisti sociali e persone impegnate nel volontariato per l’accoglienza degna, hanno posto sul tavolo della politica italiana un ritorno importante e diffuso nonché violento del fascismo nel nostro paese. Macerata è un salto di qualità in questo senso.

Il problema della quotidianità antifascista non può e non deve essere allora un tema del passato, di rappresentanza simbolica della lotta di liberazione, ma un problema da reinterpretare dentro le contraddizioni della quotidianità politica attuale in cui il fascismo è tornato, è organizzato in gruppi, ma è in realtà, e questo dobbiamo dircelo, ancora più diffuso nella società, nel corpo sociale.

Una società incattivita dalla crisi e dalle politiche di austerità, in cui ritorna il nazionalismo, il sovranismo, e il suprematismo bianco (l’altra faccia del patriarcato, del dio, patria e famiglia) e dell’idea della donna come corpo da possedere, da difendere dagli altri. Una società incattivita e imbarbarita in cui si sdogana un linguaggio violento, razzista e sessista, in cui si avanzano e sostengono proposte come rimpatri forzati e di massa, leggi speciali oppure si legittimano gli attacchi alle Ong o a chi pratica una solidarietà senza frontiere che dice #PrimaLePersone.

Questa è  la cruda realtà, così come ritorna più forte una dinamica razzista sui luoghi di lavoro, nella Logistica per esempio, settore in cui si palesa sempre più l’esistenza di lavoratori di serie a e b anche in base alla provenienza geografica. Un intero settore, quello della Logistica, che vede ancora sacche molto ampie di illegalità, di sfruttamento selvaggio, di caporalato e di assenze di tutele che si appresta domani alla giornata di lotta Sciopero Generale, un vero e proprio sciopero Antifascista contro il razzismo e il lavoro ridotto a merce (http://bit.ly/2FlS9at).

Quello dell’antifascismo non può essere allora un tema che si può affrontare solo con il semplice ricordo della resistenza o nella difesa dei luoghi della memoria dicevamo ma nella quotidianità della resistenza e della risposta sociale e politica che va organizzata rispetto ai nuovi bisogni sociali e agli effetti di questo incattivimento della società, di questo razzismo sociale e diffuso, anche ponendosi il problema dello scontro con i fascisti, quando per scontro si intende il tema della loro agibilità nella nostra città, nelle nostre città. Queste organizzazioni non devono trovare un territorio fertile e comodo in cui insediarsi e radicarsi all’interno della società, della nostra città. Questo è il nodo, e dobbiamo porci il problema di come contrastarla questa agibilità nel nome di “tutti devono parlare”. Non di certo con la frammentazione o la ricerca dell’egemonia su questo tema.

In questo momento la forma storica del capitalismo in crisi si è separata dalla democrazia liberale, una tendenza continua che si manifesta in tutte le parti del mondo, come non pensare per esempio a quanto sta avvenendo nel nord della Siria e alla straordinaria resistenza di Afrin contro l’occupazione militare delle truppe fasciste del terrorista Erdogan? O alle politiche di Trump?

Più capitalismo, più finanziarizzazione, meno democrazia dicevamo. All’interno di questa rottura alcuni soggetti politici hanno e stanno accumulato forza in una proposta politica neofascista e apertamente razzista fondata sulla paura.  E questo non riguarda solo forza nuova e casa pound ma è molto più diffusa.

Il vero spartiacque allora non è chi difende meglio il fiore del partigiano o chi è più rappresentativo a farlo, ma chi è per una società aperta ed europea che accoglie dove prima dei profitti vengono le persone e che considera il migrante, il rifugiato persone da accogliere #welcomerefugees e una parte, purtroppo non minoritaria, che considera la guerra/repressione contro il migrante, il rifugiato, la costruzione del nemico in chi ha la pelle diversa dal bianco, un’enorme accumulazione politica e di propaganda fondata sulla paura.

Sono queste due visioni politiche della società e del futuro che si sono scontrate il 26 marzo 2016 davanti alla Conad in via Dario Campana, non due opposti estremismi come buona parte della sinistra e della stampa locale hanno voluto vedere. E allora ancora una volta nella nuova composizione politica dei movimenti, dalla profondissima innovazione del pensiero femminista #MeToo #WeTooGether che si avvicina anche nella nostra città all’appuntamento dello Sciopero Globale dell’8 marzo http://bit.ly/2EZRQ7p, dall’Antifa come movimento che contrasta l’agibilità dei fascisti e pone il tema della riattualizzazione di queste pratiche (http://bit.ly/2ohIeuX) e il movimento no border, si manifestano quegli elementi che devono essere alla base di qualsiasi progetto politico nato contro la crisi, le frontiere, l’austerità e il ritorno del fascismo.

Per questo oggi alle ore 17.30 saremo in Piazza Tre Martiri per il presidio indetto dalle realtà antifasciste del territorio. L’abbiamo detto il 5 maggio 2012 e lo ripetiamo anche oggi se non fosse chiaro. Per noi Piazza Tre Martiri non è solo un luogo fisico e della memoria, Piazza Tre Martiri è un modo di essere, di agire, di produrre resistenza nella città.

Non può essere accettabile quindi che si continui a dare piena legittimità a chi rivendica attentati terroristi come fatto da Ottaviani e Fiore con l’alibi che tutti devono parlare e avere diritto di parola mentre si vorrebbero recintare organizzazioni sindacali, partiti politici, associazioni, realtà antirazziste in una Piazza. Piazza Tre Martiri è ovunque.

No nazi in my town! Fuck austerity! Fuck Capitalism! No Border!

Diritto alla città per tutt*

Casa Madiba Network 

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