“Camminiamo con i piedi per terra, e con gli occhi rivolti al cielo.”
Don Gallo
Oggi siamo stati con alcuni abitanti di Casa Andrea Gallo Rimini #perlautonomia alla presentazione del rapporto sulle povertà redatto dalla Caritas Rimini, che festeggia anche i 40 anni dalla sua fondazione, rapporto al quale abbiamo contribuito, come gli scorsi anni, attraverso la relazione dell’ Associazione Rumori Sinistri onlus (qui https://bit.ly/2JpJvsY ). Abbiamo colto l’occasione per diffondere un volantino che riportiamo di seguito per parlare della scadenza del 30 aprile prossimo dopo l’accordo di dicembre raggiunto con il Comune e il respingimento delle domanda di residenza che ci hanno notificato ieri. Abbiamo incontrato anche il Vescovo, Francesco Lambiasi, e il vicario Don Maurizio, ai quali abbiamo consegnato copia del documento. Giovedì prossimo, 12 aprile, si terrà il tavolo politico in Comune.
#UnaCasaPerTutti #CasaGalloUnaSoluzione
Il volantino diffuso:
Casa Don Gallo uno sgombero in vista?
Abbiamo sempre sostenuto, attraverso la Campagna #UnaCasaPerTutti, come il diritto alla casa sia diritto alla vita, ma sia a livello locale che nazionale sono azzerate le politiche abitative. Per decenni la politica ha demandato “la questione casa” al mercato privato, ingrassando profitti e rendita di costruttori e palazzinari, cementificando selvaggiamente e facendo lievitare i costi per gli affitti o l’acquisto delle case.
E’ assolutamente il momento di una svolta radicale che dia gli strumenti per affrontare questa fase storico-politica e le nuove povertà; calmierare in maniera generale il costo degli affitti deve diventare una priorità come riprendere gli investimenti in edilizia residenziale pubblica, che non significa per forza nuove costruzioni ma riutilizzo dell’esistente, e trovare progettualità e modelli nuovi per affrontare il dramma che vivono le sempre più numerose persone senza casa e chi subisce sfratti.
Per questo l’accanimento del Comune di Rimini contro l’esperienza di Casa Don Andrea Gallo Rimini #perlautonomia è tanto miope e inspiegabile quanto particolarmente odioso.
Casa Don Gallo infatti non è solo un’esperienza che, praticamente a costo zero per l’Amministrazione comunale e la cittadinanza tutta, in soli due anni ha dato la possibilità a più di 80 persone fra uomini e donne in grave emergenza abitativa di avere un tetto, ha permesso il servizio docce anche per altre persone che vivono in strada, ha attivato uno Sportello Salute con un medico e un’infermiera volontari (con più di cento accessi) e uno Sportello per l’autonomia per favorire gli inserimenti lavorativi in un territorio dove il lavoro – soprattutto nel turismo – è caratterizzato dal Grave Sfruttamento Lavorativo e da un’endemicità di evasione fiscale, contributiva e di illegalità diffusa; Casa Gallo rappresenta allora una possibile soluzione e un esempio concreto del che fare.
Casa Gallo ha avviato una modalità di intervento per e con le persone senza casa che rifiuta il modello assistenziale ed emergenziale classico caritatevole, per affermare la necessità e possibilità di coabitazione autogestita che miri a ritrovare gli strumenti per una vera autonomia e l’uscita da una condizione di indigenza che altrimenti resterebbero senza soluzione nel vuoto istituzionale.
Invece di ostacolarla andrebbe sostenuta e replicata, riutilizzando parte di quel patrimonio immobiliare sfitto e inutilizzato come è per esempio il luogo e l’area dove è nata Casa Don Gallo.
Il 30 Aprile prossimo scadrà il nuovo accordo raggiunto con il Comune di Rimini ma oltre alla volontà espressa di riconoscere questa esperienza non c’è nessuna soluzione all’orizzonte.
Proprio ieri poi ci è stato notificato il respingimento della richiesta di residenza anagrafica presso gli spazi di via De Varthema con ridicole motivazioni a fronte di mesi di trattative e dell’accordo raggiunto sul rilascio delle residenze per tutti gli/le abitanti.
Degli/delle 44 attuali abitanti più di trenta risiedono all’interno di quegli spazi da più di un anno, quella è la loro dimora abituale e ancora una volta viene negato loro un Diritto come quella alla residenza come invece è previsto dalle norme vigenti. I burocrati ci chiedono di presentare un ricorso entro dieci giorni, altro tempo sprecato dietro le scartoffie e i postilli anziché in strada o a Casa Gallo a fianco di chi non ha diritti ed è costretto ai margini. Non sono loro le vittime, siamo noi, tutti e tutte noi (avrebbe detto Don Gallo (Don Andrea Gallo)), perché non ci rendiamo conto dell’indifferenza.
Apprendiamo così, con un atto buroratrico, che la volontà di trovare una soluzione transitoria per #CasaGallo, in attesa di una soluzione stabile e permanente per questa esperienza espressa dall’Assessore alle politiche sociali, è carta straccia.
Ci sentiamo presi e prese in giro.
Dove dovrebbero andare queste persone il 30 aprile? Dissolversi come per magia? I 16 abitanti che hanno iniziato uno stage o un lavoro povero e stagionale li buttiamo tutti in strada? Le persone invalide, con psicopatologie, gravi problemi di salute idem? Poi ci lamentiamo se la gente si lava alle fontane.
Continuiamo a chiedere con forza una soluzione temporanea e transitoria che possa permettere la continuità del progetto di #CasaDonGallo #perlautonomia, per non disperdere e reprimere questa esperienza e l’impegno di tanti attivist@ e cittadin@ nell’interesse di tutta la città.
#UnaCasaPerTutti #CasaGalloUnaSoluzione