Si è tenuta oggi, Giovedì 18 ottobre 2018, presso il Tribunale di Rimini, una nuova udienza per i fatti legati allo Sciopero studentesco del 10 Ottobre 2014. Ma visto che i fatti non sono recenti facciamo un passo indietro.
Studenti e studentesse in tutta Italia si trovavano di fronte all’ennesima Riforma del sistema formativo, firmata Renzi-Giannini, strutturata a partire da tagli ingenti ai finanziamenti per la scuola pubblica, dall’infiltrazione di aziende e privati all’interno di questa, andando a preparare il terreno per l’avviamento del progetto di Alternanza Scuola-Lavoro; dal rafforzamento dell’autorità dei Presidi. Numerose furono le giornate di mobilitazione del mondo studentesco che vennero organizzate nelle varie città. Anche a Rimini, il Collettivo Studentesco ebbe la capacità di promuovere per la giornata di sciopero del 10 Ottobre un momento pubblico e ricompositivo di protesta, organizzando la partecipazione di chi subisce sulla propria pelle le decisioni prese da palazzi di potere lontani e poco rappresentativi e continuamente calate su chi invece le strutture scolastiche le anima e attraversa per gran parte della sua giornata ma anche dei lavoratori e delle lavoratrici della Mare SPA organizzate con ADL COBAS, che dopo aver promosso il presidio sotto la sede della Direzione Territoriale del Lavoro, si unirono allo sciopero studentesco.
Il 10 ottobre 2014 è stata una giornata di azioni e discorsi amplificati per la città, di più di 250 studenti schierati con una visione di futuro alternativa e contraria alla spersonalizzazione e aziendalizzazione della scuola pubblica. Ma anche una giornata di provocazioni e chiusure da parte della Questura locale, con una gestione dell’ordine pubblico tutta volta a creare tensioni e scontro. Un ingente e ingiustificato dispiegamento di forze dell’ordine aveva militarizzato l’intera città e lo stesso corteo, con lo scopo di criminalizzare studenti e studentesse che avevano deciso di non rimanere indifferenti rispetto a quanto si stava decidendo sul loro futuro, infantilizzando loro, facendoli passare come una folla irrazionale, suggestionabile, potenzialmente violenta. Provocazioni continuate anche quando il corteo, arrivato in piazza Tre Martiri, ha espresso la volontà di proseguire ancora per alcuni metri lungo Corso d’Augusto al fine di raggiungere piazza Cavour, sede del Municipio, e richiedere un incontro al Sindaco Andrea Gnassi, che nelle settimane successive sarebbe diventato Presidente della Provincia e in quanto tale avrebbe avuto voce in capitolo anche riguardo alle istanze scolastiche portate dagli studenti. Fu in quel frangente che chi gestiva l’ordine pubblico in piazza fece di tutto per cercare di fermare quei corpi liberi, gioiosi e determinati, tentando di bloccare il corteo con un assioma implicito: solo un politico di professione può parlare con un politico di professione, non i diretti interessati .
Questo principio in quella giornata fu ribaltato da studenti e cittadini presenti che si conquistarono il pieno accesso e diritto alla città. Durante la trattativa vi fu anche un incontro con il Vice Sindaco e Assessore alla Sicurezza.
Per questa violazione, per non aver rispettato dei divieti assurdi (dimostrati dal fatto che in secondo tempo al corteo è stato permesso di arrivare lì dove aveva richiesto), per non avere rinunciato ad essere protagonisti nel tempo della delega e del menefreghismo, ci ritroviamo oggi a processo.
Per questa violazione, per non aver rispettato dei divieti assurdi (dimostrati dal fatto che in secondo tempo al corteo è stato permesso di arrivare lì dove aveva richiesto), per non avere rinunciato ad essere protagonisti nel tempo della delega e del menefreghismo, ci ritroviamo oggi a processo.