Ieri è iniziato il processo per i fatti della Conad, quelli in cui, quasi tre anni fa esatti, il supermercato di via Dario Campana – la stessa via e lo stesso quartiere dove da anni sono presenti uno spazio sociale e una casa per l’accoglienza degli e delle homeless – vedeva in pieno giorno davanti alla sua entrata la presenza aggressiva di Forza Nuova e adepti intenti in una raccolta alimentare marcatamente suprematista attraverso l’esibizione di cartelli che riportavano messaggi anticostituzionali e violenti e con le catene sotto i giubbotti.
Quel sabato mattina, fuori dalla Conad, nessun presidio di sicurezza era presente.
Che queste ultime parole aprano in tutti/e noi una riflessione profonda.
Ora torniamo ad oggi. Alla prima udienza di un processo in cui in maniera determinata ancora una volta agiremo la verità, durante il quale smaschereremo le ridicole accuse dei fascisti, le ricostruzioni della Procura e le testimonianze che ci accusano.
Testimonianze e opinione pubblica orientate da un attacco mediatico e politico non indifferente che si scatenò nei confronti di Casa Madiba subito dopo i fatti, riproponendo una lettura di quella giornata distopica e condannandoci da subito come aggressori.
Fosse accaduto oggi le reazioni sarebbero state molto diverse. E quelle reazioni per noi sono colpevoli così come i silenzi dei tanti e delle tante che predicano l’antifascismo ma lo isolano e lo screditano, accodandosi agli haters, quando questo si materializza in un tranquillo sabato di primavera ed ha il sapore di un tumulto antirazzista.
Non abbiamo portato noi la violenza in via Dario Campana, noi abbiamo portato la vita, la solidarietà, le pratiche di mutualismo, la gioia di vivere insieme, l’urbanistica partecipata, i legami tra le forme di oppressione e discriminazione e l’etica di affrontare i problemi.
Prima le persone! Questo abbiamo portato in via Dario Campana, spazi di vita che hanno ottenuto un riconoscimento ad ogni livello, proprio per le tante risposte ai bisogni sociali emergenti che abbiamo saputo dare.
138 persone accolte a Casa Don Gallo in tre anni, 285 quelle incontrate per informazioni, orientamento e attività di primo contatto. Nel 2018 abbiamo distribuito 2080 pacchi viveri a italiani e stranieri, persone con diritti e dignità.
Chi ha portato l’odio e la violenza misogina, omolesbotransfobica e razzista in via Dario Campana sono loro – e non è stata la prima volta – gli stessi che si celano dietro le grandi associazioni promotrici della tre giorni veronese di questo weekeend, gli stessi che parlano esplicitamente di “resistenza etnica”, modellando le proprie posizioni su quelle del suprematismo bianco americano, accomunando i propri slogan a quelli utilizzati dall’attentatore Brenton Tarrant in Nuova Zelanda. Senza dimenticarci dell’arresto di Ottaviani durante la manifestazione di solidarietà a Macerata con il terrorista Traini a pochi giorni dalla tentata strage.
Gli stessi nei confronti dei quali oggi sono scattati gli arresti domiciliari per l’aggressione a due giornalisti de L’Espresso dello scorso gennaio.
Sabato 30 Marzo due pullman organizzati da Non Una Di Meno Rimini partiranno dal piazzale di Casa madiba per contribuire alla costruzione di @Verona città transfemminista!
Ieri 6 compagn* sono stati prosciolti. Libertè come gridavano i rifugiati sulla Mar Jonio.
Oggi come ieri: ¡No pasarán! Saving Humans!