Ieri nel tardo pomeriggio ci siamo ritrovati in tanti e tante davanti alla Prefettura per una Critical Mass performativa.
Dall’esperienza di Rimini Calling e dalla TAZ dello scorso week end con l’occupazione temporanea dell’ex albergo Villa Manzi, abbiamo riportato nelle strade della Notte Rosa la creatività di questa esperienza. Grazie all’azione performativa del Collettivo PERF, un gruppo di lavoro (aperto) nato all’interno di Rimini Calling, per la creazione di azioni performative che intendono sottolineare la criticità tanto delle politiche territoriali quanto delle politiche di austerità imposte da questa Europa, quella dei confini e delle oligarchie politiche/finanziari che le determinano, abbiamo “bucato” la Notte Rosa.
Siamo contro Gnassi (e le sue politiche territoriali) perché siamo contro l’Austerity, perché siamo contro la Merkel, Renzi, Hollande, ovvero contro l’idea di un’Europa ostaggio della finanza globale che solo attraverso l’instaurazione di uno stato di PAURA permanente ci tiene in ostaggio e sotto ricatto. Proprio come sta avvenendo in Grecia in queste ore rispetto al Referendum.
Qualche anno fa, abbiamo scritto un documento di analisi sulla Notte Rosa, mega evento estivo per eccellenza, dove evidenziavamo gli aspetti critici di questa iniziativa in rapporto alla creazione di senso di comunità per allontanare la paura della recessione.
La crisi è infatti ristrutturazione dei profitti, e spostamenti di denaro. Nel caso del settore turistico, le cifre comunicate dalle categorie di settore attestato un incremento delle entrate nelle ultime stagioni con un costante numero di presenze e nuovi arrivi. Questo è chiaramente una contraddizione rispetto ai discorsi fatti ad alcuni lavoratori stagionali: «c’è la crisi ti taglio il salario oppure ti pago con i voucher». La crisi è globale e strutturale, ma le categorie imprenditoriali del turismo romagnolo stanno avendo risultati in controtendenza rispetto ad altri settori dell’economia, per cui la crisi è spesso utilizzata per accrescere il ricatto verso diversi lavoratori, abbassare le loro retribuzioni, cancellare ammortizzatori sociali come nel caso della disoccupazione stagionale (sostituita prima con la Mini Aspei ora con La Naspi la nuova assicurazione per l’impiego) produrre pertanto impoverimento diffuso che significa anche negare l’accesso ad avere una casa degna.
La mobilitazione straordinaria del popolo greco in vista del referendum del 5 luglio, ci parla proprio di questo, ovvero se decidere (votando SI al referendum) di continuare ad accettare i pacchetti di “salvataggio” dei memorandum della Troika che hanno salvato solo le banche tedesche ed europee, impoverito la gente e cancellato lo Stato Sociale, rendendo la disoccupazione un fenomeno di massa oppure dire NO/OXI ai diktat della Troika, ovvero attuare politiche per ristrutturare il debito, che riguarda la maggior parte dei paesi europei, chiudere definitivamente con le politiche di austerità, abrogare il fiscal compact e non meno importante attuare un piano europeo per il lavoro, per il reddito di cittadinanza e la salvaguardia dell’ambiente.
Abbiamo portato la nostra gioia per la costruzione del Bene Comune, contro la cupezza del controllo sociale e la violenza dello sfruttamento dell’Europa Fortezza e dell’Europa dell’Austerity e delle banche.
“Amici greci ed europei, al ricatto dell’ultimatum che ci chiede di accettare una severa e degradante austerità senza fine e senza prospettive di ripresa economica, vi chiedo di rispondere in maniera sovrana e orgogliosa, come la nostra storia ci chiede. Ad una austerità autoritaria e violenta, risponderemo con la democrazia, con calma e decisione.”
È ora che la paura passi dall’altra parte.
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