Mercoledì 12 Maggio alle 9.30 come Sportello Casa ADL Cobas saremo davanti al tribunale di Rimini insieme a Paola, che rischia insieme alla figlia, lo sfratto da un alloggio Acer.
Possiamo dire che finalmente la stampa locale (e il contesto politico cittadino schiacciato da uno sterile dibattito elettorale) inizia ad occuparsi della problematica abitativa con tutta la dimensione drammatica che la caratterizza.
Drammatica perchè le politiche abitative nel nostro paese sono ferme al palo da troppi decenni (650.000 le persone che in Italia aspettano da anni che gli venga assegnata una casa popolare mentre nel mercato di locazione privata gli sfratti aumentano del 57% in dieci anni, con 50.000 sfratti in più all’anno di cui l’89% per morosità incolpevole) e la sindemia che stiamo vivendo da oltre un anno non avrebbe fatto altro che aggravare la situazione.
Una situazione che riguarda centinaia di famiglie nel nostro territorio, molto spesso monogenitoriali, come quelle incontrate con lo Sportello casa di ADL Cobas Emilia Romagna in questi mesi, composte da donne con figli minori per le quali emerge una chiara insufficienza nei sostegni messi in campo.
Non abbiamo dati chiari su quante siano le persone che hanno fatto richiesta del bonus affitti e non sappiamo a quanti di questi sia arrivato; siamo certi però che i sostegni economici nazionali estremamente frammentati ed erogati con notevoli ritardi non abbiano confortato chi – con lavori precari, sottopagati, intermittenti e poveri – abbia dovuto scegliere se corrispondere la mensilità dell’affitto o garantirsi l’accesso ai pasti.
Un conto che la sindemia sta presentando anche in Emilia Romagna, che si è sempre fatta vanto di un welfare solido e un benessere diffuso ma nei fatti si è limitata allo stanziamento di soli 14,9 milioni di euro che non sono altro che l’anticipo di 10 di quei 12 milioni già stanziati per il fondo affitti prima della crisi sanitaria a cui si sommano 4,9 milioni messi dallo Stato.
La situazione degli sfratti si rende poi ancora più grave se si pensa alle centinaia di persone che nel nostro territorio hanno trovato un letto (e non una casa) all’interno di residence e alberghi. Tutte persone che a partire dal 15 maggio prossimo, con l’avvio della stagione estiva, andranno probabilmente ad ingrossare le fila di chi vive per strada.
Per questo prosegue anche lo stato d’agitazione di Casa Don Andrea Gallo Rimini #perlautonomia 2.0, progetto di coabitazione fra persone senza tetto, che unisce gli abitanti della casa e gli operatori, per chiedere più investimenti e interventi sul tema dell’abitare.
C’è infatti un problema oggettivo anche a Rimini e riguarda l’accesso al mercato di locazione privato: affitti troppo elevati per l’offerta di lavoro presente in questa città; garanzie richieste che non possono essere corrisposte sempre per via delle condizioni imposte dal mercato del lavoro; troppe case sfitte che aumentano i meccanismi di speculazione anche a causa del lavoro povero in particolare stagionale.
Servono allora finanziamenti seri ed efficaci (dai 3,6 ai 5 miliardi all’anno e non gli 8,5 miliardi previsti dal governo nel Recovery Plan a fronte di oltre 200 miliardi di investimenti prospettati), dal nazionale al locale.
Mercoledì 12 Maggio alle 9.30 come Sportello Casa ADL Cobas saremo davanti al tribunale di Rimini insieme a Paola, che rischia insieme alla figlia, lo sfratto da un alloggio Acer. Non per morosità ma per la burocrazia. Ricordiamo infatti che sebbene si sia ottenuto un rinvio a scaglioni nell’esecuzione degli sfratti, Acer non ha mai smesso di buttare le persone per strada, nemmeno durante questo periodo di pandemia così come ad essere bloccati sono solo gli sfratti per morosità incolpevole e non quelli per finita locazione.
Nessuno/a deve restare solo/a!
Casa, Reddito, Dignità per tutte/i!
*immagine di copertina: articolo del Corriere di Romagna del 06/05/2021