#GoodNews Al via un nuovo progetto abitativo! Alla fine del 2020 facendo seguito al percorso territoriale intrapreso con l’appello “Emergenza Covid19 e Persone senza dimora” e alle varie iniziative fra cui la Tavola rotonda: “Riflessioni condivise sulla condizione dei senza dimora ai tempi del Covid19” avevamo lanciato una scommessa importante sul fronte dell’abitare solidale e dell’individuazione di possibili soluzioni, per rompere quel muro che impedisce a sempre più persone, l’accesso alla prima casa e ad un alloggio dignitoso e salubre.
Un accesso che diventa ancora più difficile per le persone razzializzate, migranti o non conformi, che non possono offrire fideiussioni bancarie e che come tante vivono immersi in un mercato del lavoro che offre stipendi sottopagati e precari, e che sempre più spesso si sentono rispondere “non affittiamo alle persone nere”.
Con Casa don Andrea Gallo da tempo ci poniamo da un lato il tema del raggiungimento dell’autonomia per le persone accolte molte delle quali provengono da paese in cui sono in corso conflitti e violenze: è giusto ad esempio parlare di autonomia o è forse necessario pensare ad un concetto di autonomie? Viste le diverse capacità, competenze, storie, vissuti che ogni persona in condizione di homelessness possiede occorre forse discostarci dall’idea uniformante che l’autonomia abbia standard e forme uguali per tutte.
Dall’altra ci chiediamo anche: quale abitare è possibile? Quali percorsi possibili oltre/dopo Casa Don Gallo affinché l’accoglienza presso questo spazio di dignità non contribuisca ulteriormente ad alimentare il circolo vizioso dell’indigenza? Ci possiamo accontentare di sapere che per tante persone che provano ad andare in autonomia abitativa le uniche soluzioni che individuano sono stanze di residence o alberghi oppure posti letto in appartamenti sovraffollati senza contratto e senza la possibilità in nessuno dei due casi di poter ottenere la residenza ed essere pertanto esclusi dall’accesso ai servizi/diritti di base: medico, lavoro, documenti?
Oggi però vogliamo condividere una buona notizia, un progetto che ci permetterà di sperimentare nuovi percorsi e forme di autonomia, a partire dall’utilizzo di un appartamento con 6 posti letto, messo a disposizione da una cittadina solidale, nonché nostra attivista, che ci permetterà di proseguire così i percorsi individualizzati, iniziati all’interno della casa, cogliendo gli aspetti positivi della co-abitazione e del lavoro peer-to-peer.
Oggi festeggiamo questa nuova opportunità continuando a rivendicare la necessità di nuove politiche per la casa e l’abitare degno da parte dell’Amministrazione comunale e della Giunta regionale, a partire da una regolamentazione degli affitti brevi e turistici che incidono notevolmente sull’offerta e risposta abitativa, nonché nell’investire risorse a sostegno delle persone senza casa e in precarietà abitativa, dando vita a quel “famoso” Piano Casa tanto citato durante le campagne elettorali ma che è rimasto fra i tanti bla bla bla a cui ci hanno oramai abituato i politici.
Crediamo però anche nella potenza della solidarietà che si genera tra singolә cittadinә e cittadine, tra esseri umani.
Per questo ci appelliamo a tuttə coloro che sono proprietari di case sfitte di qualsiasi tipologia e che, come noi, sostengono il diritto all’abitare per tuttə, indipendentemente dalla provenienza geografica, dal colore della pelle e dalla condizione sociale. Soprattutto ora che con la guerra in Ucraina, sembra essersi sdoganato definitivamente anche nel nostro territorio, la discriminazione e il razzismo sistemico verso le persone dalla pelle nere, profughe di serie b. Esistono evidentemente guerre e violenze che non vengono riconosciute dall’Europa bianca, la quale di fatto opera una classificazione delle vite umane, la cui importanza varia a seconda soprattutto del colore della pelle. E questo si esprime anche nella discriminazione nell’accesso all’abitare degno.
Avere una casa è un requisito fondamentale al pieno sviluppo della persona e base necessaria perché possano essere garantiti tutti i diritti: istruzione, salute, lavoro. Mettere a disposizione una camera o un alloggio significa allora dare possibilità alle persone di essere parte integrante della società in cui vivono anziché relegarle ai margini.
Ringraziamo Mara, il figlio Giacomo e tutta la loro famiglia per questa grande opportunità. Con Loris nel cuore
UNA CASA PER TUTTƏ