Come anticipato nel presidio davanti al Consiglio comunale e durante l’incontro in Prefettura della scorsa settimana, questa mattina abbiamo presidiato in forma solidale, come Sportello casa ADL Cobas, l’abitazione di N., mamma di due bambini, con uno sfratto per morosità incolpevole dopo la perdita del lavoro durante la pandemia. Oggi si è trattato del terzo accesso da parte dell’ufficiale giudiziario, quello in cui si voleva portare a termine l’esecuzione, buttando in strada questa famiglia.
Dopo una trattativa di due ore siamo riuscitə a strappare un risultato molto importante e significativo: il rinvio dell’esecuzione dello sfratto al termine della stagione estiva, per consentire a N. di terminare l’impiego lavorativo stagionale ed affacciarsi al mercato immobiliare con qualche garanzia in più e in una stagione in cui le speculazioni dovrebbero essere minori.
Un risultato frutto del percorso pubblico che da mesi stiamo portando avanti nel territorio, ormai sempre più lacerato dalla turistificazione ed in cui le contraddizioni tra la città merce e quella reale si stanno facendo sempre più aspre ed evidenti.
Più che da assessori e da una giunta che si prende cura della città e delle sue criticità ci sembra di essere governati da un consiglio di amministrazione di una grande società imprenditoriale, che nasconde bisogni e problemi sociali dietro il marketing dei flussi turistici. Quello che è accaduto questa mattina ne è l’ennesima riprova: denunciamo un atteggiamento gravissimo da parte dell’amministrazione comunale e totalmente irresponsabile, dove non ci sono stati nessun tipo di mediazione e attivazione da parte dell’assessorato al sociale nella contrattazione, delegata totalmente alle forze dell’ordine.
Come unica risposta l’albergazione della famiglia presso la nuova struttura dell’Albergo sociale, aperta in fretta e furia dall’amministrazione a fronte dell’ondata di sfratti che caratterizzerà questo giugno, sorretti dalla speranza che in 3 mesi (o 6) famiglie e singoli ritrovino un’autonomia abitativa. Una soluzione di emergenza, finanziata con contributi pubblici cospicui, che prevede l’inserimento di nuclei famigliari in stanze di albergo senza la possibilità di prepararsi i pasti (invio alla mensa della Caritas), forte controllo e disciplinamento e impatti pesanti in termini psico-sociali come documentato da numerose ricerche sociologiche avviate su persone costrette a vivere in soluzioni alberghiere. Favorendo nei fatti una diminuzione delle autonomie della persona e un aumento del circolo vizioso dell’indigenza.
Siamo ancora in attesa di un riscontro da parte del Sindaco e dell’Assessore al sociale Gianfreda rispetto alla Piattaforma inviata la scorsa settimana: la richiesta da parte di questi ultimi di un blocco degli sfratti durante i mesi estivi come da consuetudine in città prima dello scoppio della pandemia ci sembra l’azione più responsabile da promuovere in questo momento, insieme ad una regolamentazione degli affitti brevi che stanno saturando il mercato di locazione privato.
Domani saremo impegnatə nella difesa di un nuovo sfratto, per evitare che una donna con una figlia con vulnerabilità si ritrovino per strada ma anche per non lasciare da sole queste persone davanti alla stigmatizzazione della povertà che ancora forte viene agita dai servizi e dalle istituzioni.
Facciamo passare la paura dall’altra parte: la povertà non è una colpa! Insieme possiamo tutto!