#Oltreladunata: Come fare vittimizzazione secondaria parlando dell’8marzo

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Comunicato gruppo autodifesa trasnfemminista – COMUNICATO STAMPA

Alla luce degli articoli usciti nei giorni passati che riportano la partecipazione dell’ANA alle iniziative del Comune di Rimini per l’8 marzo, ci teniamo a fare qualche precisazione.

Sulla stampa locale viene spesso rimarcato che è stata presentata una sola denuncia, già archiviata. Specifichiamo ancora una volta che le denunce depositate sono invece di più e non sono state tutte archiviate.

Oltre all’inesattezza della notizia data, vorremmo porre l’attenzione anche su un altro aspetto: la vittimizzazione secondaria. Infatti, in un articolo in cui si parla di iniziative contro la violenza di genere, voler ribadire la scarsità di denunce seguite alle molestie raccontate da centinaia di persone ai nostri profili social vuol dire continuare a dubitare delle parole e dell’esperienza di queste persone, vuol dire continuare a screditare tutte le persone che sono state molestate o violate e non si sono sentite di denunciare per mille motivi, in primis proprio quello che avviene leggendo questi articoli: non essere credute. Non è certo una bella prova di giornalismo.

Vorremmo infine chiudere con una riflessione rispetto alle parole del direttore della rivista L’Alpino, Massimo Cortesi, che pare abbia dichiarato che la partecipazione degli alpini alle iniziative del Comune di Rimini non avverrà col fine di chiedere scusa, quanto per cancellare l’equazione alpino uguale molestia e perché l’ANA vuole essere parte della soluzione e non del problema. Pensiamo che chiedere scusa invece equivarrebbe a riconoscere che durante la scorsa adunata si è creata una situazione di violenze e molestie diffuse problematica e mal gestita, e considerando che il mancato riconoscimento della violenza di genere è uno dei grossi problemi per cui è difficile sradicarla, questo sarebbe un ottimo primo passo per essere parte della soluzione. L’equazione alpino=molestatore è scorretta, come qualsiasi equazione generalista che intenda affibbiare una caratteristica a un intero gruppo di persone; l’uscita da questa equazione però sarebbe ancora più forte se ci si prendesse semplicemente la responsabilità di riconoscere che le molestie e le violenze sono avvenute e sono state attuate da uomini che prendevano parte a questo evento.

D’altra parte, l’ANA ha iniziato un lodevole percorso interno di contrasto alla violenza di genere proprio in seguito ai fatti di Rimini, in cui evidentemente sono state riscontrate delle problematiche, quindi perché continuare a sottolineare che non si vuole chiedere scusa?

AUTODIFESA TRANSFEMMINISTA

Non Una Di Meno Rimini // Casa Madiba Network // PRIDE OFF

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