All’interno del Percorso Partecipato Zero Homeless
Presentazione della ricerca: “Tra distanza fisica e vicinanza sociale: l’accoglienza in tempo di pandemia” di e con Carlotta Magnani, sociologa, Centro Norbert Elias, Ehess di Marsiglia e Matteo Fano in collegamento
Mercoledì 22 Marzo ore 18.30 @Casa Madiba Network Rimini
Nel 2019, uno censimento1 sulle file attive dei servizi bassa soglia della città di Marsiglia ha calcolato che circa quattordicimila persone hanno dormito per strada o in dormitori di emergenza almeno una volta nel corso dell’anno e hanno fatto ricorso a una struttura di assistenza. Questo dato è probabilmente una sottostima del numero delle persone che si sono trovate, anche solo in modo saltuario, senza casa, in quanto la costante saturazione e le frequenti interruzioni dei servizi non permettono una raccolta dati esaustiva. È tuttavia un ottimo indicatore del volume delle persone colpite da processi di precarizzazione estrema e delle difficoltà del tessuto associativo e istituzionale nel porvi rimedio.
È su questa configurazione che nel marzo 2020 si è innestato il primo lockdown nazionale francese, volto a contenere la pandemia di Covid-19, a cui hanno fatto seguito una serie di misure individuali e collettive in costante evoluzione. Attraverso una ricerca condotta tra agosto 2020 e febbraio 2021 nel quadro nel Programma CoMeSCov2, abbiamo chiesto a degli operatori che lavorano in prima linea con persone senza dimora, nonché alle persone che usufruiscono dei loro servizi, di parlarci delle loro esperienze in materia di misure sanitarie. Molti di loro ci hanno inoltre permesso di assistere o collaborare con loro nelle varie missioni di accoglienza. L’incontro di presentazione di questa ricerca, che si svolgerà Mercoledì 22 marzo a Casa Madiba Network all’interno del Percorso Partecipato Zero Homeless si concentra sulle esperienze dell’uso della mascherina da parte degli operatori all’interno degli spazi di incontro con il loro pubblico.
Durante tutto il periodo della ricerca, ogni gesto che si svolgeva nell’ambito dell’interazione operatore-utente era formalmente sottoposto all’imperativo del “distanziamento”. Tuttavia, nella percezione degli operatori, le esigenze della loro missione di accoglienza e cura possono entrare in tensione con quelle della protezione sanitaria e danno luogo a manipolazioni che cercano di combinare distanziamento fisico e vicinanza sociale.
I modi in cui le misure vengono adattate nella pratica quotidiana seguono logiche situazionali che tengono conto di molti fattori: le nozioni relative alla trasmissione del virus, l’appropriazione delle raccomandazioni sanitarie, le caratteristiche del pubblico e la disposizione degli spazi. L’uso delle mascherine, in particolare, è soggetto a un processo di costruzione di norme pratiche volte a coniugare, da una parte, la circolazione di sentimenti (accettazione, condivisione, speranza, gratitudine, ecc.), dall’altra, il valore tutelante delle norme sanitarie.
La pandemia ha quindi avuto un effetto rivelatore sull’assimilazione del lavoro sociale a un vero e proprio lavoro emozionale, governato da “regole dei sentimenti” che permettono di costruire una relazione, costruire progetti di cura, dare un senso alla propria azione.
1 Recensement Assab : chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/ https://projetassab.files.wordpress.com/2022/01/essentiel_recensement_assab_2019_diffusion_janv2022-5.pdf
2 (Confinement et mesures sanitaires visant à limiter la transmission du Covid-19) Programma portato dai laboratori universitari CNE (EHESS) e LPED (IRD), finaziato dalla Agence Nationale de la Recherche et dal programme Reacting.