BICICHECCATA 2023
Rimini Queer Pride
sabato 9 settembre
PROGRAMMA:
ore 17 CORTEO
Arco d’Augusto
ore 20 CENA VEGAN
Casa Madiba Network
ore 22 PARTY
Casa Madiba Network
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INFO PRATICHE:
CORTEO
Concentramento alle 17 all’Arco d’Augusto. Percorreremo le strade del centro storico di Rimini con la musica d TOOLBEATS e gli interventi con l’open mic, fino alla conclusione del corteo a Casa Madiba.
CENA VEGAN
Cena di autofinanziamento, socialità, decompressione e area relax nel piazzale retrostante Casa Madiba.
PARTY
¬ dalle 22 sala network:
INDEKORÓSA / tech house – techno
DARIA FARES / techno body music
¬ dalle 23 sala privé:
PROF. SBORROCKO / trash shik
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DOCUMENTO POLITICO:
Eccoci alla quarta edizione della BICICHECCATA
La Bicicheccata è il Queer Pride riminese promosso dalla collettiva queer intersezionale Pride Off in collaborazione con l’Autodifesa Transfemminista (Pride Off + Non Una di Meno Rimini + Casa Madiba Network) e Pinkabbestia Rimini!
Dal mese di giugno ci siamo riunitə in assemblea nei Queer Meetings, incontri aperti a tuttə e a cadenza settimanale durante i quali abbiamo analizzato il contesto nazionale e internazionale che ancora purtroppo opprime le soggettività queer, abbiamo parlato delle difficoltà materiali che incontriamo nelle nostre vite e delle discriminazioni cui andiamo incontro in questa città così come all’interno della stessa comunità LGBTQIAP+.
Abbiamo discusso alcune tematiche care al movimento transfemminista queer, evidenziando desideri e istanze di cui vorremmo si parlasse durante un Pride.Abbiamo quindi deciso di tornare a contaminare lo spazio del Rimini Summer Pride, un Pride commerciale e turistico, totalmente schiacciato nella logica della rappresentanza delle istituzioni, attraversandolo in maniera critica (e rendendo questa critica attraversabile da tuttə tramite il box aperto su instagram) con la SPEZZONA CRITICONA. Le tante risposte che abbiamo ricevuto hanno evidenziato tutti i limiti di un Pride concepito all’interno del cartellone di eventi per la promozione turistica della città, così come hanno evidenziato il desiderio di un Pride che sia una manifestazione politica e non un grande evento, un Pride che sia davvero rivoluzionario sia nelle pratiche della sua costruzione sia nei contenuti che in esso vengono promossi. Quello che nel nostro piccolo cerchiamo di fare con la Bicicheccata!
Desideriamo infatti dare voce a tutte le soggettività che compongono l’universo LGBTQIAP+, senza parlare al posto di altrə ma offrendo a ognunə gli strumenti per autodeterminarsi, fornendo uno spazio orizzontale di ascolto che rifiuti ogni gerarchia.
Desideriamo costruire spazi safer dove il prendersi cura dell’altrə sia una pratica quotidiana, in cui la sicurezza la creiamo noi stessə denunciando a gran voce ogni piccolo episodio di violenza o molestia, senza delegarla alla polizia, alla security privata, a volontarə estranei alla comunità o che, per il solo fatto di indossare una pettorina gialla, si sentono autorizzatə a reprimere e agire violenza contro chi la pensa diversamente.
Nel desiderio di superare la logica neoliberale e capitalista che inquina le nostre relazioni, promuoviamo modalità per stare insieme che si basano sull’autogestione e l’autofinanziamento poiché riteniamo importante che i nostri eventi siano accessibili economicamente, che siano cruelty free e che contribuiscano al sostentamento di spazi sociali vitali per Rimini come Casa Madiba Network, spazi che stanno subendo un duro attacco da parte di chi governa la città e che noi riteniamo siano invece un bene comune non solo da difendere ma da ampliare.
Vogliamo più spazi autogestiti! Vogliamo spazi culturali in cui riconoscerci, spazi avulsi da logiche commerciali in cui poterci incontrare, fare festa, promuovere incontri culturali, in cui diffondere le nostre pratiche e in cui immaginare nuovi e indispensabili servizi per la comunità LGBTQIAP+, in particolare per chi vive ai margini e viene costantemente invisibilizzatə e oppressə come nel caso dellə sex workers transgender e gender non conforming, delle persone migranti e razzializzate, delle persone queer e non solo che vivono momenti di fragilità psicologica ed economica.
Vogliamo tornare a sentirci comunità, vogliamo lottare insieme contro l’eterocispatriarcato e la cultura dello stupro, diffondendo la cultura del consenso in ogni ambito delle relazioni umane.
Chiediamo che la carriera alias si diffonda in tutte le scuole come pratica di cura nei confronti dellə ragazzə transgender e dellə loro insegnanti, affinché non ci siano più casi di suicidio di Stato come nel caso di Cloe Bianco, insegnante transgender che si è tolta la vita perché declassata dal suo ruolo educativo, vittima di transfobia a causa del suo coming out. Insieme alla comunità trans* chiediamo un superamento della legge 164/1982 e degli attuali protocolli per la riassegnazione del sesso e chiediamo una nuova legge per l’autodeterminazione di genere, sul modello della “Ley Trans” approvata in Spagna.
In questo momento di estrema difficoltà per molte famiglie cosiddette arcobaleno, con l’attuale Governo che preme per rendere la gestazione per altrə un reato universale e con le prefetture che bloccano o addirittura annullano la registrazione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali, crediamo che si possa e debba rispondere con più coraggio, rilanciare chiedendo un allargamento del concetto di famiglia ad altre tipologie di relazioni di cura, quelle che noi chiamiamo sfamiglie e che adesso persino il mainstream definisce “famiglie queer”, esotizzando le nostre relazioni senza però mai accennare a strumenti di welfare e di tutela.
Vogliamo strumenti giuridici, tutele e soprattutto risorse per sostenere il lavoro di cura reciproca che avviene nei rapporti d’affetto fra due o più adulti, a prescindere che scopino fra loro o no. Vogliamo adozioni per lə single – a prescindere da orientamento sessuale e identità di genere – e per le coppie dello stesso sesso. Vogliamo un riconoscimento che non sia soltanto simbolico del lavoro di cura necessario a occuparsi di un bambinə o di una persona non autosufficiente, e che questo lavoro di cura possa essere distribuito anche al di fuori della famiglia nucleare, ad esempio a eventuali amici, nonni, nonne, madrine e padrini, zii e zie anche non biologici che di fatto si assumono responsabilità di cura. Vogliamo invecchiare inventando nuove parentele: non vogliamo restare solə né essere spintə nel familismo forzato. Vogliamo rivoluzionare il diritto di famiglia arrivando, perché no, a includere anche gli animali non umani!
Per tutto questo e per molto altro, sabato 9 settembre attraverseremo in modalità ecologica le strade del centro storico di Rimini con biciclette, pattini, sedie a rotelle, skateboard, monopattini, cargobike, risciò e a piedi per ricordare a tuttə che la prima volta fu rivolta, che le strade sicure le fanno le frocie che le attraversano, che la rabbia di Cloe brucia ancora e che sarà rivoluzione trans in ogni scuola!
STAY QUEER, STAY OFF