Come equipe marginalità e unità mobile di prossimità dell’Ass. Rumori Sinistri, prendiamo parola a sostegno del nostro compagno di lavoro e attivismo sociale, Moriba, che martedì ha subito un trattamento ingiusto e inumano, rispetto al ruolo che riveste formalmente all’interno della nostra equipe e nel progetto di gestione di Casa Don Andrea Gallo Rimini, solo perché nero e impegnato nei movimenti di lotta per la casa.
Come già descritto nel comunicato dell’assemblea di CDG, quello che è avvenuto rappresenta per noi un abuso vero e proprio, che non ha giustificazione alcuna. A Casa Don Gallo è istituita una residenza anagrafica presso la quale sono iscritti anche vecchi abitanti della casa, che una volta usciti non hanno potuto trasferire la residenza altrove.
Da anni CDG svolge servizio di fermoposta e supporto e sostegno alla residenza, un diritto senza il quale, si è persone invisibili. Dal 2019 il Progetto è sostenuto dall’Amministrazione comunale e fa parte della rete dei servizi di accoglienza delle persone in condizione di homelessness, di cui ogni cittadin* di questa città dovrebbe andare fier* comprese le FF.OO, perchè qui ogni giorno si fa la città più sicura, con i diritti, con l’attivazione, con l’impegno, non lasciando sol* chi ha più bisogno.
Questo è il nostro lavoro, quello che facciamo tutti i giorni alla luce del sole.
Non accettiamo che si entri all’interno di questo spazio di pace e accoglienza degna, armati, perché qui vivono persone che sono state minacciate, hanno subito torture e violenze, da uomini in divisa e armati e ancora hanno traumi legati a questi vissuti.
Per questo dobbiamo proteggere queste vera e propria case della salute, del benessere comunitario e tutte le esperienze simili e fare tesoro di quello che l’esperienza di CDG ci racconta.
Un’esperienza che nasce da chi era al margine e una casa non l’aveva e dopo occupazioni e sgomberi è stat* capace di costruire un progetto che ha innovato la risposta abitativa per le persone in condizione di homelessness.
Il margine è stato dunque uno spazio di “attivazione” e di “resistenza”, non un “semplice luogo di privazione” ma lo spazio della nostra possibilità.
Continuiamo a coltivare questo spazio di possibilità e di margine incarnato nell’esperienza di CDG nella convinzione che a nessun livello “la mancanza materiale può impedirci di imparare a guardare il mondo con occhio critico, riconoscere il bello, e di usarlo per migliorare il nostro benessere interiore” e collettivo.
Con questa attitudine affrontiamo la nostra quotidianità, ringraziandovi per il supporto che ci mostrate!
ZERO HOMELESS