Pubblichiamo di seguito un contributo di Annalisa Valeri, psicologa e psicoterapeuta (Scuola Bleger), dopo la partecipata presentazione di ieri del libro sull’uso terapeutico del MDMA nella cura del trauma e dei disturbi mentali.
Ieri sera, presso Casa Madiba a Rimini, si è tenuto un incontro con David Carpenter, autore di “MDMA, una terapia di svolta”. Presenti erano i rappresentanti di AnimaMundi, Giuseppe Conoci e Valentina De Pasca, Leonardo Montecchi, psichiatra, psicoterapeuta, ed io, Annalisa Valeri.
La sede di Casa Madiba ci è sembrata la più adatta, per il suo impegno verso politiche inclusive e di cura del benessere, seguendo principi antirazzisti, transfemministi, solidali e di autogestione.
Carpenter ha raccontato il suo incontro con Nik, un poliziotto traumatizzato dall’eccidio di Port Arthur. Dopo anni di sofferenza e dipendenza, Nik ha partecipato a una terapia con MDMA, accompagnata dalla psicoterapia. Questa terapia permette di affrontare ricordi traumatici senza il carico emotivo che, nello stato ordinario, si presenta come un’angoscia insostenibile. Non si tratta solo di eliminare i sintomi del Disturbo Post Traumatico da stress, ma di compiere un’immersione più profonda nella propria vita, scoprendo parti sconosciute di sé e nuovi modi di guardare il mondo.
Gli psichedelici, sottolinea Montecchi, offrono prospettive diverse, liberando da schemi e comportamenti che imprigionano, aprono nuove possibilità e nuove visioni del mondo.
Conoci ha evidenziato che anche i sintomi fisici possono essere reinterpretati come “maestri” per il cambiamento. Queste esperienze mettono in discussione la realtà convenzionale, spesso vissuta come immodificabile.
L’MDMA ha un potenziale di trasformazione individuale e sociale. Nik vive in una società americana dove l’uso delle armi è comune e il comportamento corretto è, a livello sociale, seguire le regole del sistema. Ma, in stati di coscienza non ordinari, il significato della vita viene esplorato e ridefinito. Si può pensare a cosa dobbiamo scegliere ed accettare e cosa rifiutare per liberarci.
Si è discusso anche della differenza tra associazioni no-profit e profit.
L’uso capitalistico delle terapie psichedeliche rischia di distorcerne lo scopo. È cruciale monitorare questo sviluppo nel tempo.
Le possibilità offerte dalla terapia con psichedelici sono molteplici. Dobbiamo scegliere se liberare nuovi mondi o sottometterli al potere e al denaro.
Annalisa Valeri