Aprile&Maggio2024 – SENZA FILTRI RASSEGNA DI TEATRO E CINEMA POP & Percorso Partecipato ZERO HOMELESS con la preziosa collaborazione di Coop. Centofiori e Rumori Sinistri ODV
Venerdì 12 aprile ore 20.30
Presentano
“Slot Machine”
soliloquio dalla fossa
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari
con Alessandro Argnani
regia Marco Martinelli
produzione Albe / Ravenna Teatro in collaborazione con Teatro La Cucina/Olinda
Il gioco d’azzardo non molla. Slot, videolottery, gratta e vinci, scommesse sportive, lotto: si gioca con tutto e di tutto. E sembra una marcia inarrestabile: l’azzardo legale nel 2022 ha totalizzato 136 miliardi, quasi tre finanziarie del governo. E nel 2023 si sono superati gli 80 miliardi di solo online. 800 mila giocatori patologici, 1 milione e 500 mila giocatori problematici.. Che cosa succede quando il gioco perde la sua componente di spontaneità, di condivisione e di divertimento? Il Gioco d’Azzardo è un fenomeno sociale e culturale dagli impatti devastanti sul tessuto sociale, economico, relazionale, affettivo, di cui ancora tardiamo a comprendere la portata presente e futura e che continua a restare ancora troppo nell’ombra (pochissime le persone che sono in carico ai servizi sanitari). Un fenomeno che interessa poi soprattutto le persone in condizione di forti vulnerabilità e indigenza. Con lo sguardo e l’approccio della Riduzione dei Rischi, che caratterizza l’intervento dell Coop. Centofiori, co-promotrice della serata, e riprendendo il Percorso Partecipato ZERO HOMELESS proviamo ad utilizzare il linguaggio del teatro sociale per aprire una riflessione e fare informazione sul tema delle ludopatie e nuove addictions.
SLOT MACHINE
Slot Machine racconta la caduta vertiginosa di un giocatore, di un annegare nell’azzardo, dove ogni legame affettivo viene sacrificato sull’altare del niente. Amara è la sua fine e, nel suo malato sogno di potenza, delira da solo dal fondo di un fossato di campagna, colpito a morte dai suoi strozzini, allo stesso tempo vittima e carnefice di se’ stesso.
Il gioco è una sfinge. Come una sfinge, ci interroga sulla nostra natura. E se siamo noi a interrogarlo, a interrogarne il concetto, l’essenza, la presenza millenaria nella storia dell’umanità, come un oracolo antico ci fornisce risposte ambigue: il gioco può manifestarsi come la voragine dell’autodistruzione solitaria, oppure, al contrario, come il senso più alto e bello dello stare insieme, del miracolo della convivenza. Il gioco può rivelarsi strumento demonico o danza angelica, inferno o paradiso, perché va al fondo della nostra enigmatica natura umana.
Il bivio è lì, davanti ai nostri occhi incerti e titubanti di pellegrini, e non vi è nessuna guida sicura che possa suggerirci la strada: è la nostra sorte che è in gioco, e tocca a noi e solo a noi scommettere su quale via prendere. E la scommessa non la si fa una volta per tutte: è una sfida da rinnovare ogni giorno, ad ogni ora di ogni giorno il bivio si ripresenta, implacabile. Dobbiamo puntare, in fondo, sulla strada da percorrere, è il nostro destino, la nostra destinazione: e siamo incastrati, non ci è possibile non scegliere, non possiamo non stare al gioco, al gioco della vita e della morte, non possiamo eludere e scappare. Il prezzo, e le conseguenze della giocata, saremo solo noi a pagarli: quel che, forse, possiamo e dobbiamo scegliere, è da chi e da che cosa lasciarci afferrare.
A SEGUIRE DIBATTITO CON:
- Dott.ssa Chiara Pracucci // Psicologa e Psicoterapeuta
- Alessandro Argnani // Attore
- Giocatori Anonimi
- Cristian Tamagnini // Presidente Coop. Centofiori
Sottoscrizione all’ingresso a sostegno delle attività sociali di Casa Madiba di 5 euro