SABATO 18 NOVEMBRE
ORE 17:00
presso PREFETTURA DI RIMINI
Con circa 11mila morti, 3mila dispersi e 25mila feriti in poco più di un mese, l’attacco dell’esercito israeliano a Gaza si configura come un massacro di civili in diretta mondiale.
A questi numeri tragici va aggiunto che non viene consentito l’accesso alla Striscia ai rifornimenti di medicinali, carburante, cibo se non in maniera sporadica e del tutto inadeguata rispetto alle esigenze della popolazione. Non c’è elettricità e anche l’accesso ad internet viene spesso tagliato.
Più del 50% degli edifici sono stati danneggiati, incluse scuole, luoghi di culto ed uffici di ONG internazionali. Anche gli ospedali sono finiti nel mirino degli attacchi dell’esercito che non ha risparmiato neanche neonati e malati.
Gli abitanti di Gaza, due milioni di persone che vivevano prigioniere in un lembo di terra grande poco più del doppio dell’area metropolitana di Rimini già prima del 7 ottobre, sono stati ammassati a Sud della Striscia e ora si vedono minacciati di espulsione anche qua. L’esercito israeliano infatti ha comunicato loro di abbandonare le proprie case.
Non c’è alcun luogo sicuro a Gaza e si rischia di essere ammazzati in qualsiasi momento. La paura è che il vero obiettivo, più volte esplicitato da vari membri del governo Netanyahu, sia quello di spingere la popolazione fuori Gaza, verso il deserto del Sinai, per impedire loro definitivamente di poter far ritorno. Una nuova Nakhba come quella del 1948, quando 700mila palestinesi furono costretti ad abbandonare la propria terra.
Non c’è motivazione alcuna che possa giustificare tutto ciò. Non c’è giustizia che si possa costruire su questo massacro.
Se è sempre più chiaro che il governo Netanyahu si sta macchiando di crimini di guerra pur di non dimettersi, è altrettanto evidente che i governi europei e quello americano hanno prima avallato e poi sostenuto i massacri commessi dall’esercito israeliano.
Allo stesso tempo, in tutto il mondo sono in corso manifestazioni e azioni di protesta contro la violenza sionista. Da New York a Londra, da Cape Town a Jakarta, centinaia di migliaia di persone stanno invocando un cessate il fuoco immediato, l’apertura dei valichi di accesso alla Striscia per il passaggio di aiuti umanitari e la costruzione di un confronto politico sul futuro della Palestina.
Anche a Rimini siamo scesi in strada per far sentire la nostra vicinanza al popolo palestinese. Il 30 ottobre abbiamo attraversato la città in corteo per la prima volta. Il 4 e l’11 novembre ci siamo ritrovati in presidio davanti alla prefettura. La sentita partecipazione, ogni volta più estesa, è sintomo di come non si possa restare in silenzio davanti a questo conflitto. Coordinandosi come “Romagna per la Palestina”, diverse realtà del territorio hanno deciso di proseguire la protesta in un percorso di mobilitazione permanente per sostenere la richiesta internazionale di un immediato cessate il fuoco e per esigere che il governo italiano prenda immediatamente le distanze dalla carneficina in corso ad opera dell’esercito israeliano.
Per questo motivo, lanciamo un nuovo presidio davanti alla Prefettura di Rimini per sabato 18 alle ore 17 e un corteo cittadino per domenica 26 alle ore 15.
#ceasefire
#cessateilfuoco
#freepalestine
#palestinalibera
PROMUOVE:
Romagna per la Palestina