Contro i regimi di guerra, contro i nuovi fascismi. Per un 25 aprile di resistenza
Sono ormai passati 80 anni da quel 25 aprile del 1945, quando il Comitato di Liberazione Nazionale proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti.
Non abbiamo mai vissuto questa ricorrenza come un semplice ricordo celebrativo, men che meno crediamo sia possibile farlo oggi di fronte all’affermarsi di un regime di guerra globale e al ritorno di vecchi e nuovi fascismi.
I partigiani di allora si opponevano a dei regimi che avevano portato morte e distruzione su scala mondiale in nome del razzismo, del suprematismo e dell’imperialismo.
Parole, queste ultime, che non avrebbero dovuto avere più alcun posto nella Storia e che invece vediamo oggi tornare in voga nelle politiche trumpiane di deportazione di migranti e attivisti sociali, nell’Europa ipocrita dei confini, nel genocidio dei palestinesi per mano del criminale sionista Netanyahu, nei rigurgiti patriarcali dei vari Milei e Bolsonaro, nelle pulsioni autoritarie di Erdogan.
Nella sempre più agguerrita competizione globale, sembra che l’unica soluzione sia quella di armarsi e colpire per primi. La società tutta diventa un campo di battaglia in cui gli ultimi, i poveri, i marginalizzati si trasformano nel nemico; il discorso pubblico si militarizza, e qualsiasi voce di dissenso rispetto ai regimi di guerra va silenziata, stigmatizzata. Il genocidio a Gaza, in questo senso, è paradigmatico del mondo a venire.
Un mondo la cui violenza già sperimentiamo quotidianamente anche qui, sui corpi dei migranti rinchiusi nei centri d’espulsione o lasciati morire nel Mediterraneo, sui corpi delle donne e delle soggettività non binarie violati da istituzioni e logiche patriarcali, sui corpi degli homeless privati della loro umanità e stigmatizzati come problema sociale, sui corpi dei precari costretti a piegarsi al ricatto del lavoro senza diritti.
L’Unione Europea ha appena approvato il programma Readiness 2030, in base al quale anche il nostro paese dovrà tagliare risorse in welfare, educazione, salute e investire nella corsa agli armamenti. Le grandi aziende come Leonardo e Fincantieri intravedono lauti profitti, mentre il divario tra ricchi e poveri si fa sempre più ampio.
Oggi come allora, dunque, dobbiamo resistere, all’avanzata di nuovi fascismi e alla minaccia della guerra. Anche in questo caso, la Palestina ci insegna che resistere è una necessità se vogliamo costruire processi di liberazione. Una resistenza che già pratichiamo con i progetti di mutualismo, le lotte trans-femministe e anti-razziste, i percorsi di uscita dalla marginalità, gli scioperi e i blocchi sindacali. Pensiamo che sia importante elaborare un’analisi all’altezza delle sfide che abbiamo davanti, e ancor di più costruire nuove pratiche collettive.
Ci vediamo, dunque, Venerdì 25 aprile per una giornata di socialità e di resistenza.
PROGRAMMA
CORTEO
La mattina attraverseremo in CORTEO le strade della città.
Appuntamento alle ore 10:30 presso la stazione (Piazzale Cesare Battisti).
PRANZO SOCIALE
Dalle 13:00 invece ci spostiamo a Casa Madiba (via Dario Campana 59F) per il pranzo organizzato dal Progetto della Cucina e Pizzeria sociale il Varco e da Rimini con Gaza.Prenotazione obbligatoria (via WhatsApp) al 349 1751695 entro il 23 APRILE (seguirà MENU)
Adesioni (in aggiornamento):
Casa Madiba
Casa Don Andrea Gallo
Rimini con Gaza
Non una di Meno Rimini
Guardaroba Solidale Madiba
ADL Cobas
Mediterranea Rimini
Forlì Città Aperta
Per adesioni:
casamadiba@gmail.com
__
casamadiba.net