Nel pomeriggio di giovedì come Sportello casa abbiamo incontrato l’Assessore alle politiche sociali e abitative, Kristian Gianfreda. L’incontro, nato dalla necessità di evitare lo sfratto esecutivo, il primo programmato il 22 marzo, da alloggi Acer per due donne sole, vittime in passato di violenza domestica, è stata l’occasione per sottoporre all’attenzione dell’Assessore la gravissima problematica abitativa che registriamo nella nostra città, in linea con le tendenze degli ultimi anni ovvero impoverimento diffuso, lavoro povero, sempre più persone in precarietà abitativa.
Nel post pandemia abbiamo infatti osservato l’impennarsi di una presenza già segnalata in tempi non sospetti: quella degli affitti brevi, che hanno trasformato il mercato di locazione rendendo assai arduo individuare alloggi con affitti annuali in città e sferrando un forte attacco anche alla residenzialità. Un tema che non riguarda solo la nostra città e che, anzi, pone il problema nazionale di come l’Italia sia l’unico Paese UE a non avere una regolamentazione in tema di affitti brevi. In linea con gli standard nazionali, anche a Rimini, cresce il numero di stanze affittate (e non interi appartamenti) e con un periodo di locazione sotto l’anno. Una giungla, non regolamentata, dove l’estrapolazione di dati di inchiesta non è per nulla scontata. Vi è però assoluta necessità di un intervento per colmare questo vuoto legislativo: per questo proseguiremo ad animare la Campagna di Alta Tensione Abitativa anche nel nostro territorio e il 18 marzo saremo a Venezia per partecipare all’assemblea nazionale.
La regolamentazione degli affitti brevi deve necessariamente accompagnarsi ad una serie di altre azioni: l’ampliamento del parco immobiliare pubblico ad es., sotto forma di un aumento del numero di alloggi erp ed ers, di una ristrutturazione rapida di quelli attualmente chiusi affinché possano essere assegnati ma anche del riutilizzo delle strutture ricettive e turistiche abbandonate ed inutilizzate da riconvertire e ristrutturare, pensando a forme di abitare condiviso da un lato ma anche a modelli di turismo sostenibile, che sappiano interrogarsi e affrontare le criticità intrinseche che questi ripercuotono sul tessuto sociale, lavorativo e sull’ambiente.
Così come serve iniziare a pensare già da ora ad una moratoria sugli sfratti per il periodo estivo, vista l’impossibilità di individuare alloggi nel mercato privato e i forti meccanismi speculativi che caratterizzano residence e alberghi*.
Occorre, insomma, pensare a politiche abitative che sappiano rompere la segmentazione che le ha contraddistinte fino ad ora, che siano in grado di fornire risposte a 360° ad una platea sempre più eterogenea in termini di composizione sociale, bisogni e aspirazioni e che smontino al contempo quel piano gerarchizzante che troppo spesso abbiamo visto riprodursi in questo ambito sociale, dove le risorse si tolgono e suddividono sulla base delle sfortune che una persona in precarietà abitativa accumula. Il problema dell’abitare è un problema sistemico e come tale vogliamo che inizi ad essere trattato, per poter sganciare definitivamente il concetto di politiche per l’abitare da quello del mercato e della proprietà privata. La casa non può e non deve essere una merce.
UNA CASA PER TUTTƏ, ZERO HOMELESS!
Sportello casa ADL Cobas Emilia Romagna // Casa Madiba Network
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*(L’affitto medio per un mono/bilocale in un residence nelle ultime stagioni invernali parte dai 900€; 500€ vengono invece richiesti in media per una stanza di albergo, senza cucina. Questi prezzi, mensili, durante la stagione estiva vengono richiesti per una settimana di pernottamento. In alberghi e residence trovano “casa” dallə lavoratorə precariə come Arianna Tetta – precaria della scuola, morta nell’incendio della stanza del residence dove viveva nel dicembre 2020 – a tantissime persone che negli ultimi anni, grazie al RdC, hanno evitato una condizione di homelessness).