Siamo felici che l’assessore alla politiche sociali, Kristian Gianfreda, non perda occasione di parlare di noi e di complimentarsi, anche attraverso la stampa, del lavoro che portiamo avanti negli spazi dell’area urbana Madi_Marecchia. Che si tratti del progetto di Casa Don Gallo o delle tante attività e progettualità a cui abbiamo dato vita, non importa, quello che è certo e che le parole spese, i comunicati stampa dovrebbero seguire a delle risposte concrete da parte della Giunta per permettere a chi come noi, lavora in prima linea sul tema dell’abitare e della marginalità, di operare con tutti gli strumenti che servono, a partire dagli spazi fisici.
Per questo motivo è nata la vertenza legata agli spazi presenti nell’area e il Percorso Partecipato ZERO HOMELESS per una città della cura e dell’interdipendenza con il quale stiamo costruendo dal basso, in continuità con l’azione che portiamo avanti dal 2013, il Centro servizi a contrasto della povertà che servirebbe davvero in quest’aerea a partire dai progetti attivati che non hanno spazi adeguati (pizzeria sociale, palestra autogestita, Guardaroba solidale) e dai bisogni e dai desideri delle persone in precarietà abitativa o senza casa (si veda a tal proposito il lavoro di inchiesta che stiamo portando avanti), le prime ad essere interessate da questa tipologia di servizi. E non il progetto verticistico e istituzionalizzante che l’Assessore vorrebbe impiantare qui senza confronto e reale partecipazione con la nostra realtà e le persone che vivono il bisogno abitativo.
Per queste ragioni, abbiamo alcune domande da sottoporre all’assessore Gianfreda e alla Giunta comunale, che riportiamo di seguito. Dalle parole ai fatti..
Domandare è lecito, rispondere è democrazia.
Alcuni quesiti all’Amministrazione Comunale sul futuro di via Dario Campana
L’ultimo anno è stato particolarmente intenso per Casa Madiba Network. Come ormai dovrebbe essere noto a chi segue le nostre vicende, è in corso da diverso tempo un contenzioso strisciante tra lə attivistə del Network e l’Amministrazione comunale di Rimini.
In gioco non c’è solo il futuro di uno spazio sociale, ma quello dell’intera area di via Dario Campana; di tutte le attività sociali, solidali e culturali che negli anni hanno rianimato quel pezzettino di territorio urbano; di una fitta e dinamica rete informale e associativa in grado di realizzare progetti e iniziative su vari fronti e in maniera autonoma e autofinanziata; di un modo di concepire la politica e la cultura come spazio di partecipazione democratica.
Per questo quando, a dicembre scorso, siamo scesi in piazza con la nostra Street Parade lo striscione di apertura recitava: “Non per noi ma per tutti”.
Da allora tutte le nostre richieste non hanno avuto seguito e i problemi sollevati sono rimasti sul tavolo senza trovare una risposta adeguata. In alcune occasioni sono arrivati da diversi rappresentanti istituzionali, in maniera del tutto informale, apprezzamenti sul valore politico, sociale e culturale di CMN. Quello che però chiediamo non sono complimenti e pacche sulle spalle, ma un reale riconoscimento pubblico di ciò che negli anni abbiamo costruito. Riconoscimento che non può che passare anche da impegni e atti concreti.
Per evitare che il confronto prenda una piega troppo astratta, e per evitare ancora una volta risposte evasive, proviamo a circoscrivere il campo ad alcune semplici proposte. La loro realizzazione contribuirebbe, se non a cancellare tutte le criticità presenti nell’area, quantomeno a smussare alcuni spigoli e a non compromettere del tutto la possibilità di continuare a progettare e realizzare interventi dal basso in quegli spazi.
Se poi le paragoniamo alla prossima realizzazione del Centro Servizi per la marginalità adulta negli edifici adiacenti a CMN, con il suo milione di euro di investimento, queste richieste appaiono ben poca cosa – quasi risibili – e richiederebbero solamente una piccola dose di volontà politica. Sembra paradossale che il Comune assegni quegli spazi per lo svolgimento di determinate attività senza però assumersi la responsabilità di assicurare che le stesse possano svolgersi in un ambiente adeguato, accogliente e rispettoso delle norme. Ci piacerebbe perciò sapere cosa ne pensano gli Assessori competenti (o più genericamente l’Amministrazione comunale?)
- L’Amministrazione si impegna a riconoscere la natura sociale e culturale dello spazio cambiandogli definitivamente destinazione d’uso?
Lo spazio al piano terra di CMN è uno spazio aggregativo polivalente e multifunzionale, eppure risulta tuttora accatastato come deposito/magazzino. Negli anni, anche nel nostro territorio, si è abusato di cambi di destinazione d’uso di terreni e fabbricati per alimentare uno sviluppo urbanistico dissennato, permettendo cementificazioni selvagge e speculazioni. Noi avanziamo questa richiesta per ragioni di interesse collettivo e di carattere sociale e frapporre insormontabili ostacoli tecnici per il suo accoglimento ci sembra pretestuoso. Continuiamo a pensare che il problema sia semplicemente politico e su questo piano chiediamo un’assunzione di responsabilità. Il cambio di destinazione d’uso non è solo una questione formale ma è propedeutico alla possibilità di effettuare tutta una serie di urgenti adeguamenti strutturali. A tal proposito…
- L’Amministrazione si impegna a realizzare un bagno accessibile alle persone disabili al piano terra di Casa Madiba?
Parliamo di uno spazio frequentato da un pubblico eterogeneo formato anche da persone disabili, anziane o con difficoltà di carattere motorio. Eppure lo spazio non è provvisto di un bagno, facilmente accessibile, al piano terra. L’unico disponibile si trova infatti al primo piano. Ciò che tantə fra di noi considerano scontato – salire a piedi una rampa di scale – per tante altre persone è un grosso ostacolo. L’inclusività e la lotta alle discriminazioni passa anche dal miglioramento dell’accessibilità e fruibilità degli spazi attraverso la rimozione delle barriere architettoniche. Un luogo più inclusivo è migliore non soltanto per alcunə dei suoi frequentatorə, ma per tuttə.
- L’Amministrazione si impegna ad adeguare lo spazio per renderlo coerente con la sua natura, funzione e fruizione?
Nello spazio al piano terra di CMN sono necessari alcuni interventi: non ha entrate adeguate (si pensi che uno dei due ingressi è una saracinesca di metallo di quelle che si usano per i garage) e non è riscaldato. Questi interventi per il Comune non sono possibili perché la funzione dello spazio è quella di deposito. Ciò rende difficoltosa la fruibilità dello spazio e la possibilità di svolgere iniziative in un ambiente idoneo e sicuro. Ingressi/uscite a norma con maniglioni antipanico e riscaldamento ci sembrano il minimo sindacale.
- L’Amministrazione riconosce il valore sociale del Guardaroba Solidale Madiba ed è disposto a dargli accesso a spazi adeguati alle sue attività?
Nello stesso edificio in cui si trova Casa Madiba insiste un locale completamente vuoto e in stato di abbandono da anni. Da tempo chiediamo che venga messo a disposizione del Guardaroba Solidale per consentirgli di raccogliere, immagazzinare e gestire gli indumenti che verranno poi redistribuiti gratuitamente a persone in condizione di bisogno. La richiesta – a seguito anche di un nostro utilizzo non autorizzato dello spazio come deposito a seguito della donazione di un centinaio di coperte da un albergo e per allargare l’area salute in piena pandemia – è stata sistematicamente ignorata, il locale è tuttora abbandonato al disuso e alla polvere.
- L’Amministrazione è a conoscenza, grazie alle nostre richieste e report/relazioni, di diversi progetti realizzati nell’area urbana di interesse che necessitano di spazi per la loro realizzazione. Quali soluzioni intende dare a queste richieste?
Dal momento che questi progetti (Palestra popolare autogestita da gruppi informali di migranti e richiedenti asilo, Cucina e Pizzeria sociale IL VARCO, sala/officina polivalente) rappresentano strumenti importanti del nostro intervento sociale sul tema della marginalità adulta e dell’homelessness – grazie all’attivazione di percorsi di empowerment e capacitazione individuale a supporto di persone in situazioni di disagio ma anche per il sostentamento economico delle nostre attività – ci chiediamo come mai non siano pervenute ancora delle risposte anche rispetto alle funzioni degli spazi comunali inutilizzati e prospicienti al nostro spazio sociale, gli stessi sui quali si vuole realizzare il centro servizi contro la povertà imponendo un progetto calato dall’alto che non raccoglie i bisogni espressi da chi in quell’area urbana ci vive, lavora, si impegna e si attiva.
- L’Amministrazione si impegna a mantenere la pedonalizzazione del piazzale antistante agli spazi di CMN?
Una delle conquiste di CMN, anche attraverso svariati percorsi formali e informali tra cui il Percorso Partecipato Madi_Marecchia e il Community Lab. sull’abitanza, è stata la pedonalizzazione del piazzale adiacente, fatto che ha consentito di trasformare un parcheggio in una piazza vera e propria, con un bilancio estremamente positivo in termini di attività socio-culturali, relazioni e fruibilità dell’area. Nell’area è prevista la realizzazione di una struttura piuttosto impattante (il famoso Centro Servizi) e temiamo che la sua realizzazione possa essere accompagnata dal ritorno del piazzale ad uso parcheggio. Ciò minerebbe anni e anni di riprogettazione e trasformazione dell’area. L’amministrazione è disposta ad impegnarsi, nonostante le trasformazioni urbanistiche e architettoniche previste, a non tornare indietro rispetto a questa scelta? Si impegna cioè a non svuotarla rendendola nuovamente accessibile al traffico?
Caro Comune, se ci sei batti un colpo…