25Il governo della città ci riguarda tutti e tutte. Il primo cittadino ha il dovere di risolvere i problemi e valorizzare i progetti di chi pratica la ricerca dell’alternativa alla povertà, cercando di rimuoverne le cause e di attivare i poveri e gli/le oppressi/e sempre più sfruttati e spremuti perché insolvibili.
Paghiamo un debito perenne per poter sopravvivere o condurre una non vita come gli abitanti del villino Ricci che sono solo la metà delle persone che coprivano le due precedenti occupazioni.
Due spazi liberati, Casa Madiba Network e Villa Flo ed Eva, che hanno avuto il merito di aprire un dibattito cittadino sul tema dell’emergenza casa, dibattito al quale il Comune di Rimini si è sottratto, lasciando spazio alla Procura (la stessa che ha indagato Gnassi e co. per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta nella vicenda del crac di Areadria) e alla polizia.
Sgomberare e sequestrare esperienze come Casa Madiba Network e Villa Florentina ed Eva significa non aver capito l’aria di cambiamento e la voglia di riscatto – fra tanti e tante – che queste esperienze hanno raccolto intorno a se, grazie a pratiche che interrogano la legalità quando essa significa ingiustizia sociale, cancellazione dei diritti, inquinamento/grandi opere, aumento dello sfruttamento lavorativo e della precarietà come condizione di vita.O l’abbandono per decenni di spazi pubblici, come il Villino Ricci, che ha così tanto valore da lasciarlo deperire senza una minima tutela.
Compito del Sindaco dovrebbe essere quello di ascoltare, comprenderne le ragioni e individuare percorsi possibili per riconoscere il lavoro sociale e di cooperazione dal basso che queste esperienze hanno messo in campo senza il benché minimo contributo economico pubblico, ma solo grazie al lavoro di ricerca sociale e la pratica quotidiana che ha messo a valore competenze, professionalità e nuove energie anche nel recuperare le strutture abbandonate e gli spazi verdi antistanti.
Basta guardare le immagini del prima e del dopo al nostro passaggio in questi due spazi per capire la portata del lavoro di riqualificazione fatto, anche nel Villino Ricci… in soli due giorni.
Pezzi di città l’hanno capito e l’hanno capito bene.
Lo dimostra l’eterogeneità della composizione della Street Parade di Sabato 23 maggio, persone di tutte le età e biografie che nonostante la pioggia e il dispiegamento di forze messe in campo (compreso un rumoroso elicottero) hanno sostenuto il cuore pulsante di quel corteo e gli obiettivi che di volta in volta ci si era dati.
Lo dimostrano anche i vicini e i tanti solidali che da sabato sono passati incuriositi e dialoganti in via Ceccarelli, i tanti nuovi e giovani studenti che si sono aggregati intorno al Collettivo Studenti Rimini, il primo a cercare un dialogo con il presidente della Provincia, nonché Sindaco di Rimini, intorno ad esempio al tema dell’edilizia scolastica rispetto al quale tante iniziative e presidi sono stati organizzati.
Abbiamo un’idea di città che contiene i molti mondi che la attraversano. Grazie al networking questi mondi cooperano e dialogano fra loro dandosi di volta in volta degli obiettivi che aprano a nuovi percorsi e a nuovi modelli organizzativi in risposta ai bisogni materiali nati dalla crisi economica e dalle politiche di austerità.
Un raggio di sole è tornato a brillare vicino a una via Dario Campana desertificata e violentata tuttora sotto il controllo della polizia. Una vergogna! Ad essa si associa quella della stampa locale incapace di leggere i fatti con occhi nuovi. Non si tratta di ridurre tutto ad un bando di evidenza pubblica per assegnare uno spazio sociale, ma di emergenza abitativa, di solidarietà mutualistica (ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i propri bisogni), di pensare un futuro possibile per questo territorio.
Mentre scriviamo guardiamo i risultati elettorali in Spagna. Ada Colau, attivista e portavoce della «Piattaforma vittime del mutuo» (Pah, dalla sigla in spagnolo), nata dalle ceneri del movimento 15M a Barcellona e diffusa in tutto il paese, è diventata il nuovo Sindaco di Barcellona.
“Nel paese della più grande bolla speculativa immobiliare europea” – come riportato dal Quotidiano Il Manifesto qualche settimana fa – “dove nel 2005 si costruivano più case che Germania, Francia e Italia assieme e si stimano più di 5 milioni di case vuote, mezzo milione di persone sono state buttate fuori di casa ma mantenendo il loro debito con le banche”. Ada e gli attivisti di Pah hanno aiutato queste persone ad affrontare le banche e soprattutto hanno dato loro un tetto, occupando le case vuote. Colau ne è stata la portavoce ed oggi, è diventata il nuovo Sindaco di Barcellona.
Le nostre istanze, le ragioni per cui lottiamo e cooperiamo allora possono divenire pratiche di autogoverno dei territori che abitiamo e assumere la necessità di aprire una fase costituente in vista anche delle amministrative del 2016.
“Il municipalismo” – come ci insegna Ada – “è storicamente un luogo di rottura dal basso”, dove la politica e la pratica dell’alternativa è più vicina alle persone e ai bisogni materiali che di volta in volta si manifestano. Contro gli sfratti e l’emergenza casa, contro il Lavoro Gravemente Sfruttato che caratterizza il principale settore economico della città, il turismo, per questo Madiba, Florentina ed Eva.
Un filo sottile lega le storie delle persone alle quali abbiamo dedicato gli spazi liberati per gli sfrattati e i senza casa. Da chi ha lottato – come Madiba, Nelson Mandela – pagando a caro prezzo con la privazione della propria libertà contro il regime di apartheid in Sudafrica, fino alle vittime delle nuove forme di schiavismo legalizzato, come Florentina ed Eva, due lavoratrici stagionali morte nelle aziende turistiche del territorio in circostanze mai VOLUTAMENTE chiarite dalle autorità.
Per questo invitiamo tutti e tutte a partecipare all’assemblea pubblica di domani, Martedì 26 maggio alle ore 18.30, presso il Villino Ricci, per decidere insieme e in forma partecipata le prossime iniziative e quale rapporto tenere con l’amministrazione comunale oltre alle proposte da avanzare. Il nostro tempo è ora!
Casa Madiba Network e gli sfrattati/occupanti
“Siamo donne, molte donne che non sono abbastanza rappresentate; siamo il vicinato; siamo lavoratori che vogliono un reddito garantito per un’esistenza degna; siamo la gente che costruisce l’economia del futuro; siamo la comunità educativa e del settore ospedaliero; siamo i migranti, e vogliamo chiudere i centri di detenzione perché sono una vergogna e perché vogliamo che tutti possano partecipare. Siamo molte famiglie e nuclei di convivenza diversi, non esiste un solo modo di essere famiglia. Siamo i bambini, che vogliamo ascoltare. Siamo i pensionati e gli anziani, che non vogliamo trattare come un peso. Siamo i giovani che hanno fatto di tutto, hanno studiato, si sono formati, hanno lavorato e sono espulsi dalla nostra città.” (Ada Colau, nuova Sindaca di Barcellona)