La May Day Bike Parade di ieri a Rimini ha finalmente rotto il silenzio di questa pandemia e ha fatto uscire la voce di lavoratori e lavoratrici invisibili che sono rimasti senza reddito oppure che hanno continuato a mandare avanti l’economia del territorio riminese, nonostante la crisi pandemica.
I diversi interventi di lavoratori e lavoratrici precarie hanno detto chiaramente, e a gran voce, che non può esserci ripartenza senza sicurezza, diritti e reddito per tutti/e.
Lavoratori e lavoratrici stagionali, dello spettacolo, riders, operatori e operatrici sociali, migranti, studenti e studentesse, attivisti/e ecologiste hanno pedalato l’uno accanto all’altro per chiedere alla politica nazionale e locale un reale cambio di rotta per rimettere al centro la scuola, la sanità e i servizi pubblici, garantendo qualità del lavoro, una casa e un reddito dignitoso a tutte/i: in altre parole, mettere la vita delle persone davanti ai profitti di pochi.
Lo abbiamo fatto con un mezzo di trasporto ecologico e accessibile, come la bicicletta, toccando i tanti vuoti e buchi neri cittadini.
Il primo maggio a Rimini è stata una giornata di incontro, di solidarietà, di convivialità e di presa parola pubblica di tanti precari/e ed invisibili della nostra città per dire che continueremo a lottare per i nostri diritti ma anche una società più giusta.
Non c’è ripartenza possibile senza un cambio di rotta!
REDDITO DIRITTI DIGNITÀ PER TUTT*