Campagna contro lo sfruttamento del lavoro nel Turismo, fase due: prendere coscienza. Verso lo sciopero del 21 ottobre
L’estate 2016 si è conclusa, inizia il botta e risposta sui dati turistici a partire dalle auto transitate ai due caselli autostradali della città, che è eufemistico se pensiamo a che tipo di turismo si incentiva: quello del petrolio non certo sostenibile dato che Rimini è penalizzata dai collegamenti ferroviari con le grandi città per non parlare dell’aeroporto. Nel frattempo grandi eventi estivi e abusivismo commerciale sono state anche quest’anno i leitmotiv dell’estate. Nei primi siamo tutte comparse di un teatrino in cui la finzione regna sovrana, una sorta di paese dei balocchi, dall’altra si continua a utilizzare quelli che con epiteti razzisti vengono ancora chiamati “vu cumprà” come il feticcio legalitario di una politica ipocrita che non si occupa delle vere illegalità.
Da questo teatrino grandi assenti ancora una volta sono loro, i circa 13.000 lavoratori e lavoratrici stagionali. del nostro Comune, carne da macello dell’industria dell’ospitalità. Ogni fabbrica che si rispetta ha la sua catena di montaggio, e i lavoratori e le lavoratrici stagionali sono parte di un ingranaggio rodato e ben oliato anche dalla politica.
Ma nonostante la disaffezione alla politica e a tutte le forme organizzate (sindacati in primis) che provocano disimpegno diffuso e docilità della forza lavoro soprattutto nel nostro paese, quest’anno la campagna ha incontrato soprattutto lavoratori riminesi, quelli che fino ad ora non erano stati mai propensi a rivendicare i loro diritti. Quasi tutti con qualifiche medio/alte, fino ad ora erano riusciti a ritagliarsi un fetta in più di salario rispetto agli altri lavoratori del settore, spesso fuori busta e totalmente in nero.
Ora quella fetta di ricchezza non c’è più (metà delle ore pagate metà delle ore lavoro gratis) e se c’è è a dure condizioni. In molti colloqui emergono condizioni di stress psicofisico, infortuni. Il non dormire, le mialgie agli arti o alla schiena, il sentirsi disumanizzati nel luogo di lavoro anche nel rapporto con i propri compagni/colleghi, sono tratti prevalenti che emergono nei colloqui.
A volte il riscatto passa anche solo dal poter raccontare cosa si è vissuto, oppure la sopportazione di vedere un famigliare in quella condizione. È il ricatto che fa la differenza tra un lavoratore con diritti ed uno senza diritti. Lì in mezzo sta la nostra capacità di agire e di far attivare le persone.
Stiamo ultimando passo dopo passo, anche attraverso un percorso di consapevolezza da parte del lavoratore o della lavoratrice, alcune vertenze legate a situazioni di insolvenza, lavoro gratuito, illegittimità contrattuale, infortuni. Questo avviene mentre ci stiamo avvicinando ad una data importante per far sentire forte un No Sociale a questa riforma e a questo stato di cose, quello dello Sciopero del 21 ottobre indetto dalla Campagna nazionale per il NO sociale. Crediamo che la data del 21 ottobre sia un momento importante per coalizzare le esperienze di autorganizzazione e mutualismo che si sono generate in città intorno al nodo del lavoro/precarietà e della casa/accoglienza degna, per questo, a breve, lanceremo un percorso partecipato di costruzione di questo appuntamento.
Reddito Diritti Dignità
#LavoratoriSi #SchiaviMai
Campagna contro lo sfruttamento del lavoro nel Turismo