Nella giornata di martedì 30 Agosto 2016 c’è stato un nuovo accesso dei funzionari del Comune a Casa Gallo per verificare la situazione degli spazi.
Premettiamo che la struttura per l’accoglienza degna in questi mesi è molto cambiata grazie all’attivazione di tanti, degli/delle abitanti ma anche di molte persone esterne che si sono attivate sui vari percorsi nati grazie al Percorso Partecipato Madi_Marecchia: i Laboratori “Le cose che servono”, Orto Madiba, Pizzeria sociale Il Varco, Sportello Salute.
Ancora non sono stati liquidati i soldi del contributo previsti per il progetto dell’emergenza freddo (24 dic-15 aprile) e nonostante questo continuiamo a garantire colazione, merenda e servizi essenziali grazie alla solidarietà e alla messa in comune di competenze, professionalità, progettualità. 960 litri di latte per esempio!!!! Rete di medici volontari per es.
Il Comune minaccia di scalare dal contributo previsto le spese per i consumi dell’acqua e della luce avuti dopo il 15 aprile oppure sostiene di non poterli liquidare a causa della fine della convenzione. Un ricatto. Nel frattempo continuiamo con le attività di ascolto perché sono tante le persone che vivono in strada e portano con sé spesso una multi-problematicità che richiede un grande sostegno. Anche tutto il mese di agosto, nessuna pausa!
Il nostro metodo è quello dei gruppi operativi e dell’autogestione. A Casa Gallo non tutto è facile ma ogni problematica si affronta insieme. C’è una complessità tale, un miscuglio di culture che coabitano insieme e condividono medesimi problemi e difficoltà.
Negli italiani, per esempio, è cresciuta una maggiore consapevolezza sul tema dei rifugiati e delle migrazioni che rompe con gli stereotipi e i luoghi comuni favoriti da paranoie identitarie e paure. C’è una gerarchia razzista dell’esclusione ed essa si mostra anche fra i poveri e i poverissimi. È lì che noi proviamo a costruire legami sociali e a smascherare l’immaginario dominante.
La solidarietà che ci ha sostenuto è fatta di uomini e donne in carne ed ossa, persone CREDIBILI che chiedono una soluzione rapida alla situazione attuale per garantire la continuità di un progetto vero, che non vive di sconfitta, lamentele, paure ma pratica davvero un altro mondo possibile. Nonostante questo anche ieri abbiamo dovuto gestire una situazione imbarazzante, l’ennesimo verbale sullo stato dei locali, imbarazzante se solo pensiamo a quello che accade nel mondo e a quello che ci aspetterà se non cambieremo questo modello di sviluppo.
Abbiamo proposte per rendere possibile la prosecuzione dell’esperienza di Casa Andrea Gallo #perlautonomia. Tra queste il riutilizzo di alberghi e hotel dismessi, abbandonati, inutilizzati. Siamo in Riviera, le strutture alberghiere chiuse abbondano. All’interno di questo vasto patrimonio sfitto vi è anche il FerroHotel, di proprietà delle RFI, lasciato all’incuria da anni.
Cogliamo l’occasione per mandare anche un messaggio al dirigente dell’Ufficio Immigrazione. Casa Gallo non è occupata, non abbiamo forzato nessuna porta per entrare. Casa Gallo è stata conquistata dalle lotte per il diritto all’abitare che sono anche lotte contro la clandestinità di ritorno che le rigidità interpretative delle norme (spesso del tutto discrezionali), le richieste amministrative vessatorie e i continui abusi che commettete vogliono incrementare. Una persona senza documenti è una persona condannata a una non vita. Noi invece lottiamo per la vita.
A fine settembre organizzeremo una chiamata aperta per i volontari. Non ci vogliamo fermare a quello che stiamo facendo.