Ieri si è svolta, come di consueto ogni Martedì pomeriggio, l’assemblea di gestione della casa. Un momento fattivo di riflessione e analisi comune.
La discussione è stata importante perché proprio ieri si è svolta la prima udienza (presso il Tribunale di Rimini) del ricorso che l’Associazione Rumori Sinistri onlus e No border hanno presentato contro il Comune di Rimini legato alla vecchia convenzione del progetto “Rimini solidale per l’emergenza freddo”, vinto dalle due associazioni e che ha portato alla nascita di questa importante esperienza di coabitazione fra homeless di ogni nazionalità, in un percorso di emancipazione e riscatto che sostiene gli/le abitanti nel percorso verso l’autonomia.
Tutto per tutt*.
Alla fine del Febbraio 2016 le due associazioni presentarono un nuovo progetto all’amministrazione comunale (nato dal percorso Partecipato Madi_Marecchia insieme ai due urbanisti Bernhard Neulichedl e Fausto Battistel) con l’intento di valorizzare un’esperienza che ha sovvertito il concetto di dormitorio e di emergenza abitativa rompendo con l’idea meramente assistenziale che soggiace a progetti di questo tipo. L’amministrazione negò questa possibilità e, allo scadere della convenzione il 15 aprile 2016, l’assemblea di gestione della Casa decise di non chiudere la struttura ma proseguire nel percorso di accoglienza attraverso l’autogestione. E’ stato il primo caso in Italia di un’emergenza freddo che non ha chiuso il dormitorio allo scadere del progetto.
Le due associazioni uscirono pertanto dalla gestione e restituirono formalmente le chiavi informando l’amministrazione comunale che la Casa era da quel momento autogestita dagli/dalle stessi/e abitanti con azioni di supporto da parte dei/delle volontar*.
A seguito di questo fatto non è stato versato dal Comune alcun contributo economico previsto dal progetto (15.000€) e le associazioni sono state escluse dai Piani di Zona, considerate come inadempienti!!!
Inadempienti per non aver rilasciato l’immobile libero “di cose e persone”, non di certo nei confronti dell’umanità.
Il Giudice nell’udienza di ieri si è riservato di decidere se procedere con il processo civile (ordinario o abbreviato come richiesto dal nostro Avv. Giordano Varliero) o con una mediazione.
Casa Gallo ha ospitato dal 24 dicembre 2015 ad oggi più di cento persone di ogni nazionalità e con diverse problematiche.
Una ventina sono le persone che abitano stabilmente dall’inizio del progetto.
Casa Gallo ha dato vita allo #SportelloSalute attraversato dai tant* homeless della città, ha valorizzato il progetto dell’ Orto Madiba (che questa estate ha sfamato gli/le abitanti e le tante persone che abitano nel parco Marecchia), ha costruito percorsi di cittadinanza attiva contro lo sfruttamento grazie al supporto di ADL Cobas Emilia Romagna, ha aiutato le persone in un percorso di riscatto e dignità, ha dato voce agli/alle oppress*.
Casa Gallo ha offerto opportunità formative e lavorative attraverso i Laboratori “le cose che servono”, con la costruzione del forno sociale e la nascita della Cucina & Pizzeria sociale IL VARCO Rimini, due degli abitanti coinvolti in questo percorso hanno trovato lavoro in alcune aziende turistiche come chef e tuttofare da cucina.
Casa Gallo ha ricordato alle istituzioni tutte che le persone sono persone e vanno rispettate nella loro autonomia, valorizzando spazi abbandonati e luoghi di marginalità come per es. avvenuto con il progetto della Cucina Sociale che ha recuperato una casetta fatiscente e celermente sequestrato dai “fantocci” di turno della Forestale/Carabinieri, ligi servi di un’idea di società basata sullo sfruttamento e l’oppressione dei più deboli e poveri. Nei secoli fedeli!
Questo dovrebbe bastare per ricordare al SINDACO Andrea Gnassi e a tutta la giunta che Casa Gallo è uno spazio di democrazia, di vita, di amore.
La partita è aperta e noi non siamo disposti a rinunciare a nulla della ricchezza che questa esperienza ha prodotto e che nessun contributo economico o legalità potrà mai risarcire o legittimare. Il futuro è qui.
#UnaCasaPerTutti #AccoglienzaDegna