Mercoledì scorso è scoppiata la “bomba” giudiziaria sul settore del food-delivery nostrano. La magistratura inquirente di Milano ha reso infatti note le conclusioni di una lunga e colossale indagine confermando ciò contro cui da anni i/le riders organizzatǝ lottano: il sistema di messa al lavoro tramite piattaforma non è altro che “schiavismo” e “caporalato digitale”.
Dietro l’impersonalità dell’algoritmo e la presunta “autonomia” delle prestazioni si nasconde un sistema di sfruttamento e di deresponsabilizzazione da parte delle aziende che hanno potuto scaricare costantemente i costi sui lavoratori e sulle lavoratrici, approfittando anche dell’incapacità politica di regolamentare il settore e della vergognosa complicità di sindacati padronali e di comodo che hanno portato al cosiddetto “ccnl Assodelivery-UGL”.
Questo ennesimo, importante passaggio è stato accolto dal mondo dei rider con positività ma allo stesso tempo in maniera tutt’altro che passiva. Sin da subito hanno affermato che è proprio questo il momento di riprendere la lotta affondando il colpo, e nella giornata di ieri una partecipata Assemblea nazionale ha proclamato come data di mobilitazione e sciopero nazionale il prossimo venerdì 26 Marzo!
Come ADL Cobas crediamo che questo sia l’atteggiamento giusto come abbiamo imparato in tante esperienze: le vittorie sindacali, politiche e perfino giudiziarie nascono dalle lotte. Per questo come abbiamo fatto dal 2017 ad oggi, appoggiando attivamente le esperienze di autorganizzazione come RUB (come recentemente nelle prime assunzioni subordinate con CCNL Logistica in Mymenu), sosterremo i rider organizzati nelle loro scadenze di mobilitazione.
Perché è giusto, ma ancor più perché riconosciamo nelle loro rivendicazioni la risonanza con la condizione comune a moltǝ altrǝ nella crisi pandemica odierna.Sono milioni gli/le invisibili – precari-e, spesso donne, giovani e stranierǝ – che in particolare nell’ultimo anno stanno pagando un prezzo enorme a causa dell’assenza di diritti contrattuali e dignità sul lavoro, salario certo e sufficiente per una vita degna, welfare inclusivo e reddito, che sono stati esclusi in tutto o in parte dalle misure di sostegno, dagli ammortizzatori sociali, dai blocchi dei licenziamenti.
E’ in questa prospettiva di ricerca di terreni comuni di rivendicazione e di lotta per welfare, reddito e diritti che abbiamo sempre affrontato il percorso di sindacato sociale e ora dobbiamo continuare a lavorare per affrontare la crisi sociale ed economica che stiamo attraversando e vincere le sfide che il nuovo Governo Draghi/Confindustria ci pone davanti!