Pubblichiamo di seguito alcune considerazioni in merito all’incontro promosso dalla Cgil di Rimini sul tema del fascismo e razzismo.
Giovedì pomeriggio abbiamo partecipato ad un incontro non pubblico promosso dal segretario uscente della Cgil di Rimini, Graziano Urbinati, sull’emergere in Italia e in Europa di movimenti culturali e politici di matrice fascista. Un primo incontro che non ha definito nulla se non alcune urgenza, quindi non si capisce come mai poi sulla stampa si sia parlato subito della nascita di un coordinamento antifascista (http://bit.ly/2xLYYQx), stravolgendo di fatto un comunicato di report della Cgil come un dato già definitivo.
Abbiamo partecipato perché il testo inviatoci per l’indizione dell’incontro conteneva elementi importanti di assunzione della pericolosità delle organizzazioni neofasciste e della cultura razzista e alla necessità di far convergerne più pensieri, più percorsi in una critica radicale a questo stato di cose.
Ci siamo misurati con quello spazio a partire dalla concretezza della nostra azione nel territorio, parlano già nostri percorsi e i processi penali ai quali siamo sottoposti e sottoposte: le numerose attività del Network Solidale di Casa Madiba, dalla scuola popolare, al Guardaroba Solidale, dall’esperienza di coabitazione ed accoglienza di Casa Gallo che ha accolto più di cento persone dal 24 dicembre 2015 ad oggi, alla mostra/mercato i custodi del cibo per un’alternativa alla spesa nella grande distribuzione, sempre più partecipata.
Ogni movimento o rete che voglia affrontare il nodo dei razzismi e dei fascismi non serve se si limita alla mera testimonianza o peggio nel riprodurre luoghi in cui ci si parla fra soliti e solite, in cui ognuno difende il proprio spazio, la propria autorappresentazione.
È necessario sfidarsi con pratiche vere e quotidiane, per trovare soluzioni concrete a problemi e vertenze reali che riguardano il territorio e le disuguaglianze sociali sempre più crescenti che stanno alla base del clima di odio verso i/le migranti, i poveri e alla crescita dei movimenti xenofobi, come l’esperienza di casa Gallo per esempio, sotto attacco e sotto ricatto da parte del Comune.
Ogni movimento o rete che voglia affrontare il nodo dei razzismi e dei fascismi non può che passare dal chiedere la libertà per tutti e tutte gli/le antifascisti/e riminesi sotto processo. Sono in molti/e ad esserlo a Rimini, compresi/e noi.
Il fascismo è un crimine qualunque sia la sua manifestazione, dalle ronde notturne, alle pseudo raccolte solidali e come tale va combattuto. Perché non dovrebbe esistere, non dovrebbe avere alcun diritto di parola o peggio spazi. Il fascismo è antitetico alla democrazia.
I cinque anni di mal governo del paese, il pacchetto Minniti e gli accordi con la Libia (l’ordine delle cose), il Jobs act, la Fornero, il Piano Casa, ma anche lo Sblocca Italia e la Buona scuola rappresentano per noi uno spartiacque imprescindibile.
Sono queste politiche, l’austerità e questa Europa fatta di frontiere esternalizzate e muri ad aver aperto le porte ai neofascismi, a neonazismi.
Per questo e l’abbiamo detto chiaramente prendendoci i nostri spazi di parola in un vivace scontro dialettico, non faremo mai parte di un coordinamento antifascista che abbia al suo interno il Pd.
Riteniamo tuttavia importante la discussione che si è sviluppata e che vorremmo raccogliere nella campagna a difesa di un’esperienza concreta e vera come Casa Gallo, affinché si trovi una soluzione definitiva di luoghi per un progetto di accoglienza e sussistenza fra homeless di ogni provenienza, che cessino i ricatti contro le associazioni che hanno aperto la porta a nuove sperimentazioni di welfare dal basso, che si dia una risposta e un’alternativa degna al razzismo e abbandono istituzionale, a chi soffia sulla paura, a chi chiede i diritti solo per qualcuno. Questa crediamo sia la prima sfida di chi giovedì ha partecipato a quel tavolo. . 10 100 1000 Case Gallo #perlautonomia.
Prima le persone, fuori i fascisti dalle nostre città!
No Pasaran!