“The frontiers are my prison”
Leonard Cohen
Di ritorno dal corteo #NOconfini #NOsfruttamento ci troviamo a gestire una situazione difficile, fra razzismo istituzionale e dispositivi paranoici identitari agiti (ci è stato detto in nome del contrasto al terrorismo SIC!) non solo dai militari che piantonano la metro ma anche da funzionari Atac.
Succede così che per una bottiglia di vetro che non può entrare in metro ma che dovremmo secondo gli operatori ingurgitare in pochi secondi (come animali da batteria), veniamo trattenuti dalle ore 18:25 fino alle 21:45 presso la fermata Cavour metro B direzione Rebibbia.
Se trattengono uno, cari tutori dell’ordine, trattengono tutti e tutte. Voi la nostra solidarietà, il nostro sentire comune, le nostre relazioni non le potete capire.
Dopo un’ora e mezza di attesa in balia dei militari, arrivano due volanti e la Digos.
Veniamo minacciati di essere querelati dalla funzionaria Atac per non si sa cosa, che un nostro compagno, rifugiato e attivista antirazzista, venga trattenuto tutta la notte per un controllo poiché ha con sé solo il permesso scaduto senza il cedolino del rinnovo, pur in presenza delle foto dello stesso e di conferme telefoniche dai funzionari della Questura di Rimini.
Questa è Roma, questa è l’Italia, dove il confine e la linea del colore si esprimono anche attraverso questi veri e propri abusi che nulla hanno a che fare con la gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico e sono purtroppo fatti sempre più ricorrenti soprattutto nelle stazioni dei treni e nelle metro. Vergogna!
Mentre saliamo sulla metro arriva una notizia positiva dal presidio conclusivo del corteo promosso dal Comitato Lavoratori delle Campagne dopo l’incontro al Ministero dell’Interno: “LA LOTTA PAGA! IL MINISTERO DIMOSTRA DISPONIBILITÀ A RISPONDERE ALLE NOSTRE RICHIESTE! NOI NON CI FERMEREMO FINCHÉ NON AVREMO RISULTATI CONCRETI! CASE E DOCUMENTI PER TUTT*”
#Noracism #Bastaabusi #Freedom #MaiSchiavi #MaiSchiave