Il Comitato di Rimini “Vota Sì per fermare le trivelle” questa mattina ha tenuto una conferenza stampa per esprimere tutte le sue perplessità sulle ragioni del no, in relazione ad esempio del tema lavoro (che ha spaccato anche i sindacati) e della riconversione dell’industria e indotto interessati, partendo dalla disinformazione che si cela dietro al tema trivelle e alla mancata campagna di informazione governativa.
Non è infatti vero che la vittoria del referendum provocherebbe la perdita di migliaia di posti di lavoro immediatamente, dato che l’impossibilità di rinnovare le concessioni attualmente in essere non bloccherebbe le piattaforme (che in ogni caso impiegano poche decine di lavoratori), ma porterebbe alla progressiva eliminazione di ogni attività entro le 12 miglia marine tra il 2017 e il 2026, garantendo dunque un tempo più che sufficiente per adottare quella strategia energetica sostenibile che tutti i capi di stato dei 195 Paesi coinvolti (Italia compresa) all’ultima COP21 a Parigi hanno sottoscritto come impegno necessario e quanto mai urgente.
Votare SÌ non significa nemmeno andare a intaccare un presunto tesoretto portato dalle royalties (ovvero le percentuali che le aziende pagano allo stato su quanto estratto dai giacimenti), che nell’ultimo ammontavano a 340 milioni di Euro per tutto il territorio italiano (quindi sia le estrazioni in mare che quelle in terraferma), visto che solo per questo referendum si spenderanno circa 350 milioni di euro, dopo il rifiuto del governo di accorpare il voto a quello delle amministrative di Giugno, per scongiurare il raggiungimento del quorum. Le ricchezze del nostro Paese non sono gli idrocarburi ma sono ben altre, come ad esempio il turismo che sarebbe gravemente danneggiato da un’eventuale incidente: si stima che le presenze complessive nelle destinazioni marine italiane siano state circa 253 milioni nel corso del 2013, con un impatto economico stimato in oltre 19 miliardi e 149 milioni di euro.
L’obiettivo primario del Comitato è, quindi, quello di fare chiarezza e permettere ai cittadini di informarsi correttamente andando oltre alle false scuse o allarmismi che nascondono soltanto i soliti interessi economici dei pochi a danno di ambiente, turismo, e salute di tutti e tutte.
Partecipiamo! Occupiamoci di ciò che è nostro!
Il 17 Aprile #VotaSÌ per nuove politiche energetiche rispettose dell’ambiente e della vita!
Scopri la nostra Campagna “Il 17 aprile batte forte il nostro tempo! #VotaSì #StopTrivelle”