🌀 Cosa può uno spazio sociale! 🌀
A sei anni dalla nascita di Casa Madiba, contro l’accanimento politico e giudiziario della Procura
Nelle scorse settimane il Giudice incaricato ha depositato in Procura la sentenza di condanna a 4 mesi per resistenza a pubblico ufficiale relativa al processo per il quale sono indagati 9 attivisti ed attiviste rispetto a quanto successo il 17 novembre 2012 in occasione della visita a Rimini dell’ex Ministra degli interni, Annamaria Cancellieri.
Avevamo già ripercorso e ricordato quanto successo in quell’occasione un anno fa quando ci fu l’ultima udienza del processo [ https://urly.it/33k9g ] e nonostante siano passati ormai 7 anni dalla contestazione del 2012, ci ricordiamo nitidamente quanto accaduto – compreso il fatto che ad essere aggrediti dagli agenti della Digos e della Squadra mobile siamo stati noi e solo per aver esposto uno striscione che chiedeva “Stop alle violenze della polizia! Numeri identificativi sulle divise subito!”. Una richiesta quella dei codici identificativi più che legittima e che continua ad essere avanzata – senza ascolto – da tante realtà ed organizzazioni della società civile, tra le quali anche Amnesty International, e che vede l’Italia ancora inadempiente nonostante le sollecitazioni del Parlamento europeo e del Consiglio sui diritti umani delle Nazioni Unite.
Nonostante anni in cui le pratiche di attivazione sociale e di disobbedienza attiva hanno conquistato spazi e nuovi diritti per le persone senza casa, con la conquista e il pieno riconoscimento istituzionale di due spazi sociali cittadini che rispondono ad una pluralità di bisogni, Casa Madiba Network e Casa Don Andrea Gallo per l’autonomia, dalla Procura di Rimini emerge chiara la volontà di criminalizzare e colpire un ciclo di lotte importanti nate e sviluppatesi proprio in quegli anni e di pari passo costruire un quadro di condanne volte a limitare la libertà e l’agibilità politica e sociale dei e delle militanti più attivi/e.
In questa scelta politica agita all’interno delle aule del Tribunale di Rimini ci ritroviamo anche la decisione di denunciare ed indagare un attivista di Casa Madiba Network per l’aperitivo antifascista promosso lo scorso maggio da numerosi cittadine e cittadini che in maniera autoconvocata ed autorganizzata hanno deciso di esprimere la propria contrarietà di fronte alla scelta politica operata dalle istituzioni, ed in particolare dal presidente della provincia Riziero Santi, di concedere per la prima volta la sala provinciale del Buonarrivo (una delle poche sale pubbliche in centro storico, punto di riferimento di numerose associazioni e realtà del territorio impegnate contro ogni forma di esclusione e discriminazione) a Roberto Fiore, ex terrorista nero, in occasione del comizio di Forza Nuova in vista delle elezioni europee.
Una scelta che ha mostrato la totale assenza di coraggio da parte dello stesso e del suo partito di riferimento, il PD, ma anche una piena e grave responsabilità politica poiché ha significato sdoganare ulteriormente un’organizzazione dichiaratamente neofascista come Forza Nuova. A tal proposito ci domandiamo a distanza di alcuni mesi cosa stiano facendo le istituzioni per evitare il riproporsi di situazioni analoghe. È stato cambiato questo regolamento per la concessione delle sale?
Questo mese inoltre sono iniziati due procedimenti importanti che coinvolgono numerosi attivisti ed attiviste: uno è quello relativo ai fatti avvenuti a Marzo 2016 davanti al supermercato Conad in via Dario Campana quando un tumulto antirazzista ha risposto alle provocazioni e pretese di agibilità, a 500 metri da una casa per l’accoglienza degna delle persone senza fissa dimora, di un gruppo di nazisti che quella mattina erano organizzati nella promozione di una raccolta cibo solo per gli itaGliani con i loro cartelli inneggianti all’odio verso gli ultimi.
L’altro è quello riguardante la giornata del 20 Maggio 2015, in occasione della quale vennero eseguiti lo sgombero di Villa Florentina ed Eva e lo sgombero ed il sequestro degli spazi di Casa Madiba Network. A distanza di 3 anni, e dopo il riconoscimento anche istituzionale del lavoro sociale svolto mediante l’assegnazione degli spazi di via Dario Campana attraverso un istruttoria pubblica e partecipata che abbiamo conquistato dopo l’ipotesi di una gara/bando per l’assegnazione degli spazi, convenzione peraltro recentemente rinnovata per altri tre anni, ci chiediamo quale sia l’obiettivo della Procura e di alcuni funzionari dei carabinieri del Comando locale se non quello di una persecuzione giudiziaria nei confronti delle persone che più si sono spese per lo sviluppo e l’articolazione delle progettualità sociali e politiche nate all’interno dell’esperienza del network solidale in questa città. Mentre altrove dovrebbe essere posato il loro sguardo a partire dalla crescita sempre più efferata di forme di grave sfruttamento lavorativo, dalle tante illegalità presenti nel tessuto produttivo, alle infiltrazioni malavitose e criminali nel territorio.
Venerdì 6 Dicembre alle ore 20:00 presso Casa Madiba Network è stata organizzata una Cena Sociale Vegetariana Benefit per spese legali di Casa Madiba. Sostenere le spese legali è un po come dire, tutti e tutte insieme, che quello che abbiamo è quello che ci siamo presi, che senza queste pratiche e forme di disobbedienza, che senza le rivendicazioni pubbliche dei diritti per tutti e tutte, che senza la promozione del riscatto sociale di chi era messo ai margini, non ci sarebbe stato quello che oggi siamo: un Guardaroba Solidale contro l’industria tessile e per il mutualismo come pratica di attivazione per i più poveri, uno spazio femminista, una casa di accoglienza per persone senza dimora (che in tre anni ha accolto 138 persone senza casa), uno spazio di attivazione e autorganizzazione sindacale, un mercatino di produttori indipendenti, uno sportello per i diritti di tutti, uno spazio di produzione culturale e di inchiesta sociale, una scuola di italiano per adulti, tirocini e percorsi di attivazione per studenti con disabilità certificata, un percorso di urbanistica partecipata per la comunità Madi_Marecchia, una rete spreco zero sul recupero alimentare e del vestiario, una Cucina Sociale per attivare percorsi professionalizzanti e capacitanti, uno spazio bimbi, un orto sociale, un network sociale di nuovi diritti.
Lottare è giusto, e le attivazioni per la giustizia sociale e climatica non possono e non devono rimanere chiuse nell’alveo del diritto penale.
Le prenotazioni sono aperte e si possono fare telefonando ai seguenti contatti:
📞 Nicolò: 3737879877
📞 Bibo: 3201137401
Anche questo è un modo per esserci e per ribadire che attivarsi per rivendicare nuovi diritti, per rispondere ai bisogni degli ultimi, non delegare ma essere protagonisti/e della propria vita non può essere reato.
Partecipiamo, informiamoci, attiviamoci! Nessuno/a deve rimanere solo/a!
CASA MADIBA NETWORK
6 ANNI – COSA PUÒ’ UNO SPAZIO SOCIALE!
Tutti gli appuntamenti della due giorni per festeggiare i 6 Anni di Casa Madiba:
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casamadiba.net