Il tema dell’accoglienza degna dei popoli in fuga da guerre e cambiamenti climatici e dell’emergenza abitativa non può ridursi ai finanziamenti o agli investimenti o al tema della legalità.
L’esperienza di Casa Madiba Network dimostra che quel che conta non sono i soldi ma la progettualità e la proposta politica oltre all’attivazione della cittadinanza e delle loro competenze.
Si tratta pertanto di un nuovo modo di affrontare l’emergenza abitativa che interroga la società e la crisi dei processi democratici e partecipativi nella misura in cui sono le nuove forme di cooperazione sociale a trovare delle soluzioni e non la politica. Per poterlo fare spesso si è costretti a praticare illegalità occupando ad es. edifici vuoti come mezzo non come fine.
Chi non vuole riconoscere questo non è solo miope ma anche stolto.
Ieri sera abbiamo fatto una lunga assemblea per discutere dell’incontro con l’amministrazione comunale. Accogliamo positivamente che rispetto ad una procedura come il bando, l’amministrazione comunale abbia proposto l’istruttoria pubblica, più accessibile e trasparente oltre ad essere meno gerarchizzante e vincolante rispetto alla proposta progettuale. La riteniamo una piccola vittoria, di certo non esaustiva, delle lotte che abbiamo portato avanti in questo ultimo anno sul tema dell’emergenza abitativa e nelle ultime settimane grazie all’aiuto di tanti e tante.
Tuttavia troviamo assai ridicole le affermazioni del deputato Pd Arlotti. Mentre con l’assessore alle politiche sociali, Gloria Lisi, si apre un dialogo intorno al tema della repressione evitando di schiacciare il conflitto sociale e il riutilizzo di strutture sfitte per scopi abitativi su un piano di ordine pubblico, c’è chi, proprio come Arlotti, invita alla macelleria messicana (sgomberi e manganelli).
Si ricordi quest’ultimo che il Pd ha poco da parlare di legalità, dai candidati impresentabili come De Luca, indagato per il reato di concussione continuata, all’ultima denuncia per turbativa di pubblico servizio ricevuta dal sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, durante una festa al Museo di Rimini. E solo per citarne alcune di attualità.
L’illegalità praticata – come strumento di emersione delle gravi situazioni di emergenza in cui versano centinaia di sfrattati e senza tetto in tutto il territorio provinciale – non è il fine ma il mezzo (come dicevamo prima) per evidenziare un problema di carattere sociale che ci riguarda tutti/e e non ha nulla a che fare con quella praticata dai poteri forti o dalla costa corrotta che è sempre agita come privilegio o torna conto personale (vedi il candidato alla Regione Campania De Luca). L’illegalità è spesso un terreno obbligato per chi vuole affermare nuove diritti perché la “democrazia” oggi ha assunto sempre più forme autoritarie e dispotiche, le sue stesse istituzioni e strutture portanti non sono più democratiche.
Compito della politica sarebbe quello di riformarsi e riconosce queste pratiche, costruendo una cornice formale affinché queste esperienze innovative possano propagarsi nei territori e rispondere ai bisogni nati dalle macerie di questo sistema economico.
O l’umanità o il neoliberismo/barbarie.
Non ci sembra impossibile farlo. L’amministrazione comunale deve decidere se consegnare queste progettualità alla mano repressiva dello Stato o riconoscerne la potenza effettiva per trasformale in progettualità partecipata e costituente di un nuovo modo di produrre welfare in un momento storico in cui esso è stato del tutto smantellato e quello che c’è è insufficiente per rispondere ai vari bisogni. Il denaro può molto ma non è tutto, Casa Madiba è lì a ricordarcelo.
Per questo si avvii subito un cantiere di lavoro fra le forze politiche, i movimenti e le associazione anti austerity per elaborare delle proposte fattive atte a risolvere il problema dell’emergenza abitativa e si attivi contestualmente a livello comunale/amministrativo, come abbiamo richiesto, un tavolo operativo e progettuale. Non ultimo abbiamo chiesto all’assessore Gloria Lisi che sia fissato un nuovo incontro per mettere a verificare le nostre proposte anche rispetto al riutilizzo del Villino Ricci per scopi abitativi.
Ci vediamo domani, domenica 31 maggio dalle ore 18.00 per il “Sardoncini Party” musica e poesie dialettali per tutto il quartiere.
#UnaCasaPerTutti #StopEdificidio #RedditoVsSfruttamento
Casa Madiba Network – Villino Terasa Ricci riutilizzato