Emergenza Homeless a Rimini: #UnaCasaPerTutti #perlautonomia
Dal 24 dicembre del 2015 tantissime sono state le persone che si sono rivolte alla Casa Don Andrea Gallo per chiedere ospitalità o per portare materiali per la raccolta solidale e rendersi utili a sostegno dei nostri concittadini in grande difficoltà.
Continuano poi ad arrivare quotidianamente persone in difficoltà alla ricerca di un posto al caldo dove poter passare la notte. I solo 40 posti letto con cui, in un’ottica alquanto surreale, qualcuno ha potuto pensare di dare soluzione ad un’emergenza abitativa reale e tangibile (300 homeless stanziali in città, 2.000 quelli censiti nel rapporto Caritas) confermano come chi governa, dal locale al globale, non solo non abbia chiara la portata della problematica, ma fanno venire alla luce situazioni e storie personali gravissime, di abbandono, come quella che purtroppo abbiamo dovuto registrare in questo fine settimana.
Mentre la “politica” si occupava della legittimità, della “legalità” di un banchetto che per strada davanti al Villino Ricci (un luogo non neutrale ma un avampost o territoriale contro la crisi e la povertà) raccoglie e distribuisce indumenti gratuitamente, in un processo di mutualismo nella crisi “dalla gente per la gente”, nella notte tra Venerdì e Sabato un homelesrls disabile, costretto su una sedia a rotelle, veniva cacciato nel cuore della notte fuori dalla stazione di Rimini dalla Polizia perché li non si può stare; gli veniva così precluso, nel pieno della notte, la possibilità di poter passare al riparo quelle che per molti sono le ore del riposo, ma che evidentemente qualcuno pensa che non tutte le persone abbiano il diritto di passare.
La persona è stata accolta a Casa Don Andrea Gallo, dove vista la gravità del caso, abbiamo deciso di andare oltre il limite massimo di capienza (siamo in 42!!!), ma dove però non crediamo debba rimanere, vista l’inadeguatezza della struttura ad ospitare tali situazioni.
Un caso di abbandono istituzionale, transitato peraltro in altre strutture di accoglienza, che va ad aggiungersi agli altri che abbiamo registrato in questo primo mese e mezzo; persone costrette per strada nonostante patologie gravi, tumori, cirrosi epatica, seguite dai servizi in varie forme, ma lasciate al completo abbandono, nella totale solitudine, senza un posto dove poter stare per quanto concerne il diritto all’abitare. Questo è illegale per noi!
In questo primo mese e mezzo abbiamo dovuto, purtroppo, stilare una “lista d’attesa” con tutte quelle persone che non riusciamo ad accogliere per mancanza di spazio, di posti letto a disposizione, che dimostra come la situazione nel territorio sia drammatica, come non sia assolutamente chiara l’entità del fenomeno, dell’emergenza che si continua a far finta di non vedere, che si continua a trattare come fosse un problema di “altri”, facendo pensare alla cittadinanza che 40 posti letto per 4 mesi siano la soluzione all’emergenza.
Le case ci sono, 15.000 quelle sfitte nel territorio di Rimini, andrebbero riutilizzate e riqualificate, improntando percorsi formali che diano piena legittimità a chi sta sperimentando e producendo dal basso nuovo welfare, come accaduto con il Villino Ricci… che però è stato sequestrato.
Le parrocchie che accoglieranno i profughi, l’esperienza innovativa della Casa Andrea Gallo (Don) per l’autonomia, la solidarietà attiva della Rimini degna che partecipa alla raccolta solidale per la casa con tante donazioni o al Guardaroba Solidale Madiba, ci sembrano segnali importanti da cogliere perché nessuno rimanga solo, perché l’accoglienza degna e il diritto alla città siano l’orizzonte comune per costruire una città che sappia guardare e contribuire ad un futuro di pace, sicurezza, benessere per tutti e tutte. Prima le persone, prima di tutto, delle leggi, delle banche!
Casa Andrea Gallo (Don) per l’autonomia
(*) nella foto il corteo del 24 dicembre che da Casa Madiba Network ha raggiunto Casa Andrea Gallo (Don)