Non accettiamo lezioni di democrazia da chi giudica senza confrontarsi ed è costretto a parlare di assurdità (fare il guardaroba solidale sulla statale) per avvalorare le proprie tesi povere di contenuto ma solo di evidente astio. Rivendichiamo con forza la politicizzazione del nostro agire sociale poiché è proprio ripartendo dalla politica “dalla gente per la gente” che questa parola può ritrovare il suo giusto significato, cioè occuparci di ciò che ci riguarda, del benessere collettivo e non individuale. Non accettiamo la divisione fra Politico e sociale che poi si traduce nella rappresentanza e nel meccanismo della delega. Vogliamo esserne protagonisti, per questo lottiamo.
Oggi più che mai dobbiamo occuparci di ciò che è nostro, di tutti e di tutte. Oggi più che mai agire nel sociale significa scontrarsi con i dispositivi della governace neoliberale (dei sindaci esecutori dei diktat del Governo tanto quanto quelli delle tecnocrazie finanziarie europee) che si traducono in un’ideologia legalitaria nella gestione amministrativa della vita civile e sociale con sgomberi, multe, polizia e cancellazione della democrazia grazie ad una gestione proprietaria del territorio.
Chi decide le regole? Chi decide cosa è giusto e in nome di quale principio? Per questo abbiamo proposto l’apertura di un percorso pubblico per la stesura di una Carta per il diritto alla città.
Risulta poi strano che si lamenta un sedicente abitante di via Ceccarelli quando il Guardaroba solidale si svolge in via Fracassi (la lettera è un copia incolla di un post facebook di una persona evidentemente frustata), una strada dove proprio nel lato dove si svolge il guardaroba, ricordiamo non da una settimana ma da BEN DUE MESI, vi è costantemente una colonna di auto parcheggiate che queste si invadono la carreggiata. E poi perché proprio ora il controllo poliziesco e la multa? Perché questa azione della Polizia Municipale rientra dentro un’operazione più ampia in esecuzione del nuovo Regolamento di Polizia Urbana, quello del decoro e della sicurezza a senso unico che colpisce in maniera indiscriminata i poveri della città ma limita al contempo i cittadini e le cittadine rispetto all’esercizio del DIRITTO ALLA CITTÀ, negando i diritti a qualcuno si finisce per ledere i diritti di tutti e tutte, madre terra compresa. Chi decide cos’è giusto? Come si promuove la sicurezza e la lotta al degrado? Come si difende l’ambiente e rigenerano spazi della città?Come ci si rapporta alle pratiche di mutualismo che rispondono a dei bisogni primari come una casa, vestiti, cibo, salute con nuovi fatti normativi o denunce, processi, sequestri e multe?
Pratiche che spesso, vogliamo ricordarlo, si muovono sul terreno della disobbedienza civile ad una legalità che è l’altra faccia della medaglia dell’austerità e dell’impoverimento diffuso e senza tutele sociali che colpisce tutto il popolo, il lavoratore autonomo tanto quanto l’homeless. Pratiche che portano alla conquista di nuovo welfare e di nuovi diritti per tutti e tutte, come accaduto dopo il sequestro del Villino Ricci con la nascita della Casa Andrea Gallo per esempio.
Al sedicente abitante di via Ceccarelli vogliamo poi ricordare che il Guardaroba Solidale si svolge già a Casa Madiba Network, due pomeriggi a settimana e proprio ieri sono venute 25 persone a chiedere aiuto ma anche molto volenterose a cambiare. Abbiamo predisposto un questionario di inchiesta per dare una lettura delle condizioni sociali che hanno determinato le cause e su quelle produrre analisi e risposte.
Il Guardaroba Solidale Madiba mercoledì è stato multato e sequestrato per alcune ore perché, oltre al Regolamento della Polizia Urbana, si svolgeva davanti a un luogo (il VILLINO RICCI) che rappresenta un laboratorio politico importante, dove si sono svolte decine di assemblee, alcune delle quali partecipatissime e con la presenza di deputati, consiglieri regionali e comunali per discutere dei problemi della città, in una prospettiva costituente. Chi siamo, cosa vogliamo, dove vogliamo andare, cosa serve fare.
Per questo Sabato alle 17.30 faremo un’assemblea pubblica e Mercoledì saremo di nuovo in via Fracassi.
Perché è un nostro diritto a prescindere da un cavillo burocratico che dice che noi siamo illegali.
Illegale è la povertà, illegale è lo sfruttamento lavorativo e la precarietà di vita tanto del lavoratore/trice autonomo/a che del lavoratore/trice migrante, illegale è tenere 15.000 case sfitte e vuote quando 300 persone vivono stabilmente in strada con altre 2.000 censite e presenti nel territorio e 2.300 persone sono in lista d’attesa per un alloggio popolare. Il record italiano per numero di sfratti (uno ogni 154 famiglie) in relazione alla popolazione residente. Questo è illegale.
Restituite il Villino Ricci alla città, a chi ne ha bisogno e saprà farne buon uso, così il Guardaroba Solidale si sposterà nel giardino. Questa sarebbe un’azione sensata e politicamente rilevante e istituente.
Casa Madiba Network