FLASH MOB UNA CASA PER TUTT*
Domenica 25 Ottobre ore 16.30
@Piazza Cavour
Dopo un modello di turismo fordista balneare che ha caratterizzato la fase iniziale di costruzione urbanistica del territorio anche Rimini, nell’ultimo decennio, ha investito sempre più verso processi di museificazione/mercificazione del centro storico e delle zone limitrofe, sul branding urbano (Fellini e co,) e le nuove tendenze della città vetrina.
Con la pandemia globale anziché mettere in discussione questo modello basato su una monocultura come quella turistica, che fra l’altro produce povertà (persone senza casa e in precarietà abitativa) e lavoro povero, proprio come avviene nella filiera agricola che si mantiene in piedi grazie al lavoro schiavistico e paraschiavistico, si è spinto maggiormente su di esso.
Per queste ragioni a partire dalle riflessioni che sono scaturite a seguito dell’Appello “Emergenza Covid e Accoglienza” e della “Tavola rotonda sul diritto all’abitare e le Persone senza dimora”, oltre alla Campagna per costruire una “Rete Di Affittuari Solidali”, sentiamo la necessità di riprendere anche un piano pubblico di attivazione e mobilitazione su questi temi in particolare oggi intorno al nodo del diritto all’abitare e in pieno ritorno ad una condizione di eccezionalità con il nuovo DPCM e l’aumento dei contagi.
Perché “Rimini è bella” non basta, perché sentirsi dire da tanti pezzi del mondo sociale quanto siamo bravi non basta. Perché leggiamo nei nostri Sportelli, attraverso il nostro lavoro come operatori e operatrici sociali, nell’attivazione sindacale e nella militanza politica, tanta sofferenza che manca nella narrazione delle élite locali e della realtà che viviamo.
Uno di questi è il tema dell’accesso alla casa, della possibilità per tutte e tutti di avere un tetto sopra la testa, la possibilità di accedere al mercato immobiliare, viziato e spesso blindato a causa di affitti annuali che hanno lasciato sempre più il passo a quelli stagionali, con un incremento dei prezzi di 3-4 volte durante la stagione estiva ma anche di un razzismo sempre più diffuso che esclude ogni possibilità di affitto sulla base del colore della pelle.
Vi è la mancanza di una prospettiva politica forte di intervento sulle persone povere, su chi è senza dimora (PSD), su chi pur lavorando durante la stagione non riesce ad assicurarsi una stabilità economica perché il lavoro prodotto dal sistema economico locale è lavoro povero e sottopagato.
Ci stiamo avvicinando alla stagione invernale e una pandemia sanitaria ancora in corso e che si sta aggravando, con due strutture su tre che si occupano di accoglienza per le PSD chiuse, senza uno spazio diurno a disposizione, con servizi essenziali (distribuzione vestiario, servizio docce, distribuzione pasti) ridotti all’osso, con Circolari ministeriali (vedi quella firmata dal ministro Lamorgese il 14 agosto 2020) e Decreti Legge che aumenteranno il numero dei senza-tetto in città (al momento oltre 300 persone) con un’emergenza sanitaria che ci ha mostrato chiaramente la necessità di ripensare alla base e a 360° i Servizi rivolti alle PSD.
Proprio in questi giorni e all’indomani dell’assembela cittadina Una casa per tutt* abbiamo appreso, da una nota stampa del Comune, che i fondi stanziati per l’emergenza Covid dedicati alla grave marginalità adulta, saranno dedicati per l’ennesimo Piano freddo improntato sull’emergenza e ricorrendo all’affitto di strutture alberghiere per un numero di letti uguali a quelli ordinari venuti a mancare dall’inizio della crisi COVID-19, con la chiusura dei dormitori notturni.
Ci domandiamo, perché non utilizzare le risorse stanziate per l’emergenza sanitaria per sviluppare forme diffuse e diversificate di accoglienza sul territorio, sul modello dell’hounsing first, così da rispondere ai bisogni di una platea di persone senza casa che non è omogenea e utilizzando tutte le strutture esistenti? Perché continuare a cercare la soluzione al problema casa nell’affitto delle strutture ricettive per alcuni mesi – che sono tra le cause a monte del cortocircuito che vediamo – senza pensare a destinare ad un uso sociale strutture sfitte e chiuse, che in molti casi rappresentano veri e propri obbrobri delle zone costiere?
Sappiamo che vi è una carenza strutturale in tutto il sistema del Welfare statale, oltreché una condizione di forti disagi per i lavoratori e le lavoratrici del pubblico impiego, impiegati negli assessorati al Welfare, spesso oberati di incarichi e sottorganico, così come gli operatori e le operatrici sociali dei settori sociosanitari e dell’accoglienza, sempre più precari e spesso sotto il ricatto degli appalti e di un contratto che non riconosce appieno diritti e salario, ma ci pare evidente che gli ultimi mesi, ad ogni livello istituzionale, si sia perso molto più tempo a celebrare ”la dolce vita” e i grandi eventi che nella nostra città sono proseguiti fino ad Ottobre anziché pensare alle cose che servono.
Era il 2013 quando occupammo Casa Madiba. Rimini era la prima città in Italia per numero di sfratti eseguiti in rapporto alla popolazione residente; era l’inverno del 2014/2015 quando 8 persone nella nostra città persero la vita perché non avevano un luogo degno in cui ripararsi.
Sembrano ricordi lontani; per non farli divenire nuovamente realtà occorrono risposte efficaci, concrete ma soprattutto nuove. Perché nuovo è lo scenario che sta plasmando la crisi sanitaria e la pandemia, perché nuovo è il mondo che vogliamo costruire. E nuovi devono essere anche gli strumenti per affrontare questa fase e pensare insieme un futuro possibile.
Per questo dopo la partecipata Assemblea di domenica, ci troviamo Domenica 25 Ottobre alle ore 16.30 in Piazza Cavour per il Flash Mob UNA CASA PER TUTT*.
Vuoi partecipare attivamente al flash mob?
Scrivici sulla pagina o mandaci una mail casamadiba@gmail.com . Ci vediamo per le prove Giovedì alle ore 20.00 a Casa Madiba.
**L’evento si svolgerà all’aperto nel rispetto delle disposizioni previste e nella cura comune di tutti e tutte i/le partecipanti, perché la salute è la prima cosa!