#GoodNews – Il gip del Tribuanale di Rimini, Vinicio Cantarini, ha rigettato la richiesta di archiviazione sulla morte di Florentina Ciobanu, la cameriera romena 33enne ritrovata cadavere nella cucina dell’albergo dove lavorava, e disposto ulteriori indagini sul decesso.
Era il 19 settembre del 2013 quando il tuo nome è entrato a far parte della nostra vita e delle nostre lotte contro il lavoro Gravemente Sfruttato nel Turismo.
Florentina ed Eva, due lavoratrici morte nelle aziende turistiche riminesi, senza che fossero mai accertate da indagini serie le cause di queste morti, frettolosamente derubricate a suicidio, all’instabilità psicologica di queste due lavoratrici descritte spesso come due psichiatriche sulla stampa, senza che mai fossero messe in rilievo le condizioni di lavoro, le modalità di reclutamento tramite agenzie transnazionali, il fatto che per alcuni periodi entrambe avevano lavorato in nero e al momento della morte nessuna delle due era stata ancora pagata.
A voi è stata anche dedicata l’occupazione dell’ex centrale Enel a Rimini del maggio 2015, denominata Villa Flo ed Eva, sgomberata insieme al sequestro di Casa Madiba Network il 20 maggio 2015, un progetto che si poneva l’obiettivo di creare un servizio di supporto abitativo per le lavoratrici e i lavoratori stagionali in transito nel territorio (http://bit.ly/2zgSUNs).
A Florentina ed Eva, abbiamo dedicato tante iniziative.
In particolare per Florentina abbiamo seguito insieme all’avv. Raffele Pacifico e all’ associazione Rumori Sinistri delle pratiche per il rimpatrio della salma, occupandoci della raccolta fondi e dell’ultimo commiato a Florentina (http://bit.ly/2yucSqC).
Ci siamo occupati noi, insieme alla giornalista Fausta Mannarino una giornalista seria che curò una controinchiesta sulla Voce di Romagna, dei rapporti con il marito nel paese di origine e della nomina dell’avvocato Raffaele Pacifico (http://bit.ly/2x2U7HT), legale della famiglia che si è costituita parte civile a pochi giorni dal decesso e che si è opposto con forza all’archiviazione nonostante gli attacchi subiti.
La nomina del legale venne infatti messa in discussione da una rogatoria internazionale (una prassi tra l’altro, non consentita dal codice di procedura penale), attraverso la quale il marito di Florentina chiedeva inspiegabilmente la revoca del mandato (http://bit.ly/2yPWke1).
‘Esiste una foto dove il marito di Florentina sta firmando la procura su carta intestata del mio studio – affermò l’avvocato Pacifico in conferenza stampa. Un lavoro, tra l’altro, fatto a titolo totalmente gratuito, da me, le associazioni coinvolte e la dottoressa Bruzzone, la criminologa interessata per il caso. Non ho idea di cosa possa aver spinto Viorel a firmare i documenti che gli sono stati proposti – conclude l’avvocato Pacifico. Nella comunicazione che mi è stata trasmessa mancano 8 allegati che non ho mai visto’. Intanto, ho depositato in Procura tutti gli atti ipotizzando il reato di falso e ho chiesto all’ordine professionale al quale appartengo, d’intervenire”. Questa vicenda fu chiarita e Viorel, il marito di Florentina, affermò che era stato costretto a firmare quei fogli, senza sapere bene cosa ci fosse scritto.
Ci hanno provato in tutti i modi per impedire che la verità venisse a galla, che le indagini proseguissero (http://bit.ly/2yQW3rr).
Per queste ragioni l’udienza di ieri e la decisione del gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, di rigettare la richiesta di archiviazione sulla morte di Florentina Ciobanu sono un risultato importante per chi ha da sempre chiesto verità e giustizia per queste due donne, per queste due lavoratrici stagionali vittime della violenza patriarcale che è intrinseca ad un modello produttivo nel turismo, quello della Costa Romagnola, dove il 60% della forza occupata e femminile.
Ora vogliamo la piena verità per Florentina, per Eva, per tutte le donne che hanno subito abusi sul lavoro, nelle aziende turistiche e spesso si trovano sole ad affrontare un lavoro dove i rapporti di classe sono imbarazzanti e dove il genere determina la mansione, il livello di sfruttamento, la precarietà e la nocività del lavoro.
#Maischiave #NonUnaDiMeno
ADL Cobas Emilia Romagna e Associazione Rumori Sinistri onlus
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