Ieri pomeriggio, presso la sala del palazzo Buonadrata, si è svolto il primo incontro con la presentazione del progetto Là dove c’era l’erba.. di cui Casa Madiba Network e l’associazione Rumori Sinistri sono collaboratori. Presenti tutti i candidati selezionati dal bando, 62 sulle oltre 170 richieste presentate. Tra questi anche Stefano, Marharyta e tre giovani abitanti di Casa Andrea Gallo (don), Yaya, Sharmarke e Camarà.
Dal prossimo venerdì il progetto entrerà nel vivo con l’incontro di diverse realtà che da anni si muovono sul terreno della salvaguardia della biodiversità e dei territori, abbracciando i temi della sovranità alimentare ma ponendosi anche il nodo della sostenibilità economica dei progetti stessi. E ciò rappresenta in fondo il cuore del progetto Là dove c’era l’erba..: 10 incontri con teoria e pratica che abbracciano i temi sopraccitati ma che puntano ad offrire anche la possibilità ai giovani partecipanti under 35 di sviluppare le loro idee mediante l’attivazione di start-up o altri progetti di impresa.
Come soggetti collaboratori abbiamo voluto mettere a disposizione e a valore la progettualità dell’Orto Madiba, orto urbano autogestito ogm-free, nato a maggio 2014 da rivendicazioni che tengono insieme aspetti ambientali e sociali: la creazione di reti sociali e solidali, la difesa del diritto alla salute e a consumare cibo sano per tutti, la difesa delle produzioni agricole di prossimità e sostenibili, tutela del territorio e della biodiversità ma anche un’alternativa concreta alla povertà, specifico prodotto dell’attuale modello di produzione neoliberista che cerca di estrarre i maggiori profitti sfruttando i suoli e le persone. I preoccupanti cambiamenti climatici che osserviamo negli ultimi tempi così come i profughi climatici, ovvero persone costrette a lasciare la propria terra perchè questa non offre più possibilità di una vita degna in seguito al depauperamento violento e all’impoverimento di quelle terre agito dall’Occidente sono qui a palesarcelo. O i diritti sono per tutti o non sono per nessuno, Pacha Mama compresa.
Di seguito uno stralcio del progetto presentato da Stefano, Marharyta, Yaya, Sharmarke e Camarà
I custodi del cibo
Il progetto prevede di utilizzare una serie di spazi verdi cittadini che versano in stato di abbandono e degrado per dedicarli ad esperienze di orticoltura urbana partecipata. Tra questi, ci piacerebbe inizialmente concentrare le nostre azioni per
implementare un percorso già presente in città, quello dell’Orto Madiba, un orto urbano autogestito biologico, che guarda alla salvaguardia della biodiversità e alla riappropriazione di terra e spazi abbandonati, sito nel parco Marecchia di Rimini nella zona adiacente l’ex stamperia comunale e il centro sociale degli anziani.
I principali obbiettivi sono:
- Valorizzare aree inutilizzate, riqualificandole dal punto di vista ambientale e urbano, producendo alimenti biologici di qualità;
- Creare centri di aggregazione sociale che riuniscano giovani e anziani, italiani e migranti; stimolare la partecipazione cittadina nei quartieri e la riscoperta del valore del cibo e del fare comunità;
- Creare opportunità di reddito per porzioni della popolazione cittadina che versano in situazioni di disagio economico e forte povertà, favorendo l’attivazione delle persone stesse a partire da conoscenze e risorse personali;
- Creare forme di economia circolare, potenziando la filiera agroalimentare a km0 e ricercando forme di dialogo e beneficio comune con le realtà limitrofe del territorio;
- Valorizzare e recuperare colture e tipicità gastronomiche locali tradizionali;
- Attraverso l’applicazione dei principi dell’agro-ecologia, creare opportunità di educazione ambientale per scuole di ogni ordine e grado, ma anche associazioni, comitati di quartiere, etc..