Lontano dagli occhi, lontano dal cuore..ovvero come snobbare le istanze sociali
Ieri pomeriggio in risposta alla lettera di diffida recapitata ai presidenti delle associazioni Rumori Sinistri e No Border, che sfoggia da parte del Comune nuovamente il ricorso alla forza, all’ordine pubblico, agli sgomberi e ai manganelli di fronte a risposte nuove che si sono costruite dal basso in merito ad istanze vecchie e nuove (migrazioni e accoglienza; emergenza abitativa; sicurezza sociale; urbanistica; diritto alla città;..), gli e le abitanti di Casa Andrea Gallo (don) #perlautonomia, i/le volontari/ie che in questi mesi hanno sostenuto l’attivazione e il protagonismo degli abitanti e, insieme a questi, dato vita ai numerosi servizi e attività che oggi animano l’esperienza di Casa Gallo, nonché i/le cittadini/e solidali che – nel silenzio complice e disgustoso che avvolge il futuro di questa esperienza così come tanti altri temi fondamentali per il futuro della città in cui viviamo – hanno supportato in questi mesi il progetto della Casa si sono trovati all’esterno del Consiglio comunale.
All’ingresso del Consiglio comunale, t-shirt e maglie stese a terra dai volontari e dagli abitanti, ricordavano ad assessori e consiglieri che le 40 persone che oggi vivono a Casa Gallo, le 70 che hanno trovato una soluzione abitativa in questi mesi e le oltre 100 che hanno usufruito dei vari servizi (docce, colazione e merenda, Sportello Salute, Sportello d’ascolto, Guardaroba Solidale,..) non sono sagome di passaggio, non sono stracci da buttar per strada quando le temperature climatiche aumentano, non sono povere pezze da commiserare, sono uomini e donne che in questi mesi con fatica e determinazione hanno scritto e dato vita ad una sperimentazione di nuovo Welfare intorno al tema del diritto all’abitare e dell’accoglienza degna, confermando che la casa è la prima cosa, la prima sicurezza da cui ripartire.
“Siamo stufi di veder commemorare i morti da chi non fa nulla per i vivi” ha affermato nei giorni scorsi Andrea Costa, uno dei volontari della Baobab experience, il centro autogestito per migranti transitanti a Roma, dopo il nuovo sgombero avvenuto il 30 settembre scorso. Sono parole che in questo momento ci rappresentano in maniera piena, perché tracciano bene la linea netta tra chi in questo presente nero, di precarietà diffusa, di ricatti, di guerra, di fili spinati, di egoismi e razzismi prova a dare risposte concrete, efficaci per migliorare poco a poco le condizioni di vita, tracciando un elenco delle priorità – le persone, gli esseri umani prima di tutto – ascoltando quello che i nuovi cittadini possono insegnare e raccontare e a partire da tutto ciò mettere le basi per una nuova città, quella di domani. E chi con arroganza, con supponenza, amministra la città senza mai domandarsi chi sta rappresentando, chi potrebbe rappresentare; quali sono i temi che andrebbero messi nell’agenda politica e quali gli strumenti più efficaci per affrontarli, quale il modo per tutelare una città e chi la vive; come garantire la sicurezza sociale tutelando ad esempio i diritti e non escludendo. Una linea netta che demarca chi ha perso la vergogna e l’umiltà nel tempo in cui ha deciso di dedicarsi alla cosa pubblica per mantenerne lo status quo e far progredire la propria carriera. Tra questi ultimi vi sono anche coloro che ieri sedevano all’interno dell’aula del Consiglio comunale, Gloria Lisi in primis, vicesindaco e assessore con delega al sociale e all’emergenza casa che di questi temi dimostra sempre più noncuranza e disaffezione.
Il presidio partecipato di ieri è stato un passo, tanti ce ne sono stati e tanti altri ne faremo per difendere Casa Gallo, in particolare quello che ha saputo esprimere questa sperimentazione a costo zero, i bisogni che ha saputo raccogliere e a cui ha risposto, le contraddizioni che ha sollevato, le suggestioni che ha posto a chi sta governando la città. Suggestioni vere, che riguardano tutte e tutti, nessuno escluso.
Oggi pomeriggio una delegazione di volontari della Casa e dello Sportello “Diritti per Tutti” incontrerà il questore Improta per portare alla sua attenzione alcune criticità relative allo status giuridico dei migranti accolti presso Casa Gallo, tra queste il tema dirimente e prioritario dei dinieghi delle richieste di protezione internazionale e della conseguente continua produzione di clandestinità e marginalizzazione di questi cittadini, esposti a sfruttamento e ricatti.
Anche questo significa continuare a portare avanti l’esperienza di Casa Gallo, continuando a rendere possibili un riscatto e un reinserimento sociale delle tante persone, fino a poco tempo fa o tuttora, invisibili.
Casa Andrea Gallo (don) #perlautonomia
Le foto del presidio:
Ph Dado
Il servizio di Altarimini