Open Call – Rimini Calling! What For ? TAZ Cronache da Rimini, Europa

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RIMINI CALLING!
WHAT FOR?
Cronache da Rimini, Europa

Laboratorio internazionale migrante delle politiche territoriali attive

26-27-28 giugno 72 hours action luogo a sorpresa

CON e PER Casa Madiba Network insieme a amic*, compagn*, migrant*, amator*, student*, opera*, artist*, studios*, barbon*, casalingh*, pensionat*, flâneurs e flâneuse, vicin* di casa, can* randag*, bagnin* and many many others ci ritroviamo per ballare sognare e sperimentare nuove forme d’azione trasversale dal basso contro le politiche repressive e di marketing delle governance locali e (inter)nazionali.

urge urge urge

Rimini, Rimini, Rimini è in questo territorio che sono state sperimentate le ultime riforme del lavoro che hanno preparato il Jobs Act: cancellazione dei diritti e annullamento della dignità di lavoratori precari e stagionali (oggi si lavora con i VOUCHER!). Qui dove l’impresa è parte integrante del doppio Stato, sempre più forte con i deboli e debole con i forti. Per questo ci fanno odiare le lavoratrici rumene degli alberghi e i venditori ambulanti migranti e non chi ci spreme come limoni nei bar, negli alberghi, nei ristoranti, in spiaggia 12 ore al giorno, senza giorno libero, né malattia e con sempre meno ammortizzatori sociali e Stato sociale. Nel frattempo vengono spese ingenti risorse pubbliche in marketing turistico, grandi eventi, proroghe e deroghe speciali per gli amici degli amici. Un lavoratore stagionale o una lavoratrice stagionale non sempre riescono a garantirsi il pagamento dell’affitto per questo diversi di loro hanno deciso di occupare a Rimini. Per questo Villa Florentina ed Eva, l’occupazione dedicata alle due lavoratrici morte nelle aziende turistiche del territorio in circostanze non ancora pienamente chiarite.

20 maggio – l’amministrazione Pd del sindaco Gnassi sgombera con generoso spiegamento di forze Casa Madiba Network e Villa Florentina ed Eva, laboratori politici e culturali e soluzioni abitative per migranti e senzatetto di ogni provenienza. Confini e muri di questi tempi si riproducono a dismisura e la residenza è il nuovo fronte di esclusione da quel poco di Stato sociale che è rimasto.
23 maggio – il corteo di protesta a seguito degli sgomberi Madiba Street Parade si conclude con l’occupazione del Villino Ricci. La giunta si spacca. La città si anima. La partecipazione intorno al Network di Casa Madiba cresce ogni giorno diventando un movimento. Il sindaco Gnassi deposita l’ordinanza di sgombero del Villino Ricci.
Nel frattempo Gnassi si prepara a inaugurare il cartellone auto-promozionale Rimining (il nuovo brand del 2015 per i grandi eventi marchiati EXPO) e un evento artistico e culturale al cinema abbandonato Astoria. Con la riapertura del Cinema Astoria Gnassi si attribuisce il patrocinio di forme culturali innovative che riprendono gli slogan della partecipazione e dei beni comuni sviluppati nell’ambito dei teatri occupati, riabilitando la propria immagine nonostante le pratiche di repressione attuate nei confronti delle esperienze territoriali realmente autogestite e partecipate quali Casa Madiba. L’evento inaugurale prepara l’assegnazione concordata del Cinema Astoria a lungo termine, in modo diametralmente opposto agli impedimenti avanzati per l’assegnazione dell’edificio sequestrato dopo lo sgombero di Casa Madiba, per il quale sembrano imprescindibili procedure quali il bando o l’istruttoria. I fatti di Rimini riaccendono il conflitto tra relazioni politche, governance del territorio e produzione culturale. In termini concreti: diritto all’abitare, lavoro, città migrante.
9 Giugno – “Operazione Titano, Chili di ‘neve’ sul Coconuts”. Il locale di punta della Rimining istituzionale (made in PD by Co. Gnassi) è chiuso per un mese da un’ordinanza della Questura, una ventina di arresti per un giro di cocaina che, in una sola notte, poteva portare i pusher a vendere 1,5 chili di ‘neve’. Non solo armi, estorsioni, denaro falso. Dalle indagini emerge un mondo parallelo al divertimento perfettamente legalizzato. Fra gli arrestati Fabio Paesani, fra gli indagati Lucio Paesani il fratello maggiore, presidente del Comitato Rimini Porto, entrambi grandi amici del Sindaco, Andrea Gnassi. Con lui sono sempre presenti – fianco a fianco – alle conferenze stampa di presentazione dei cartelloni dei grandi eventi (Molo Street Parade e Notte rosa WOW!) insieme ai rappresentanti delle altre associazioni di categoria: albergatori e commercianti.
12 Giugno – Il Carlino pubblica una notizia calunniante ai danni di Casa Madiba Network – dopo una soffiata da ambienti della Questura e della Procura. Senza aver chiesto un commento o una rettifica agli attivisti: “Pentito di Casa Madiba denuncia si pagava per dormire nella casa occupata”. La Procura apre un fascicolo per violenza privata ed estorsione. Procura e Questura utilizzano un alcolista anonimo precedentemente accolto ed allontanato dall’assemblea di autogoverno di Casa Madiba – a seguito di ripetuti episodi di violenza a danno di altri ospiti, attivisti e struttura – per sferrare un attacco inquietante: alludere al fatto che il progetto di accoglienza degna per i rifugiati e gli homeless della città, nato intorno al progetto di Casa Madiba Network, lucrasse su tali emergenze e disagi di natura abitativa. Più di 50 persone alla conferenza stampa indetta in risposta alle calunnie pubblicate dal Carlino a sostegno di Casa Madiba, ora un network di riferimento per le sinergie e sincronie della città che sperimentano nuove forme di coabitazione e coproduzione culturale. Altro che sfruttamento delle emergenze. Il danno sul territorio è l’esito di una governance top-down che sfrutta il brand Rimining e il conseguente sistema corruttivo e clientelare.
14 Giugno – sulla Stampa si apprende che il Coconuts cambierà nome, “potrebbe riassumere la vecchia denominazione “Bahamas”. Arrivano inoltre altre informazioni: “il Coconuts potrebbe infatti ottenere una deroga per la “Molo Street Parade” e la “Notte Rosa”. In particolare, per il primo evento quello di sabato 27 giugno, dovrebbe essere permesso il dj set sull’imbarcazione principale della serata con il logo dello storico locale.
19 Giugno – Ad una attivista di Casa Madiba Network viene comunicato dalla cooperativa con la quale lavora da 9 anni presso un Consultorio locale che la AUSL di Rimini ha chiuso la convenzione con la cooperativa e che il giorno successivo sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro.

Trasgredire le scene dell’ordine istituito nella città
mantenendo e liberando la sua animazione spontanea

Ogni territorio, in particolare quello presente di Rimini, è il catalizzatore delle forze che determinano non solo la distribuzione delle risorse abitative, ma è inscindibile anche dalle forme di lavoro e produzione culturale, laddove la liberazione/apertura di spazi in disuso, la messa in comune di conoscenze e strumenti, costituisce, per una sempre più estesa popolazione, stanziale e migrante, l’unica possibilità di essere parte attiva alla trasformazione del paesaggio come condizione di vita. Dagli intrecci, dalle interferenze, dalle contiguità di questi diversi layers della città contemporanea, esplorata anche attraverso occhi provenienti da lontano, scaturiscono nuove alleanze tra discorso e azione che trovano voce proprio negli spazi come quello di Casa Madiba, a sua volta alimentata dalle ramificazioni e dalle aggregazioni/falangi che si sono coagulate nel corso del tempo. E’ qui, nelle pieghe degli invasi antropologici, nelle transumanze urbane dell’agire periferico, che prende corpo una “terza lingua”, dove arte, incontro assembleare, produzione e modi diversi di coabitare sono compresi in un unico lemma, aperto alle invenzioni a cui guardano con bramosia le istituzioni culturali congelate nell’empasse di un cambiamento necessario ma annichilito dalla mancata condivisione di motivazioni tra distributori di contenitori e abitanti. E forse è questo il nodo che distingue le diverse attitudini dello stare nella politica della città, con la consapevolezza che non c’è Rimini e Bruxelles, ma un innesto “algoritmico” per cui Rimini è in Bruxelles.

Allora TAZ

RIMINI CALLING! WHAT FOR? 72 ore di sperimentazione, d’autogestione, di riflessione, di produzione culturale e politica – 26/27/28 giugno. Nella TAZ – What for (with who and how) > sessioni di lavoro, nella mattina e nel pomeriggio del 27 e 28 giugno, organizzate in collaborazione con laboratorio indisciplinare f.a.c.k. – aperte a chi desidera prenderne parte; dove fare una riflessione partecipata sul potenziale trasformativo dell’agire artistico-politico-sociale nel contesto delle attuali politiche di sussunzione e di repressione delle governance territoriali e (extra)nazionali; dove confrontarsi con il perché – what for – del nostro agire che così spesso finisce per essere catturato, snaturato e strumentalizzato dalle istituzioni, riducendosi fatalmente ad un atto di “complicità” (spesso e volentieri incosciente) con il sistema; dove lanciarsi in un avventura folle di costruzione di un nuovo discorso, un nuovo soggetto ibrido. Il significato di un lavoro, anche di quello artistico, non può essere extrapolato dai rapporti di produzione attraverso cui viene realizzato, di cui è intriso, e dai contesti istituzionali e sociali in cui è inserito. Cosa significa rapportare un lavoro artistico a ambiti di lotte lavorative e d’attivismo sociale, collocandoli in contesti capaci di trasformarne la valenza e le prospettive? Forse è tempo a iniziare a scegliere bene i nostri colleghi e compagni e a sperimentare linguaggi e pratiche comuni, provando a passare ad un piano d’azione in cui si vada oltre le polarità arte-politica, attivisti-artisti. Il fatto che il pensiero o l’azione critica vengano sistematicamente neutralizzati e asserviti alle governance attraverso i meccanismi divoranti della sussunzione e della repressione è un esproprio e umiliazione a cui si presta di continuo la categoria dei produttori dell’“immateriale”. E’ possibile interrompere questa continuità oppressiva? E’ possibile scioperare quei mostri divoranti che diventano i musei-mostre-festival-teatri qualora entrino in modo fazioso negli equilibri delle politiche territoriali rendendosi dispositivi del potere per la rappresentazione e neutralizzazione della politica? Questo significherebbe smettere di fare quello che ci tiene in vita? Ma quel fare che ci tiene in vita si può praticare solo all’interno di mostri divoranti? Come e con chi aprire altre prospettive che permettano di uscire dalle contraddizioni in cui ora siamo incastrati?

Apriamo una riflessione che interroghi la produzione culturale in rapporto ai problemi dello sfruttamento, emergenza abitativa, liberta’ di movimento, reddito, femminismi, formazione.

Per le governance l’unica alternativa alla sussunzione è la repressione. Ma le varie realtà territoriali hanno energie e potenziale molto maggiore di quanto le governance possano amministrare e controllare.

RIMINI CALLING! WHAT FOR? istruzioni per l’uso

Artisti/e, attivisti/e, teorici/e, viaggiatori e viaggiatrici, lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse sono invitati/e a intervenire nel dibattito, a partecipare alla scrittura collettiva di un documento, a pensarne le forme e a esplorare insieme l’attuazione di un evento basato su autorganizzazione, sinergia, condizioni paritarie per chiunque intervenga proponendo un atto artistico o teorico o altro, in un evento fattivamente aperto e privo di dispositivi di selezione dall’alto, accreditato a tutti i partecipanti attivi come co-organizzatori, co-produttori e co-realizzatori. Tre giorni di eventi di musica, performance, installazioni, proiezioni, workshops di cui le sottoscrizione da bar e da offerta libera vadano a sostegno dell’attività di Casa Madiba Network e la copertura di alcune spese logistiche indispensabili alla realizzazione. Casa Madiba Network mette a disposizione la tecnica di cui dispone, assistenza tecnica e canali di comunicazione, vitto e alloggio per quelli che vengono da fuori in soluzioni informali. Chi partecipa deve provvedere ai propri costi di viaggio e ai materiali/tecnica extra per il proprio lavoro. Persone che intervengono e persone che ospitano l’evento si trovano in questo caso accomunati dalla gratuità delle energie spese e del lavoro offerto; il valore di quello che viene realizzato grazie alla loro sinergia e generosità non si colloca nella scala del compenso in denaro, radicandosi in una diversa costellazione di valenze e in un diverso terreno di relazioni che rimandano ad una economia del dono. WHAT FOR? è un evento basato sul principio di una “scelta” partecipata, dove ognuno può contribuire e/o coinvolgere altri, assumendosi la responsabilità del proprio intervento in un dato contesto. Il programma, che si compone come un puzzle delle proposte d’intervento, è gestita collettivamente e ognuno è invitato/a a collaborare per quanto gli sia possibile alla preparazione.

TAZ > 26/27/28 giugno a Rimini > luogo da definire – stay tuned!
Per partecipare e info > manda un messaggio alla pagina FB RIMINI CALLING o un
e-mail a: f.a.c.k.festival@gmail.com
> info al 327 3675474 / 338 1889040

links:
https://www.facebook.com/CasaMadiba
http://fackfestival.blogspot.it/

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