Prosegue lo stato d’agitazione di Casa Don Gallo

condividi su:

CASA DON GALLO PROCLAMA LO STATO D’AGITAZIONE!

Il 31 marzo in tutta Italia quasi tutti i Piani freddo saranno chiusi centinaia di persone senza tetto torneranno immerse nell’ordinaria violenza quotidiana che si chiama esclusione.Casa Don Andrea Gallo Rimini #perlautonomia nasce nel 2015, proseguendo le attività anche dopo la conclusione del piano freddo e aprendo un lungo contenzioso con il Comune, al fine di sovvertire le logiche emergenziali basate su un modello assistenziale e omologante dei senza tetto, contro l’idea che la povertà sia una responsabilità personale da gestire dentro un sistema caritatevole basato sulla risposta ai soli bisogni primari senza affrontarne le cause.

Da oggi Casa Don Gallo entra in stato d’agitazione, insieme alle sue operatrici e operatori iscritti ad Adl Cobas, perché oltre ad aver dovuto fronteggiare una situazione del tutto inedita con il primo lockdown, dove nella totale assenza di protocolli e indicazioni da parte di tutto il livello istituzionale, abbiamo dovuto gestire 38 persone obbligate a condividere un unico spazio di 300mq, reperire autonomamente i DPI, redigere protocolli sanitari, trovandoci a gestire una struttura sovraffollata e nociva, senza stanze per l’isolamento in caso di persone covid positive, con la presenza di abitanti con quadri sanitari a rischio di complicanze (per un abitante come temevamo si è reso necessario ricovero in terapia intensiva), ora ci viene richiesto da parte del Comune il pagamento delle utenze eccedenti la somma stabilita nella convenzione.

Le nostre richieste sono precise:

  • riconoscimento dei costi delle utenze all’interno delle spese eccezionali da noi sostenute per l’emergenza covid;
  • riformulazione e intervento immediato sulla funzione di alcune stanze per ridurre i disagi e gli aspetti nocivi dell’attuale distribuzione degli spazi (salone dormitorio) ma anche per migliorare il benessere e la qualità di vita all’intento della casa (qualità del sonno, privacy);
  • riconoscimento del lavoro sociale attraverso istruttorie e avvisi pubblici che rispettino nella loro deliberazione il CCNL del settore in riferimento alle tabelle salariali in riferimento ai contributi economici erogati per il funzionamento del servizio. Basta istruttorie al ribasso che lasciano nell’indigenza senza tetto e operatorə socialə.Abitanti e operatorə unitə per fuoriuscire dall’invisibilità e per continuare a costruire relazioni di mutuo aiuto oggi, pensando al futuro.CASA E REDDITO PER TUTTƏ!

Leggi tutto il testo cliccando qui


condividi su: