Pubblichiamo di seguito lo “Speciale Piazzapulita Crack – L’esodo”, andato in onda ieri sera su La7 che ci ha suscitato non poche riflessioni e stimoli. Sono cose da far vedere per comprendere ciò che sta accadendo intorno a noi.
Per parlare di immigrazione, comprendere quello che sta accadendo si deve passare di qua.
Si deve passare dalle campagne del sud d’Italia, dove i braccianti in nero muoiono per il Lavoro Gravemente Sfruttato, oppure dalla Riviera romagnola, dove si muore nelle aziende turistiche. Il lavoro nell’Italia del Jobs act è quello nel quale i e le migranti perdono la vita, vengono umiliati, violentati, denudati di ogni dignità umana. Un ventennio di politiche dell’odio incentrate sull’uso biopolitico della clandestinità, come processo non tanto e solo legato al possesso o meno del permesso di soggiorno ma ad una vera e propria esclusione/accesso differenziale alla sfera dei diritti. Tra poco toccherà a noi.
Per parlare di immigrazione…
Si deve passare dalle tante occupazioni abitative nel nostro paese o nella Fortezza Europa, come il Villino Ricci a Rimini per esempio, dove ci sono tanti nuovi ospiti, molti titolari di protezione umanitaria o sussidiaria, usciti dai progetti della mafia e del business dell’accoglienza, quella della vergogna. Sgomberati il 20 maggio 2015 da un luogo degno, di pratiche mutualistiche e giustizia sociale, come Casa Madiba.
Si deve passare dagli Sportelli Migranti per conoscere la storia di chi non può permettersi malattia, ne depressione, ne errori, perché la Bossi/Fini te la fa pagare.
Per tutti gli altri che parlano e straparlano dei clandestini che “ci rubano il lavoro o ci stuprano” o fanno i “vu cumprà” rubandoci il pane quotidiano, oppure per quelli che “le case le danno solo a loro che fanno figli come conigli”, a quelli che bisogna respingerli in mare, bombardarli o metterli sull’isola dell’Asinara per verificare se sono malati, per tutti e tutte voi dovrebbe esserci solo l’inferno che stanno vivendo queste persone.
Fasci/leghisti/razzisti siete come l’ISIS, siete contro l’umanità, contro la vita umana.
Il nostro compito allora è molto impegnativo ma è l’unica strada che possiamo percorrere andando a parlare e incontrare le persone ovunque sia possibile, senza preconcetti o autorappresentazioni astratte di cosa sia oggi l’antirazzismo e l’antifascismo, una pratica quotidiana, appunto.
Sarà impegnativo perché, come riportato dal bellissimo editoriale di Tutmonda , dobbiamo saper “ricostruire un controdiscorso di verità e delle pratiche di azione in cui ritrovare noi stessi insieme ai nostri compagni e alle nostre compagne di strada. Ogni gesto della nostra piccola vita quotidiana deve opporsi alla marea crescente della follia. Superando ideologie e divisioni, con l’umiltà di renderci comprensibili, di rivolgerci a chiunque possiamo raggiungere. Oltre la paura, lo stupore, la frustrazione, la fatica, le nostre solitudini. Perché la posta in gioco è troppo alta, la più alta che la nostra generazione si sia mai ritrovata davanti.”