Muri puliti? Popoli muti.
Questa mattina una gran brutta sorpresa.
Parte dei murales storici dell’ex anagrafe in via De Warthema, realizzati da tanti Writers all’inizio degli anni novanta, alcuni dei quali sono oggi artisti riconosciuti e affermati (Eron per citarne uno), sono stati ricoperti dal grigiore e dalla tristezza, di chi pensa che cancellando la storia di questo stabile e le tracce lasciate dalla street art e dal writing su di esso, si ripristini chissà quale decoro e sicurezza in un’area che ha sicuramente tante complessità ma che non si risolvono e affrontano in questo modo.
Ci dispiace ancora di più perché pur avendo sostenuto, da diversi anni, il Percorso partecipato per la comunità come il Madi_Marecchia promosso dall’Associazione Rumori Sinistri onlus, pur essendoci spesi in prima persona nella costruzione delle relazioni nel territorio, dei processi decisionali e degli interventi che riguardano l’area dove anche noi operiamo, non solo non siamo stati informati di questo ma subiamo, al pari di tutta la cittadinanza, la cancellazione di vere e proprie opere d’arte e di writing, accessibili a tutti e tutte (proprio perché nel momento in cui l’opera viene terminata ed è su suolo pubblico, è di proprietà di tutt*).
Questo avviene in un’area urbana che, a causa dei problemi di accessibilità che la caratterizzano e dall’essere confinante con il “Parco 25 Aprile”, produce un senso di insicurezza: la mancanza di segnaletica e illuminazione, insieme alla presenza di edifici in stato di abbandono (area Forlani) e cancellate che delimitano l’area, ne aumentano la percezione di inaccessibilità e conseguente insicurezza non solo da parte dei residenti ma anche di chi attraversa l’area per lavoro, attività sociali e ricreative ecc.
Cancellare il murales porterà più sicurezza?
Ingrigire uno spazio già fortemente abbruttito dallo stato di abbondano dell’area Forlani garantirà il non ricrearsi di fenomeni di grave devianza e criminalità che si sono dati negli ultimi anni?
Non aver consultato, informato coinvolto noi come le altre associazioni e il vicinato in questa decisione è stata una decisione giusta, equilibrata, ponderata?
Noi crediamo di no, anzi.
La cancellazione dei murales apre una frattura, spegne anziché accendere una luce, perché cancella un’attrazione culturale in uno spazio degradato e la storia e l’identità di quel luogo, perché allontana le giovani generazioni invece che avvicinarle, perché con questo gesto si afferma che anche il nostro impegno quotidiano nella cura degli spazi e del territorio, nel contrasto di forme di devianza e grave marginalità attraverso l’intervento sociale che mettiamo in campo con enormi sforzi quotidiani, nella costruzione delle relazioni e dei processi partecipativi e decisionali, non solo non sono considerate, ma non hanno alcun valore per chi ha cancellato quei murales.
In questo modo perdiamo tutti e tutte e l’area rimarrà così alla mercé di speculatori e spacciatori. Per questo auspichiamo che ci si adoperi da subito perchè i murales siano ripristinati al più presto.
Casa Madiba Network
“Da un punto di vista legale ogni muro è diverso da un altro. Esiste il muro privato, quello istituzionale e quello pubblico e ognuno risponde a una legislazione differente. A un livello più profondo che coinvolge il “sentire” la città, i muri sono di tutti, di chi li abita, di chi li vede ogni mattina andando a lavoro, di chi li preferirebbe bianchi e puliti. Sono una parte talmente fondativa di una città che riflettono le abitudini e il vivere comune. Sarebbe complesso – se non a livello giuridico come ho già detto – attribuire a ogni muro un proprietario. I muri trattengono il passare del tempo, raccontano storie, testimoniano il presente nel bene e nel male, racchiudono e simboleggiano molto della comunità” ( Sabina de Gregori )