Dal Percorso partecipato per la comunità Madi_Marecchia, e i Laboratori Le cose che servono, con le due giornate di azione #RiginerArte di aprile, nasce l’idea del Festival RigenerArte – 2 giorni di arte e rigenerazione urbana. La necessità di trovare nuove risposte alle mancanze urbanistiche, architettoniche e sociali della città di Rimini spesso ostaggio delle più forti e rancorose paure o paranoie identitarie, ci hanno spinto ad intraprendere questa sfida con l’elaborazione del primo progetto Madi_Marecchia (iniziato nel dicembre 2015) che ha coinvolto gli/le abitanti di Casa Andrea Gallo Rimini #perlautonomia in primis in un percorso a passi, che ha ripensato le funzionalità della struttura per l’accoglienza dei senza casa dentro il quartiere, riqualificando spazi (Il Varco) e riutilizzandone altri, in un luogo ostaggio dell’abbandono e spesso della marginalità come l’area ex Hera limitrofa al Parco Marecchia.
I nostri passi sono mossi dall’idea che anche Rimini possa essere una città rifugio, una città in cui si sperimentano nuovi modelli di accoglienza che coinvolgono le vittime del sistema neoliberista, persone che manifestano un disagio o un bisogno come quello della casa, i cittadini e le cittadine e tutte le realtà sociali e gli “stakeholders” coinvolti, in un percorso virtuoso e circolare di messa in comune delle varie problematiche e relative soluzioni.
Quartieri come luoghi sociali di trasformazione dal basso, di nuove forme di socialità mutualistica oltreché laboratori di nuove politiche sociali ed urbanistiche.
Per questo dopo la prima fase del progetto che ha riguardato l’impellenza di rispondere al meglio all’accoglienza di chi non ha una casa nei locali di via De Warthema, ai Laboratori “Le cose che servono” che ci hanno permesso di valorizzare il lavoro sociale per la collettività realizzando corsi di formazione, workshop tematici, e il forno in terra cruda dal quale è nato il progetto della Cucina & Pizzeria sociale IL VARCO Rimini che coinvolge disoccupati e alcuni ragazzi di Casa Gallo in un progetto di autoreddito e sostegno lavorativo, abbiamo sentito l’urgenza di sviluppare un nuovo percorso (2° Fase) che permettesse di valorizzare al meglio queste esperienze e la loro funzione nel quartiere e nella città. Il metodo è sempre quello partecipato e ha coinvolto anche un progetto di tesi in Design Industriale all’Università di San Marino. Nascono così le due giornate di Laboratorio RigenerArte di aprile scorso e l’idea del Festival e della due giorni.
Il Laboratorio RigenerArte ha l’obiettivo di promuovere e diffondere una creatività politicizzata capace di restituire dignità ai luoghi abbandonati e di trasformarli rispetto alla loro funzione sociale viste le crescenti disuguaglianze e l’impoverimento diffuso nella città ( http://bit.ly/2sps2ch ).
Il Laboratorio RigenerArte ha l’obiettivo di contrastare attraverso la creatività e l’arte, il riutilizzo di materiali, la paura, il razzismo e la xenofobia diffusa, favorendo nuove forme di socialità. La sicurezza dei luoghi la si produce accendendo luci, portando colore, creando relazioni non con agguati razzisti e fascisti come quelli accaduti nel parco Cervi ( http://bit.ly/2sprS4n ) che denotano come gruppi neofascisti si aggirino liberamente nella città e nei nostri quartieri soffiando sulle situazioni di disagio e marginalità diffuse anziché per risolverle come invece sta avvenendo con progetti come quello di Casa Gallo che ha ospitato dal 24 dicembre 2015 più di cento persone alcune delle quali hanno trovato altre soluzioni o un lavoro.
Il Festival RigenerArte ha rappresentato un terzo appuntamento, dopo le due giornate di azione di aprile, per ultimare i lavori già iniziati e a programmare nuovi interventi che saranno svolti poi successivamente attraverso altri appuntamenti pubblici in particolare in occasione di alcuni eventi molto importanti di cui vi aggiorneremo a breve.
Nel frattempo stiamo progettando un nuovo forno in terra cruda che oltre ad esplicare la sua funzione primaria di cottura della pizza e del pane ha anche l’ambizione di diventare simbolo di raccoglimento, di socializzazione, di dialogo e confronto. Questa è stata anche una delle ragioni che ci portò il 1 maggio dello scorso anno alla realizzazione del forno sociale attraverso una laboratorio partecipato e aperto.
“Il fuoco è sempre stato, fin dalla preistoria, un elemento sacro, di cui avere paura e grazie al quale trovare conforto. Ancora prima di costruire un tetto sotto cui ripararsi si cercava o si creava il fuoco che diventava il cuore pulsante attorno al quale venivano compiute tutte le attività più importanti. Esso serviva per cucinare, per riscaldare, per illuminare, per disboscare, per fondere, per creare; era simbolo della forza divina e luogo attorno al quale raccogliersi, parlare, pregare e raccontare storie. In ogni tempo, in ogni luogo, dove c’è essere umano troviamo prima di tutto il fuoco.
Nell’antica Grecia il Kàminos è la pietra sopra la quale si accende il fuoco nella casa; prima che come struttura ordinata alla cottura e all’incanalamento dei fumi, è solo il luogo del fuoco, tanto è il valore che esso assume. Attorno la storia del camino si svolge tutta la storia dell’umanità.
Non strumento tecnico, non oggetto d’uso, non elemento singolo, il camino è il luogo accanto al quale ha trovato alimento ogni singolo passo che è stato mosso nella peregrinazione delle vicende e delle epoche.
Il Kàminos diventa l’elemento cardine del progetto perché vuole rappresentare l’essenza stessa della comunità; attorno ad esso si raccolgono popoli, culture, religioni, volti, lingue diverse accomunate dal semplice fatto di essere uomini e donne e di avere un cuore che arde come il fuoco attorno al quale si raccolgono”. (*)
La nostra estate è iniziata! Il forno sociale è stato riacceso. I muri parlano attraverso il live painting.
Per continuare a costruire insieme la città rifugio, la città solidale.
Perché nessuno rimanga solo/a!
#RigeneArte #NetworkSolidale #Mutualismo #Solidarietà #Kàminos
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(*)Progetto Percorso partecipato per la Comunità
“Madi-Ma-recchia 2° Fase – Kàminos”