La strada non c’è.
Da qui in poi, speranza.
Mi manca il respiro,
da qui in poi, speranza.
Se la strada non c’è,
la costruisco mentre procedo.
Da qui in poi, storia.
Storia non come passato, ma come tutto ciò che è.
Ieri, Venerdì 9 Ottobre, abbiamo assistito al primo corteo studentesco dell’anno scolastico, una giornata di lotta sia riminese che nazionale, marcata da un’antitesi apparente: una manifestazione pacifica e civile di studenti animata da un malcontento verso il modello di sviluppo che viene imposto alla scuola pubblica ed uno schieramento sproporzionato ed intimidatorio delle forze dell’ordine.
Un po’ di narrazione.
Già dall’arrivo con il risciò-sound, abbiamo trovato sei blindati fra polizia e carabinieri accompagnati dalla DIGOS; non servono strateghi militari per capire che un dispiegamento così ampio di forze di polizia è inutile nel contenere una manifestazione studentesca, ed ha solo lo scopo di mettere in soggezione degli studenti. Come possiamo testimoniare, molti hanno rifiutato l’invito a scioperare con la giustificata paura di essere aggrediti.
Alle 8:30 il concentramento si è comunque trasformato in corteo dinamico dopo aver aggregato circa 150 studenti, procedendo con modalità pacifica, con molti interventi a microfono e cori che urlavano “Ya basta!” allo smantellamento della scuola pubblica e l’intromissione di interessi privati nella stessa. Abbiamo riassunto la nostra protesta con lo slogan “vogliamo potere!“: sia come verbo (poter scegliere un proprio futuro, poter avere un’idea progettuale della propria vita, poter accedere all’istruzione gratuitamente tramite la scuola pubblica) che come sostantivo (il potere di autorappresentarsi all’interno della scuola, ambiente che attraversano e vivono).
L’unico momento di tensione si è verificato nei pressi dell’Arco d’Augusto, con un dispiegamento minaccioso delle forze dell’ordine che si sono schierate con scudi in mano e caschi in testa, davanti a cui ci siamo seduti a terra in segno di protesta. A seguito di un dialogo con i gestori dell’ordine pubblico il corteo ha potuto proseguire per il percorso prestabilito, fino ad arrivare in piazza Cavour per poi trasformarsi in un’assemblea pubblica ricca di interventi da parte degli studenti con la gradita partecipazione di insegnanti ed un’ex-preside.
Per non far passare in secondo piano i contenuti della manifestazione davanti alla militarizzazione della città, abbiamo lanciato durante l’assemblea l’idea di organizzare un incontro pubblico con l’Assessore alle politiche sociali che ha la delega sulla scuola sulle tematiche degli stage, dell’edilizia scolastica, del caro libri e del caro trasporti; comunicheremo data e luogo dell’incontro nel caso venga confermato.
Per quel che ci riguarda, due fatti sono emersi dalla giornata: il primo, la nascita di una cultura di opposizione interna alle scuole, animata da studenti in grado di portare una critica alle istituzioni che devono attraversare; il secondo, la volontà delle istituzioni di affogare il dissenso nella paura che suscitano divisa e manganello.
Collettivo Studenti Rimini
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