Da Citizen Rimini.
Nei giorni in cui in Italia si torna a discutere animatamente del diritto di legittima difesa, a Rimini torna in auge Casa Madiba Network, che si occupa di chi una difesa non ce l’ha contro nulla, nemmeno contro la negazione dei più elementari diritti. L’Ex Caserma dei Pompieri abbandonata in Via Dario Campana viene riassegnata, o meglio riconsegnata, a chi ne aveva fatto un faro nella nebbia per molti.
Forse non tutti ricorderanno che, in piena emergenza abitativa, con Rimini prima in Italia nella classifica degli sfratti, erano state sgombrate due occupazioni a fine abitativo, mettendo 17 persone in mezzo alla strada senza altra alternativa che una nuova occupazione, quella del Villino Ricci.
Il tema della legalità, o meno, di un’occupazione, anche se a fini abitativi, scosse la coscienza di molti Riminesi, fino ad allora inconsapevoli che gli immobili abbandonati della loro città erano comunque abitati dall’umanità invisibile, quella che si preferisce non vedere.
Se proprio vogliamo dirla tutta (e noi di Citizen abbiamo questo vizio) esistono anche dei precedenti giudiziari che smontano, a determinate condizioni, l’illegalità di un’occupazione. Ad esempio la sentenza n. 35580 del 26 settembre 2007, in Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione a Roma, proprio per un caso di occupazione abusiva ha decretato che:
«Rientrano nel concetto di danno grave alla persona non solo la lesione della vita o dell’integrità fisica ma anche quelle situazioni che attentano alla sfera dei diritti fondamentali della persona: pertanto, rientrano in tale previsione anche quelle situazioni che minacciano solo indirettamente l’integrità fisica in quanto si riferiscono alla sfera dei beni primari collegati alla personalità, tra i quali deve essere ricompreso il diritto all’abitazione in quanto l’esigenza di un alloggio rientra fra i bisogni primari della persona».
Sempre parlando di legge e legalità poi il 2 luglio scorso veniva rigettata la richiesta di sequestro del Villino Ricci in quanto la Dottoressa Sonia Pasini, lungimirante Giudice per le Indagini Preliminari, considerò gli occupanti in effettiva trattativa con l’Amministrazione. Il che vuol evidentemente dire che, pur riconoscendo il fumus delicti, esistono contingenze per cui la legge prevede alternative a se stessa. Se lo segni chi fa finta di non saperlo.
Chi ha fatto molto finta di non sapere le cose è stato il prode Primo Cittadino che ha allargato le braccia in Consiglio Comunale affermando di non poter far nulla per assegnare l’immobile a chi ne aveva bisogno, dopo che la sua amministrazione ne aveva incoraggiato il defenestramento. Improvvisamente si è persino preoccupato della Corte dei Conti, entità di cui non sembrava curarsi prima di redigere la lettera dicomarketing per Aeradria o di assegnare il generoso contratto C a Sergio Funelli, capogabinetto senza laurea. Situazione per cui proferì la sibillina frase:
“teatrino in cui rispettare la legge non garantisce che non la si violi”
Per il caso della Caserma in via Dario Campana, si diceva, in prima istanza fu ritenuto necessario persino un bando… cosa che avrebbe fatto diventare Rimini detentrice di un primato: la prima città al mondo dove dei disgraziati senza una casa, ne la possibilità di affittarne una, hanno partecipato ad un bando (magari europeo) per riprendersi l’occupazione abusiva da cui erano stati cacciati. Della serie ho visto cose che vuoi umani…
Fortunatamente una robusta pressione politica da parte della Minoranza ha ricondotto l’Assessorato competente a più miti consigli. È stata infatti predisposta un’Istruttoria a cui hanno potuto partecipare anche i ragazzi di Casa Madiba Network, tramite l’associazione Rumori Sinistri. Sempre per dirla tutta: l’intenzione non era proprio di riassegnarla ai precedenti occupanti, infatti al primo turno dell’istruttoria si sono presentate tutte le associazione “allineate” di Rimini e provincia. Che poi, una volta capito che il progetto oltre a presentarlo bisognava autofinanziarselo, siano spariti tutti… beh di sicuro non sembrava essere nelle speranze dell’Assessore Lisi.
Nel pomeriggio del 21 settembre, alla vigilia dei 30 anni di Ritorno al Futuro, Casa Madiba Network, legittimata dalla legge oltre che dal cuore, ha ripreso possesso del suo passato. Senza nemmeno dover indossare una pettorina CIVIVO.
P.S.: Una nota a margine. Noi di Citizen eravamo presenti alla consegna delle chiavi e abbiamo fatto un giro per i locali. Se i 50 mila euro li avessero dati a chi si è sempre occupato della caserma forse si sarebbero visti di più. Una pitturata, un impianto elettrico a norma e un dispendioso impianto a condizionatori d’aria, senza predisposizione per fonte rinnovabile, sembrano serviti più che altro a dissimulare la confusione procurata.